Storia

Sophie, la visionaria della musica pop

– Esce l’album postumo dell’artista queer scozzese morta a 34 anni dopo essere caduta dal balcone 
– Ha sfidato le convenzioni, creando uno stile completamente nuovo che fondeva avanguardia e mainstream
– La sua capacità di reinventare il pop ha attirato l’attenzione di musicisti come Madonna, Charli XCX e Vince Staples

Nelle prime ore del 30 gennaio 2021, la visionaria produttrice di hyperpop Sophie viveva in un appartamento ad Atene. Per vedere meglio la luna piena, si arrampicò su un balcone, ma scivolò e cadde. Aveva 34 anni. E come spesso accade, la sua morte fece scoprire il vocabolario sonoro (toni di sintetizzatore appuntiti, contorti, sibilanti e ritornelli ultra-succinti) con il quale affrontava il pop ed il mainstream. Ad Atene (e prima ancora a Los Angeles e Londra), Sophie stava lavorando al successore del suo album del 2018, Oil of Every Pearl’s Un-Insides, e al remix del 2019. Il nuovo lavoro era così vicino al completamento che Sophie aveva scelto la tracklist completa. Tre anni dopo, Benny Long, suo fratello e responsabile dello studio, lo ha terminato, sforzandosi di onorare le intenzioni artistiche di Sophie. Si intitola semplicemente Sophie ed esce il 27 settembre.

Una carriera tragicamente breve

Nata a Glasgow, Scozia, nel 1986, Sophie Xeon ha trascorso la sua vita spingendo i confini dell’arte e della produzione musicale, creando un sound che sfidava ogni definizione. Nonostante una carriera tragicamente breve, Sophie ha lasciato un’impronta indelebile nella musica contemporanea, ispirando una nuova generazione di artisti e produttori.

Fin da giovane, Sophie si è appassionata alla musica elettronica. Crescendo, era affascinata dalle sonorità sintetiche e dall’uso creativo della tecnologia musicale. La sua infanzia è stata influenzata da un mix di musica dance, techno e pop, che hanno poi modellato il suo stile unico. Suo padre, anch’egli appassionato di musica, le faceva ascoltare cassette di musica elettronica durante i viaggi in auto, alimentando il suo desiderio di creare suoni mai sentiti prima.

Nel corso degli anni, Sophie ha iniziato a lavorare come DJ e producer, sviluppando una reputazione all’interno delle scene underground della musica elettronica. I suoi primi lavori includevano remix e collaborazioni con artisti meno noti, ma è stata la pubblicazione del singolo Bipp nel 2013 a catturare l’attenzione del pubblico e della critica. Il brano, caratterizzato da un ritmo sfrenato e da voci pitchate e quasi infantili, ha subito definito Sophie come una figura unica e originale nel panorama musicale.

Il collettivo PC Music

Sophie è stata strettamente associata al collettivo musicale PC Music, un’etichetta fondata dal produttore A.G. Cook, che ha ridefinito il pop sperimentale negli anni 2010. Il collettivo si distingueva per una produzione musicale iperrealista, una sorta di esagerazione estetica del pop che mescolava suoni sintetici, melodie accattivanti e voci distorte. Sophie, pur non essendo formalmente parte del collettivo, ha collaborato frequentemente con alcuni dei suoi membri e ha contribuito a definire questo movimento.

Sophie Xeon, nata a Glasgow, Scozia, nel 1986, morta ad Atene il 30 gennaio 2021

Il sound di Sophie era unico nel suo modo di combinare la sensibilità pop con la sperimentazione sonora estrema. Brani come Lemonade e Hard presentavano una fusione di elementi industriali, pop, e dance, creando un soundscape sorprendente, spigoloso, eppure incredibilmente coinvolgente. Questa capacità di mescolare il mainstream e l’avanguardia ha reso Sophie una delle figure più ricercate nel mondo della produzione musicale.

Il successo di Sophie ha portato a numerose collaborazioni con artisti di fama mondiale. La sua capacità di reinventare il pop ha attirato l’attenzione di musicisti come Madonna, Charli XCX, e Vince Staples, tra gli altri. Una delle collaborazioni più notevoli è stata con Charli XCX, con cui Sophie ha lavorato per ridefinire il suono del pop moderno. L’EP Vroom Vroom del 2016, prodotto da Sophie, è considerato uno dei momenti chiave nella carriera di Charli XCX, segnando una svolta verso un suono più sperimentale e futuristico.

Nel 2018, Sophie ha pubblicato il suo primo album da solista, Oil of Every Pearl’s Un-Insides, che ha ricevuto lodi unanimi da parte della critica. L’album esplorava temi come l’identità, la fluidità di genere e la trasformazione, sia personale che musicale. Con brani come It’s Okay to Cry, Sophie ha offerto al pubblico una visione più intima e vulnerabile di sé stessa, abbandonando il mistero che aveva circondato la sua figura fino a quel momento. Questo singolo, in particolare, ha segnato un punto di svolta per l’artista, poiché è stato il primo in cui ha rivelato il proprio volto e la propria voce, abbracciando apertamente la sua identità transgender.

L’innovazione sonora

Ciò che ha distinto Sophie da molti dei suoi contemporanei è stata la sua straordinaria capacità di creare suoni nuovi, insoliti e innovativi. I suoi brani spesso sfidavano le convenzioni della struttura musicale, mescolando ritmi non convenzionali con melodie che oscillavano tra il pop più accessibile e il rumore industriale. La sua musica era caratterizzata da un uso intensivo di sintetizzatori digitali, drum machine, e manipolazione vocale, creando una forma di pop futuristico che sembrava provenire da un altro mondo.

L’approccio di Sophie alla produzione musicale era profondamente influenzato dalla tecnologia. Invece di cercare di replicare strumenti acustici o suoni “naturali”, Sophie ha abbracciato completamente il potenziale del digitale, utilizzando i sintetizzatori per creare suoni inediti. Le sue tracce erano dense di texture, piene di suoni che a volte risultavano artificiali e freddi, ma che nel contesto delle sue composizioni assumevano una qualità emozionale sorprendente.

Oltre alla sua rivoluzione musicale, Sophie è stata anche un’importante figura per la comunità LGBTQ+. Come persona transgender, la sua visibilità e il modo in cui ha discusso apertamente la propria identità hanno avuto un impatto significativo sulla rappresentazione delle persone transgender nella musica mainstream. Sophie non ha mai cercato di conformarsi alle aspettative della società o della cultura popolare, sfidando le norme di genere e abbracciando un’estetica che rifletteva la sua esperienza personale di fluidità e trasformazione.

Il suo album Oil of Every Pearl’s Un-Insides è stato visto come un inno alla libertà di espressione e all’autenticità, parlando direttamente alle esperienze di coloro che si trovano ai margini della società. Il brano Faceshopping, ad esempio, esplorava il concetto di identità e la manipolazione fisica attraverso l’uso di immagini digitali, riflettendo sia sulla propria esperienza che su quella di molte persone nella comunità queer.

L’eredità di Sophie

Sophie è stata molto più di una semplice musicista: è stata una visionaria che ha sfidato le convenzioni della musica pop e elettronica, creando uno stile completamente nuovo che fondeva avanguardia e mainstream. La sua influenza non si limita al mondo della musica, ma si estende anche alla cultura e alla comunità queer, grazie al suo coraggio nel vivere apertamente la propria verità e identità. Sophie ha aperto nuove strade per la musica pop del futuro, e la sua eredità continuerà a risuonare per molti anni a venire.

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