– La canzone con cui l’ericina Moska Drunkard, nome d’arte di Cristina Rizzo, è in gara fra i giovani è cantata in dialetto: riuscirà nell’impresa di farlo risuonare all’Ariston? Il 12 novembre via alle eliminatorie
– Belle voci, ma pochissima originalità. Prevalgono le ballate malinconiche urban pop. Si sviluppa il filone dell’orgoglio identitario. Molti reduci dai talent show di Sky e Mediaset e alcuni “ripetenti”. Le pagelle
Belle voci, ma pochissima originalità è in sintesi la prima sensazione dopo l’ascolto delle canzoni dei 24 aspiranti alla finale di Sanremo Giovani, i cui brani si possono ascoltare online. Da martedì 12 novembre in seconda serata su Rai2 (e Radio2 e RaiPlay), i 24 dovranno convincere la commissione musicale composta da Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia (insieme a Carlo Conti e Claudio Fasulo, giurati fuori onda). Dodici accederanno alla semifinale del 10 dicembre, sempre su Rai2 e sempre condotta da Alessandro Cattelan. Finale a 8, compresi i due artisti provenienti da Area Sanremo il 18 dicembre al Teatro del Casinò di Sanremo. Solo in quattro approderanno all’Ariston per contendersi il titolo di vincitore delle “Nuove Proposte” nel Festival in programma dall’11 al 15 febbraio 2025.
Una sola la voce siciliana in gara, quella di Moska Drunkard, all’anagrafe di Erice registrata con il nome di Cristina Rizzo, classe 1999. Il nome d’arte inizialmente faceva riferimento al fastidioso insetto, «la “kappa” è stata aggiunta per un fattore estetico», spiega. «Mentre “Drunkard” è una reminiscenza dell’adolescenza, quando avevo 13 anni e i miei compagni di scuola mi chiamavano “ubriacona”». Una “ingiuria”, come vengono definite in Sicilia, che le è rimasta «anche se non mi rappresenta più».
Dalla maggiore età vive a Siena, dove ha studiato e trovato un lavoro come receptionist in una struttura a 4 stelle. «Ma mi sento siciliana fino al midollo», ripete. Il lavoro le consente di svolgere l’attività musicale sia come parte del collettivo Lighthouse Music, sia come solista per la Oltresound Label. Con un album (Vulnerabile, 2020) e una decina di singoli all’attivo, prima nel solco del rap adesso dell’urban pop, Cristina Rizzo si è fatta conoscere sulla scena musicale locale, vincendo anche alcuni contest.
Moska è un’artista pop/rap ed ha l’inchiostro al posto del sangue. Le sue canzoni sono un concentrato di emozioni che affondano letteralmente nelle sue radici. Il dialetto siciliano ritorna spesso nei suoi testi sottolineando il legame viscerale con la sua terra. Accade anche in Trinacria, il brano con cui è in gara a Sanremo Giovani. Una canzone pop-urban, puntellata da un piano romantico, scritta dalla stessa Moska insieme a Silvia Vavolo e Marco Giordano (in arte Giordan). «Trinacria madre patria a mente aperta, / Siciliano medio testa caura e s’accuntenta, / Sicilia terra caura e beddra chi t’aspetta, / Terra tradita da chi meno se l’aspetta / La mia terra è rovinata dallo stesso siciliano / Chi ti pigghia pu culu pure stringennuti la mano / Terra di miti e fantasie / Terra assai rovinata da mafiosi e ipocrisie», canta abbondando forse in vecchi stereotipi.
«Vivere il proprio sogno per 24h è bello, ma farlo con la canzone del cuore lo è ancora di più», racconta. «Trinacria è la mia vita, è stata il mio passato, è il mio presente e sarà il mio futuro perché sono molto legata alle mie origini e alla mia Terra. Più volte mi sono sentita non voluta da essa, ma vivendola a distanza ho imparato a conoscerla ed apprezzarla».
Nel filone dell’orgoglio identitario, oltre a Trinacria della siciliana Moska Drunkard, s’inserisce Arianna Rozzo, casertana con base a Bergamo, che canta J’adore: «J’adore Napoli/ so’ cresciut’ in miezz a’ vij/ Tutti dieci sulla schiena come Maradona/ Finte queen dentro al castello senza la corona/ (d’alloro allora)/ Ho una laurea in tasca/ Ma no, non mi basta/ se poi serve per campare con due euro all’ora…/ Ammo’/ la fame è peggio del dolore/ J’adore l’Italy/ Ja però non fa’ accussì/ Ammo’, ammo’/ famm o’ favor’/ So che parlano di me/ M’ne fott’ proprio/ So che guardano a me/ M’ne fott’ proprio/ So che imparano da me/ M’ne fott’ proprio».
E poi c’è (Filippo) Bosnia, classe 1998, anche lui partenopeo, rapper e producer, con Vengo dal Sud, una canzone di moderna emigrazione, tra italiano e napoletano, dal testo un po’ banale.
Nella siccità di idee e originalità di un calderone di cantanti urban pop, molti dei quali al limite del grigiore, perfino nella scelta del nome – si va dal duo ligure Questo e Quello a Dea Culpa, dalle campane Vale LP e Lil Jolie alla trasteverina Giin – a emergere sono, guarda un po’, due cantautori: la vicentina Nicol (Castagna), classe 1999, intensa interprete del brano Come mare (“In questo mondo che non guarda più in faccia nessuno”) e il friulano Sea John, nome d’arte di Giovanni Maresca, in gara con Se fossi felice, brano coraggioso che affronta tematiche scomode interpretato con grinta nello stile di Gianluca Grignani.
Sanremo giovani, le pagelle
ALEX WISE – Rockstar – Nome d’arte di Alessandro Rina, cantautore di Como, classe 2000, forte di 63 milioni di streaming sulle piattaforme digitali. Presenta una ballata crepuscolare stile anni Sessanta dal titolo un po’ pretenzioso (6)
ANGELICA BOVE – La nostra malinconia – Arriva da una esperienza non fortunata a XFactor nel team di Ambra Angiolini. Trasgressiva, voce leggermente rasposa, presenta una ballata malinconica un po’ mossa su amori tossici. (6)
ANGIE – Scorpione – Dalla Sardegna arriva Angelica Paola Ibba, in arte Angie, cantautrice classe 2001. Nel 2010 si era messa in luce al baby talent “Ti lascio una canzone”, e nel 2018, a soli 16 anni, aveva partecipato a “The Voice of Italy”. Ora punta su Sanremo con un soul pop dal sound internazionale, ballabile e orecchiabile. (6)
ARIANNA ROZZO – J’Adore – Casertana residente a Bergamo, 22 anni, laureata in Nanotecnologie. Punta sulla voce, vista la debolezza della canzone, un pop molto, troppo, leggero. (4)
BOSNIA – Vengo dal Sud – Filippo all’anagrafe, classe 1998, rapper e producer partenopeo. Rap, edm e ritornello (sin troppo) pop. (4)
CIAO SONO VALE – Una nuvola mi copre – Valeria Fusarri, in arte Ciao sono Vale, è passata attraverso Musicultura e ora spera in Sanremo con un brano urban pop (4)
COSMONAUTI BORGHESI – Aurora Tropicale – Band formatasi l’anno scorso punta subito in alto. La traccia fonde influenze pop, funk, rock e disco, con richiami agli anni Settanta. L’amore imperfetto come un “disastro da ammirare”, la canzone parla delle contraddizioni e della bellezza dell’essere autentici. (4)
DEA CULPA – Nuda – Nata a Bergamo nel 1999, all’anagrafe Alessia Gerardi, a 12 anni calcava la scena del programma televisivo di Canale 5 “Io canto”. Ha tentato invano la carta di XFactor e di Area Sanremo, Ritenta la fortuna mettendosi a nudo con una ballata drammatica sulla fine di una storia d’amore fra due donne. Un po’ Laura Pausini (5)
GIIN – Tornare al mare – Ginevra De Tommasi all’anagrafe di Roma, classe 2003, dall’orientamento alt-rock. In questa occasione sembra imitare lo stile di Coma_Cose con una ballata delicata e fragile in crescendo. (6)
GRELMOS – Flashback – Pseudonimo di Greta Jasmin El Moktadi, una giovane tiktoker e rapper italo-marocchina nata nel 1999 e cresciuta a Novara che ha conquistato il figlio di Amadeus, José. Può contare su 2 milioni di follower e una canzone che strizza l’occhio al mercato (5)
MAZZARIELLO – Amarsi per lavoro – Anche lui ha cancellato dal nome della ditta quello di battesimo (Antonio). Ventitré anni, di Scafati, ci porta in zona pop melodico fra Tananai e Vasco Rossi per una canzoncina su una storia di coppia un po’ malinconica. (6)
MEW – Oh my god – Nome d’arte di Valentina Turchetto da Jesolo. La canzone esprime un senso di vuoto interiore e le difficoltà nel trovare la propria identità. Mew lotta con ferite emotive e insonnia, sentendo un “cuore rotto in mille pezzi” ma scorgendo una speranza, un fiore che riesce a sbocciare nell’asfalto. Il tema della “domenica cyberpunk” evoca un’atmosfera fredda e moderna, in cui il protagonista è indeciso se la persona amata sia la “cura” alle sue sofferenze o solo un’illusione. (5)
MOSKA DRUNKARD – Trinacria – L’ericina Cristina Rizzo sdogana il siciliano a Sanremo, inserendo il dialetto nel testo di questa nostalgica ballad urban pop (6.5)
NICOL – Come mare – La cantautrice vicentina che di cognome fa Castagna, classe 1999, interpreta in modo intenso una ballad dalle influenze indie. Il testo evoca la forza e la vulnerabilità di chi si trova a navigare le acque complesse della vita. Le parole si muovono, così, tra malinconia e speranza, creando un racconto che sembra seguire l’andamento del mare: talvolta quieto, altre volte impetuoso, che svela un universo intimo, fatto di ricordi, sogni e fragilità. (7.5)
ORION – Diamanti nel fango – Dario Bovenzi, in arte Orion, è un giovane cantautore laziale che si presenta con la chitarra acustica a tracolla. Una canzone d’amore semplice e leggera in stile Alex Britti (5)
QUESTO E QUELLO – Bella balla – Sin dal nome della formazione che dal titolo della canzone, avrebbero meritato la bocciatura… Il duo ligure formato da Francesco Mannella e Stefano D’Angelo presenta uno pseudo soul di una banalità sconcertante (3)
REA – Cielo aperto – Maria Mircea, in arte Rea, è una cantautrice bolognese, classe 2003. Per cinque mesi ha resistito nel talent “Amici”, producendo un EP. Ha aperto il concerto di Dean Lewis nel 2023 e l’unica tappa nel Nord Italia del tour “Indoor Garden Party” di Russell Crowe. Il brano comincia con una ritmica che ricorda Lucio Dalla. Lei balla da sola in un climax divertente che si differenzia dalla patina di malinconia che avvolge gran parte delle canzoni in gara (6)
SEA JOHN – Se fossi felice – Nome d’arte del friulano Giovanni Maresca. Suona il pianoforte in questa ballata sofferta che racconta la lotta contro il dolore e la difficoltà di trovare la felicità autentica. Interpretazione grintosa nello stile di Gianluca Grignani (7)
SELMI – Forse per sempre – Niccolò Selmi, in arte Selmi, nasce a Lucca nel 2001. Ex cameriere, ex XFactor, canta la voglia di amare e di essere amati, la paura di farsi del male, l’incertezza per quello che sarà. Stile Ultimo, acustico e crepuscolare (6.5)
SETTEMBRE – Vertebre – Andrea Settembre, napoletano, si era fatto notare a XFactor nel 2023 e ora riprova a conquistarsi un posto al sole con una ballad fra Aiello e Irama. “Strappami la pelle dalle vertebre”, la frase da ricordare (4.5)
SIDY – Tutte le volte – Sidy Casse, 24 anni, nato a Dakar (Senegal) e cresciuto a Lumezzane in provincia di Brescia. Banale ballata urban pop (4)
SYNERGY – Fiamma – Nome e titolo del brano farebbero pensare a una società del gas, invece si tratta di un duo femminile che per una “y” in più si distinguono da una band heavy metal finlandese. Due ragazze cesenati di 24 e 25 anni amanti del R&B e capaci di brillanti intrecci vocali (6)
TANCREDI – Standing Ovation – All’anagrafe è Tancredi Cantù Rajnoldi, ma per tutti semplicemente Tancredi: cantautore milanese, 23 anni, ex partecipante di Amici di Maria De Filippi nell’edizione del 2020/2021 e al suo secondo tentativo a Sanremp Giovani con un divertente brano fra Achille Lauro, Giuliano De Palma e Pino D’Angiò (6.5)
VALE LP E LIL JOLIE – Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore – Due bambine cattive che già hanno fatto coppia in Guagliona. La prima, Valentina Sanseverino, classe 1999, campana, ha già provato la strada di XFactor come quella di Sanremo Giovani, calcando anche il palco del concertone del Primo Maggio, e ora opta per una soluzione del tipo “l’unione fa la forza”. La seconda, battezzata come Angela Ciancio, casertana, 24 anni, si è fatta vedere, invece, tra gli Amici di Maria De Filippi. Insieme le due intonano sfacciate un tormentone senza pretese (4)
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