Storia

Sanremo, i “Cuoricini” dei COMA_COSE

– Terza volta al Festival, la prima da sposati. E adesso parlano di «dinamiche di coppia, amore in un versione un po’ agrodolce che è quella della convivenza di tutti i giorni»
–  “Un divano e due telefoni / È la tomba dell’amore”, cantano nella canzone con la quale sono in gara. «È un leone travestito da agnellino per il mood leggero ma il significato intenso»
– «Ci siamo defilati dai social e dobbiamo dire che ha un effetto euforizzante: quando ne esci cominci a preferire le cose vere anziché curiosare nelle vite degli altri»

Tornano per la terza volta sul palco dell’Ariston, la prima da marito e moglie. A Sanremo si erano promessi di sposarsi. A ottobre 2024 hanno tenuto fede alla loro parola, con una cerimonia intima e poco formale. È un cerchio che si chiude. Perché qui hanno cantato il loro amore con Fiamme negli occhi (2021) e la loro crisi di coppia con L’addio (2023), questa volta parlano di «dinamiche di coppia, amore in un versione un po’ agrodolce che è quella della convivenza di tutti i giorni, una favola distopica della contemporaneità»: “Un divano e due telefoni / È la tomba dell’amore”, cantano in Cuoricini, la canzone con cui sono in gara. 

«Trattiamo un tema che riguarda una realtà che viviamo tutti», dicono Francesca Mesiano (California) e Fausto Zanardelli (Lama). «C’è una doppia lettura: da un lato c’è un arrangiamento leggero, dall’altro si parla della società governata da social, numeri, like. Siamo frastornati da mille input, dovremmo riuscire a ritornare alla nostra essenza. Vorremmo vivere tante situazioni che vediamo, ma un conto è vederle e un conto riuscire a farle nostre. Si perde un po’ di senso della realtà. Tutti questi cuoricini ci tolgono il gusto di sbagliare, siamo molto condizionati. Basterebbe essere più moderati nell’uso di certi mezzi».

Francesca Mesiano (California) e Fausto Zanardelli (Lama), ovvero i Coma_Cose

Vivere e lavorare insieme, infatti, ha portato i due artisti a interrogarsi sulla loro relazione. «Volevamo riflettere su di noi e non solo. Il rischio era che ci parlassimo solo da collaboratori. Così abbiamo deciso di allontanarci per un mese e siamo andati nei nostri paesi d’origine. Poi siamo spariti anche dai social. Ci siamo defilati e dobbiamo dire che sganciarsi dai social ha un effetto euforizzante: quando ne esci cominci a preferire le cose vere anziché curiosare nelle vite degli altri».

Per l’esibizione sul palco dell’Ariston stanno preparando una performance particolare. «Il titolo si presta molto a vari gesti. Il brano è un leone travestito da agnellino per il mood leggero ma il significato intenso. Cerchiamo sempre di cambiare un po’ rimanendo noi stessi. Prima ci sentivamo un po’ un compromesso, per noi è una liberazione far convivere le nostre due anime, quella più pop e quella più alternativa»», dicono. «Stiamo lavorando alla performance, come sempre cercheremo di esprimerci anche con il corpo e con la gestualità. Divertimento è la parola chiave. Abbiamo cercato e voluto questo Sanremo, e siamo entusiasti di portare questa canzone sul palco e di vedere le reazioni del pubblico».

Per la serata dedicata alle cover, i Coma_Cose hanno scelto un classico degli anni 80, L’estate sta finendo dei Righeira, che canteranno con Johnson Righeira. «Siamo superfan dei Righeira da sempre. Il loro spirito era profondamente new wave e hanno rappresentato un punto di grande rottura musicale ed estetica per la musica italiana degli anni Ottanta. Nelle loro canzoni c’era un grande sottotesto, una profonda inquietudine: sono stati una anomalia del music business italiano. L’estate sta finendo parla di un amore finito o magari neanche iniziato ma immaginato già nella sua decadenza. Come Vamos a la Playa (1983) che in realtà racconta di bombe, di queste spiagge con le radiazioni, sono canzoni figlie del linguaggio di quegli anni, della guerra fredda… La loro anima punk è diventata mainstream. La malinconia estiva, l’idea del tempo che passa, sono temi che ci appartengono. In più la canzone compie quarant’anni, ci sembrava un giusto omaggio».

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