Storia

Rod Stewart: in pensione? Mai!

– A 79 anni continua a tutto gas: un disco di swing e uno di folk, un tour mondiale e il suo spettacolo numero 200 alla residenza di Las Vegas
– Per due volte ha sconfitto il tumore: «Adesso sono più preoccupato per il nostro re». «Non ho paura di morire, mi sto divertendo così tanto»

Sir Rod Stewart non intende mettersi in pantofole. Tutt’altro. «La parola pensionamento non è nel mio vocabolario al momento perché mi sto divertendo», tiene a sottolineare. A 79 anni, continua a tutto gas con un anno impegnativo. Il calendario del 2024 comprende il suo spettacolo numero 200 alla sua residenza di Las Vegas, un tour mondiale in corso e un nuovo album swing, Swing Fever, in collaborazione con Jools Holland e la Rhythm & Blues Orchestra, nel quale affronta alcuni brani senza tempo dell’era delle Big Band, come Pennies From HeavenLullaby of Broadway e Sentimental Journey

«Sia io che Holland siamo stati cresciuti con questa musica», continua. «Ho fatto The Great American Songbook, quindi per me questa è stata una progressione naturale. E una cosa che ho detto a Jools è stata, non farò canzoni lente, voglio canzoni allegre, ottimiste, di cui abbiamo bisogno in questi tempi cupi in cui viviamo».

Rod Stewart ha sempre preferito interpretare canzoni di altri. Per lui il cantautorato era una sofferenza. «Non volevo sedermi in una stanza e scrivere testi. Per me è sempre stato un po’ come andare dal dentista a strapparmi i denti», confessa. «La gioia di questo album, ovviamente, è che non ho scritto nessuna delle canzoni, avevo l’ambizione ardente di cantarle e ho scelto il compagno giusto».

Né l’età, né la malattia lo fermano. Per ben due volte ha vinto la battaglia contro il tumore: il primo alla tiroide nel 2000, poi sette anni dopo alla prostata. «Tutto fa parte dell’invecchiamento. I miei pensieri al momento sono per il nostro re che ha una sorta di cancro. Ma mi sono fatto una promessa da quando ero molto giovane. Ho sempre giocato a calcio, e lo faccio ancora. Gioco anche con i miei figli. Mi tengo davvero in forma. Mi alleno un po’. Sono arrabbiato per la nutrizione, guardando il mio peso e tutto il resto. Quindi ci lavoro, e penso che aiuti molto. E mi sottopongo a controlli medici. Sai, gli uomini sono noti per non voler andare dai medici. Non ne sono ossessionato dalla paura di morire. Voglio dire, nessuno di noi vuole passare nell’Aldilà. Ci pensi man mano che invecchi, ma non in modo morboso. Non ho paura di morire, mi sto divertendo così tanto. Mi sento assolutamente privilegiato a fare quello che sto facendo».

Nei programmi di Rod Stewart c’è anche un album di musica country. «Ho intenzione di farlo. In realtà l’abbiamo iniziato. Abbiamo iniziato a fare un album country. La casa discografica vorrebbe che lo facessi. Non mi spingono a farlo. Sai, arriverà un momento», ammette. «È la musica con cui sono cresciuto. Sai, non tanto musica country, ma musica folk. Sai, artisti del calibro di Woody Guthrie e Ramblin’ Jack Elliott e Bob Dylan. Certo, ho amato tutta quella roba. Questo è tutto. Ecco perché ho imparato a suonare la chitarra, perché volevo cantare quelle canzoni».

Insomma, il momento di mettersi in pantofole sul divano di casa ancora è lungi dall’arrivare. «Se la gente smettesse di comprare i biglietti per i concerti ed i dischi forse sarebbe un segno per ritirarmi. Non lo so. Ma la parola “pensionamento”, al momento, non è nel mio vocabolario perché mi sto divertendo».

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