– Da dieci anni il bistrot di Siracusa ogni tanto si trasforma in un locale jazz, nel quale s’incontra la “crema” dei musicisti isolani (e non solo)
– Il sassofonista Rino Cirinnà è l’animatore di questi appuntamenti: «Il 17 aprile festeggeremo il decennale con una grande jam session»
Molto probabilmente è una sensazione dettata dal nome del locale, però domenica sera sembrava di stare dentro una sequenza del film “Ritorno al futuro”, proiettati nel passato, negli anni delle “Cave”: le cantine parigine. Locali in cui gruppi musicali d’avanguardia si esibivano per tutta la notte. Si era a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta e quelle “cave” erano frequentate da poeti come Allen Ginsberg, Peter Orlovsky e Gregory Corso, scrittori come William Burrohugs e Brion Gysin. Sul palco potevi incontrare musicisti jazz del calibro di Miles Davis, del batterista Kenny Clarke, o il mitico pianista Bud Powell e poi, fra gli altri, anche Jimmy Woode e Francy Boland.
Pourquoi Pas Experience Bistrot è il nome del locale. Non ci troviamo sulla “rive gauche” di Parigi, ma nella città di mezzo di Siracusa, la zona umbertina, quella fra Ortigia e la parte moderna. Come si può intuire dal nome è un’osteria, gourmet però, e, da ormai dieci anni, Monica Cusi e Claudio Di Bari, i due proprietari con la passione per la musica di qualità, ogni tanto mettono di lato tavolini e mise en place per far spazio a strumenti musicali e trasformare il locale in una sorta di caffè-concerto, dove si può ascoltare un po’ di buon jazz dopo una entrée con una fetta di focaccia con la mortazza e un tortino di riso alle verdure, sorseggiando un bicchiere di vino o di bollicine.

Per quella sera le attrazioni principali non sono in menu, ma nella scaletta di musicisti che intrecciano i loro strumenti, inoltrandosi nell’Artusi del jazz, rivedendo storici standard, da Horace Silver a Benny Golson. E che musicisti! Per restare in tema gastronomico, la crema del jazz della Sicilia orientale. Maestro di cerimonie è il sassofonista Rino Cirinnà che riesce a coagulare intorno al suo strumento colleghi di straordinario talento come, nel caso di domenica scorsa, il pianista e trombettista Dino Rubino, il batterista Peppe Tringali e il contrabbassista Marco Bardoscia, ospite “straniero”, essendo pugliese.
La band è sexy, e per quanto Cirinnà li spinga, stanno ugualmente spingendo lui ad altri livelli. Dino Rubino, in particolare, assume le redini, dando un saggio “davisiano” di flicorno con la stessa perfezione tecnica e arte con cui suona il pianoforte. E poi la possente e precisa sezione ritmica, sempre su un livello molto elevato con un davvero sorprendente Tringali. Un compendio emozionante di alcuni brani famosi del jazz e del songbook americano, e una narrazione piena di tensione, ma anche di divertimento e allegria, che si sposta da una definizione del jazz moderno all’altra.

Un concerto in una atmosfera molto calda e calorosa, familiare e intima, underground e bohémien, chiuso da un travolgente finale “carioca” con Softly, as in a Morning Sunrise e da una dolce, e anch’essa “soflty”, crema di ricotta con marmellata di arance.
Il prossimo 17 aprile si festeggeranno i dieci anni di questi appuntamenti jazz al Pourquoi Pas di Siracusa. E sarà una sorta di jam session con molti dei musicisti che si sono esibiti in precedenza. «Ci saranno sicuramente Nello Toscano, Peppe Tringali, Dino Rubino, ma anche il trombettista serbo Stjepko Gut e altri ancora», annuncia Rino Cirinnà. Mentre l’11 maggio sarà protagonista la tromba di Flavio Boltro in quartetto con Rino Cirinnà al sax, Nello Toscano al contrabbasso e il pisano Daniele Gorgone alla batteria.