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Playlist #88. Lambrini Girls, il punk è vivo e vegeto!

– I segnali sonori più interessanti della settimana. L’album di debutto della band di ragazze ribelli è un “vaffanculo” al mondo di oggi fra guerre, Trump, transfobia. Il riscatto di Rosé, star delle Blackpink,  che abbandona gli stereotipi del k-pop per raccontarsi come donna. L’originale indie pop di Sbazzee. Gotica e spettrale Ethel Cain
– Iggy Pop si conferma l’iguana del rock nonostante gli 80 anni, la pancetta, la pelle cadente e una gamba poco funzionante. La normalità dei Franz Ferdinand, la svolta matura e riflessiva dell’ex punk Bob Mould, il progetto dei Waterboys su Dennis Hopper con la complicità di Bruce Springsteen e Fiona Apple
– Cominciano con il singolo “Spogliami” i festeggiamenti dei Baustelle per i 25 anni di carriera: un album in aprile e un festival in giugno dove tutto è iniziato. Gracie Abrams con l’album “The Secret of Us” è diventata in poche settimane una delle artiste femminili più ascoltate al mondo

“WHO LET THE DOGS OUT”, LAMBRINI GIRLS

Il mondo è in fiamme. Donald Trump è stato rieletto presidente degli Stati Uniti, i diritti delle donne sono minacciati, la transfobia è dilagante in tutto il mondo e la violenza continua a piovere sotto forma di bombe su Gaza. Per suonare in questo nuovo anno, il duo punk di Brighton Lambrini Girls arriva con un regalo: Who Let The Dogs Out. Dopo aver aperto i concerti degli Idles e aver suonato in grandi festival come Glasto e Reading e Leeds, le Lambrini Girls stanno lanciano il loro album di debutto, carico di rabbia ed energia grezza, Who Let The Dogs Out è un gigantesco “vaffanculo” per lo stato del mondo in questo momento.

La chitarrista e cantante Phoebe Lunny e la bassista Lilly Macieira vanno dritte al punto già nel brano di apertura, Bad Apple, una rivolta distorta che chiama i poliziotti marci. È un riflesso inquietante della brutalità e della cattiva condotta della polizia moderna che ha visto un aumento del 50% del numero di agenti di polizia licenziati nel Regno Unito l’anno scorso. Nel frattempo, secondo quanto riferito, 956 civili sono stati uccisi dalle autorità negli Stati Uniti in otto anni. Con Who Let The Dogs Out, le Lambrini Girls dimostrano che il punk è vivo e vegeto. Stanno amplificando senza scuse il caos, denunciando i torti sociali e sfidando tutti noi a reagire. Questo disco è rumoroso, crudo e impossibile da ignorare. Le Lambrini Girls sono la versione femminile 2.0 dei Sex Pistols e provocano un corto circuito nella storia musicale britannica. 

“PERVERTS”, ETHEL CAIN

Il debutto di Hayden Silas Anhedönia, in arte Ethel Cain, Preacher’s Daughter del 2022, rimane uno degli album più ossessionati del decennio, una serie di ballate micidiali gotiche narrate da una donna già morta. Perverts è qualcosa di completamente diverso. Un progetto di 89 minuti che contiene poco del familiare, ma ciò che è riconoscibile è agghiacciante. La title track apre Perverts con una versione distorta dell’inno Nearer My God to Thee, prima che qualsiasi bagliore di luce svanisca. «Sono punita dall’amore», canta in Punish, evocando angeli e assassini, su un pianoforte spettrale. Quello che segue, Housofpsychoticwomn, è un drone di dodici minuti con toni di sintetizzatore nauseanti simili a campane e parole parlate a basso tono. Altre tre tracce seguono la stessa vena: il violino elettrico di Pulldrone e il muro di chitarra di Thatorchia che ricorda una band shoegaze degli anni Novanta. Alcune musiche ambientali sono calde e avvolgenti, ma queste sono brutaliste, evocando lo stupore e il terrore di assistere a strutture enormi e intoccabili in lontananza.

Perverts non ha nulla della catarsi musicale o dell’assoluzione divina di Preacher’s Daughter, ma sarebbe falso dire che la sua desolazione è assoluta. In Pulldrone, Anhedönia recita la sua filosofia, l’idea che il desiderio dell’umanità di toccare Dio e l’incapacità ultima di raggiungere l’illuminazione possano portare brevi momenti di sollievo o essere un percorso di auto-annientamento. 

“ROSIE”, ROSÉ

Per la maggior parte della sua carriera, Rosé è stata un quarto di Blackpink, un fenomeno K-pop definito dalla sua energia audace e dalle immagini patinate. Ma in Rosie, l’album di debutto da solista, Rosé taglia il cordone ombelicale con la girl band per rivelare una versione più tranquilla e vulnerabile di se stessa. L’album segna l’abbandono del mondo meticolosamente realizzato che ha abitato per più di un decennio, offrendo uno sguardo sulla sua identità, non come la superstar globale Rosé, ma come Rosie, una ventenne il cui cuore viene spezzato anche dai ragazzi.

Questa trasformazione inizia con l’apertura dell’album, Number One Girl, una ballata per pianoforte nata da notti insonni trascorse a scorrere i commenti sui social media. La canzone cattura le sue insicurezze in dettagli vividi: il desiderio di sentirsi speciale, la pressione per soddisfare le aspettative dei fan e il dolore di chiedersi se sia mai veramente all’altezza. È un’introduzione sorprendente a un album che scambia in gran parte la grandezza del K-pop con il songwriting intimo e il candore emotivo. Rosie è un album di rottura. Il dolore, la perdita, la rabbia e il desiderio traboccano nelle dodici tracce, catturando lo spettro disordinato ed emotivo dell’amore nei tuoi vent’anni. 

“OLIO ESSENZIALE”, SBAZZEE

Album d’esordio della giovane artista italo-libanese all’anagrafe Sofia Bazzi. Le dieci tracce dell’album nascono per estrazione, partendo da una materia prima essenziale: l’identità dell’artista, il suo vissuto e il suo sentire. È una raccolta musicale audace e sperimentale che viaggia dalle sonorità cinematiche a quelle dell’R&B e del soul, ma con chiari riferimenti al pop-indie contemporaneo. Il fil-rouge di Olio Essenziale è un viaggio nelle innumerevoli sfaccettature musicali e nelle profondità della coscienza di Sbazzee, ricca di sfumature, che vanno dalla consapevolezza del sé e del mondo circostante, all’insieme di valori morali e giudizi etici. 

Riguardo al concept visivo Sbazzee dichiara: «La lavanda è il colore identitario dell’album e fa riferimento all’olio essenziale di lavanda che è tra le essenze più comuni con proprietà sedative, ansiolitiche e antidepressive». Sbazzee ha giocato, con il suo stile leggero e mai superficiale, associando al beneficio di un olio essenziale preciso le sue varie anime ed urgenze interiori, lasciandole lenire idealmente dagli effetti di queste essenze naturali.  Il “gioco” concettuale si è materializzato oltre che nella musica nel concept artistico di ogni release, traducendo le visioni e le idee sonore in immagini e colori, concretizzandole in shooting, make-up e outfit.

“THE SECRET OF US (DELUXE)”, GRACIE ABRAMS

La cantautrice nominata ai Grammy® Gracie Abrams è diventata in poche settimane una delle artiste femminili più ascoltate al mondo: il suo nuovo singolo That’s so true è attualmente il terzo brano più ascoltato su Spotify a livello globale: è attualmente al numero 1 della classifica singoli inglese, top10 nella classifica americana Billboard Hot 100 e anche in Italia è fra i brani internazionali più ascoltati sulle piattaforme digitali. Il singolo ad oggi ha ottenuto oltre 630 milioni di stream. È incluso nella versione deluxe del suo album The Secret of Us, all’interno del quale c’è anche il duetto con l’amica Taylor Swift sulle note del brano Us e questa nuova versione del disco contiene sette tracce aggiuntive.

The Secret of Us è stato pubblicato a giugno e ha raggiunto la n.1 nella classifica in Gran Bretagna, Australia e Paesi Bassi, oltre a raggiungere la seconda posizione nella classifica americana degli album Billboard 200.  L’album è stato co-prodotto dal suo amico e frequente collaboratore Aaron Dessner (The National), e questo progetto segna la prima volta che Gracie stessa ha preso parte al processo di produzione. 

“LIVE AT MONTREUX JAZZ FESTIVAL 2023”, IGGY POP

Iggy è ormai un uomo di quasi 80 anni, la pelle cadente, la pancetta, ed evidenti problemi a una gamba. Quando si muove sembra più che altro ripetere coreografie e figure che, negli anni, si fanno sempre un po’ più dure da gestire e ha il vizio ormai francamente evitabile di non possedere magliette o camicie: solo pelle nuda dalla vita in su. Eppure, l’Iguana in questo live regala ancora uno show ottimo, in cui ripercorre tutta la sua carriera e riesce a infilare anche un po’ di deep cuts – come va di moda dire – ossia pezzi a sorpresa, ma golosissimi, come Five Foot OneEndless Sea e Mass Production. Ad accompagnarlo una band “estesa” eccezionale, con tanto di sezione di fiati che dà una botta incredibile a tutti i pezzi e una chitarrista di cui è difficile non innamorarsi all’istante. Peraltro, tutti i componenti del gruppo paiono divertirsi un sacco, molto più di Iggy, che è impegnato – da vero professionista consumato, sia chiaro – a fare… Iggy. 

“THE HUMAN FEAR”, FRANZ FERDINAND

Alex Kapranos & co. in più di due decenni di carriera son sempre rimasti fedeli a sé stessi, alla loro formula consolidata, non per inezia, non per il magico potere degli evergreen di non passare mai di moda, ma per una chiara consapevolezza di sé. Il loro essere immediatamente riconoscibili non è stato mai un limite, ma un’identità. Un punto fermo, intorno al quale far ruotare ispirazioni ed esplorazioni senza perdersi di vista, senza tradirsi. Come fanno nel loro album numero sei – The Human Fear, prodotto da Marc Ralph – in cui affinano lo spirito di squadra, con Bob Hardy che prende quota anche nella scrittura e Julian Corrie, Dino Bardot e Audrey Tait che entrano definitivamente in campo, e costruiscono un sound sfacciatamente pop e melodioso, ma sempre classicamente Franz Ferdinand.

“HOPPER’S ON TOP (GENIUS)”, WATERBOYS

I Waterboys hanno unito le forze con Fiona Apple, Bruce Springsteen, Steve Earle e altri artisti per creare un concept album sul compianto, grande attore Dennis Hopper. Life, Death and Dennis Hopper uscirà il 4 aprile, via Sun, e sarà guidato dal singolo Hopper’s on Top (Genius), che è stato anticipato oggi. Il disco, ha annunciato Mike Scott, leader della band scozzese, riguarda non solo la vita di Hopper, ma anche «l’intera strana avventura di essere un’anima umana sul pianeta terra. Inizia nella sua infanzia, finisce la mattina dopo la sua morte, e posso dire molto lungo la strada, non solo su Dennis, ma su tutta la strana avventura di essere un’anima umana sul pianeta terra”, ha spiegato Scott in un comunicato stampa».

Insieme a Springsteen e Apple, altri artisti presenti nell’LP includono Steve Earle, l’artista Alt Americana di Nashville Anana Kaye, Barny Fletcher, Sugarfoot, Taylor Goldsmith di Dawes, Kathy Valentine di The Go-Go’s e Patti Palladin.

“HERE WE GO CRAZY”, BOB MOULD

A distanza di quattro anni e mezzo dall’uscita di Blue Hearts, Bob Mould tornerà il prossimo 7 marzo, con il suo quindicesimo LP solista, Here We Go Crazy. Prodotto dallo stesso Mould, il nuovo album è stato registrato con la sua band (Jason Narducy e Jon Wurster) all’Electrical Audio di Chicago ed è stato poi terminato al Tiny Telephone Studio di Oakland. «In apparenza, si tratta di un gruppo di semplici canzoni pop per chitarra», spiega il musicista, negli anni Ottanta leader degli Hüsker Dü, seminale band punk americana. «Sto affinando il mio suono e il mio stile principale attraverso la semplicità, la brevità e la chiarezza. Sotto il cofano, c’è una serie di temi contrastanti. Controllo e caos, ipervigilanza e impotenza, incertezza e amore incondizionato». 

Ad anticipare il nuovo lavoro, ecco il singolo, la title-track Here We Go Crazy”, accompagnato da un video girato nel deserto. «Negli ultimi anni ho trascorso del tempo nel deserto della California meridionale. La fredda natura selvaggia in cima a una montagna, le ampie vedute sotto le colline, i luoghi lontani per sfuggire alla routine della vita”. ‘Impazzire’ può essere molte cose diverse. La gioia di un abbandono sconsiderato, l’incertezza del futuro del mondo, il silenzio della solitudine».

“SPOGLIAMI”, BAUSTELLE

È il singolo con il quale la band di Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini dà il via ai festeggiamenti per i 25 anni di carriera. Che proseguiranno il 4 aprile con la pubblicazione dell’album El Galactico e l’1 e 2 giugno con El Galactico Festival che si terrà a Firenze sul palco dell’Anfiteatro Delle Cascine Ernesto de Pascale, lì dove tutto è cominciato.

Spogliami vuole essere un inno al cambiamento, alla trasformazione, alla diversità. Scritto da Francesco Bianconi, Diego Palazzo e Federico Nardelli e prodotto da quest’ultimo insieme a Francesco Bianconi, il brano è caratterizzato da un sound solare, elettrico e teso, ispirato alla California degli anni Sessanta ed esprime un desiderio di purificazione e rottura. «È una canzone che parla del desiderio di essere altro rispetto a ciò che si è o si è diventati», racconta Bianconi. «È questo un sentimento che ha sempre albergato in molti testi delle nostre canzoni, ed è il sentimento che in fin dei conti ha provocato la nostra nascita come band tanti anni fa: ci siamo formati perché volevamo essere diversi da tutto il resto, diversi dal mondo. Questo senso di disgusto, di volontà di spoliazione contenuto nelle parole della canzone lo provo io anche in questo momento, rinnovato e rinvigorito dal momento storico critico che stiamo attraversando. Volevo trasmettere un senso di purificazione dal contaminato, una voglia di rottura di catene e di liberazione dalle tossine: ogni ascoltatore sarà libero di cantare queste parole a modo suo e dare una forma e un volto alla propria personale oppressione».

Durante El Galactico Festival, i Baustelle si esibiranno insieme ad ospiti a sorpresa con una scaletta unica e irripetibile per ciascuna giornata. L’1 giugno saliranno sul palco del festival Emma Nolde, i Neoprimitivi, Matteo Bordone & Daniela Collu con un podcast live e infine Pierpaolo De Sanctis (Four Flies Records DJ Set). Il 2 giugno invece gli artisti presenti saranno Marta Del Grandi, i Delicatoni, Stefano Nazzi con una speciale puntata di Indagini e Bassolino per il Dj Set. 

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