– I segnali sonori più interessanti della settimana. A sorpresa il nuovo album del rapper di Nicosia “È finita la pace”. Dalle barricate non si sono invece mai allontanati Assalti Frontali. I fratelli Mattei, thasup e Mara, si ritrovano a “Casa Gospel”. Snoop Dogg e Dr. Dre tornano insieme a distanza di trent’anni
– La vicentina Lamante e la nissena Magma fra le voci femminili emergenti più interessanti in Italia. “Rome” è finalmente l’album “live” rock dei National tanto atteso dai fan. Dagli archivi escono le registrazioni casalinghe del compianto Jerry Garcia insieme con David Grisman
“POWER SLAP”, MARRACASH
Marracash pubblica a sorpresa il nuovo album È finita la pace. Il rapper di Nicosia torna sul mercato tre anni dopo l’ultimo album. Si chiude così il percorso in tre atti iniziato con Persona (otto dischi di platino, 2019), dove racconta la crisi e riflette sulla propria carriera, vita e identità, e proseguito con Noi, Loro, Gli Altri (sei dischi di platino, 2021) che ne rappresenta la naturale evoluzione, affronta il “contro” e pone i propri dubbi e interrogativi in una prospettiva anche sociale.
Con una penna visionaria e feroce Marracash scandaglia vuoti e ipocrisie, superficialità, social, società, omologazione, il sistema musicale, i cambiamenti tecnologici epocali, le relazioni e reazioni di una società (dello spettacolo) dove la folla anestetizzata assiste agli eventi in background. Il titolo evoca molteplici significati personali e universali, raccontati attraverso una scrittura densa di messaggi in contrasto con l’appiattimento dilagante. Le tredici tracce sono un luogo dove l’autenticità prevale. Un viaggio di cinquanta minuti sia nell’introspezione dell’artista che nell’invito rivolto a chi ascolta a essere se stessi.
È un disco senza featuring, dove i testi sono curati unicamente da Marracash, il suono dai due produttori Marz e Zef e le melodie dai tre insieme, con i sample di Ivan Graziani (Firenze, Canzone Triste), dei Pooh (Uomini Soli), di Bluem (Lunedì) e di Giacomo Puccini (Madama Butterfly). «Graziani è il fil rouge con il cantautorato», sottolinea. E come un cantautore di una volta si prende in carico l’analisi politica. Quella interna in Crash dove cita «un governo di fasci che dice frasi preistoriche»: «Essere se stessi vuol dire prendere posizione. Abbiamo questo governo, ma se ci fossero gli altri farei lo stesso. La politica è ridotta a woke contro alt-right: il calderone sta per esplodere». Quella estera nella title track in cui si chiede «chi finanzia il genocidio a Gaza?». «Genocidio è la parola appropriata. Poi possiamo discutere se si debba giustificare o meno quello che fa Israele».
Con il tour Marra Stadi25, Marracash si prepara a conquistare i palchi dei più prestigiosi stadi italiani, partendo da Bibione, passando per Napoli, Torino, Milano, Roma e Messina. Questo tour non è solo un evento musicale, ma una celebrazione della cultura hip hop italiana, attirando migliaia di fan e segnando un capitolo importante nella storia del rap nel nostro Paese.
“FOCUS SULLE RIME”, ASSALTI FRONTALI
Notte immensa è il decimo album degli Assalti Frontali, l’undicesimo se si considera Batti il tuo tempo con l’Onda Rossa Posse, il primo disco rap in italiano della storia: un lavoro necessario, conferma della loro continua rilevanza artistica e dell’impegno sociale. «Quest’anno è stato un anno duro… devi reagire… focus sulle rime», è il tema che lega tutte le canzoni, frutto anche dei laboratori che Militant A conduce da anni nelle scuole di ogni ordine e grado, occasioni preziose di confronto tra generazioni. Ci sono il quartiere, il barrio, i luoghi della socialità e della vita quotidiana, dove la musica diventa un ponte fantastico per unire, abbattere muri e contrastare il malessere che si diffonde come una malattia, ma anche il tema delle relazioni tossiche e del possesso, e la fuga di molti giovani da tutto quello che li circonda, come difesa da una società che sembra incomprensibile e lontana. Scritto e rappato da Militant A, affiancato dal fido Pol G, il disco vede la partecipazione di giovani talenti della grande famiglia Assalti Frontali, come Er Tempesta, Piaga, ed Ellie Cottino. A curare la produzione artistica, Luca D’Aversa, con la collaborazione di DSASTRO, figura leggendaria delle produzioni Old School italiane, con supervisione di Bonnot, storico produttore degli Assalti Frontali.
Gli Assalti Frontali, icone dell’hip hop Old School e pionieri di un rap politicizzato in Italia, hanno sempre fatto della musica un veicolo di protesta e consapevolezza. Con le loro liriche profonde e l’attivismo costante, hanno segnato la scena musicale nazionale, portando la loro voce anche oltre i confini italiani.
“LAST DANCE WITH MARY JANE”, SNOOP DOGG E DR. DRE
Snoop Dogg e Dr. Dre di nuovo insieme per il nuovo album del rapper, Missionary, a distanza di 30 anni dal loro primo album in collaborazione, Doggystyle (1993), che ha venduto oltre 11 milioni di copie nel mondo. I due stavolta vogliono superare le sonorità della West Coast che ne hanno determinato il successo fin dagli esordi e creare una nuova chimica con beat potenti, melodie soffici e svolte inaspettate e originali. Con Missionary i due artisti provano, dopo aver fatto la storia della musica hip-hop, di essere pronti anche a plasmare il futuro della musica urban.
Al primo ascolto, l’album suona come un altro classico nella carriera di Snoop e Dr. Dre. Dalla batteria martellante e marziale di Hard Knocks alla fluida destrezza verbale di Shangri-La, passando per pianoforti scintillanti e ganci R&B in Now or Never e Gorgeouscon Jhené Aiko. Outta Da Blue utilizza la batteria del classico Saturday Night di Scholly D con un’interpolazione della hit di MIA Paper Planes con Snoop e Dr. Dre che si scambiano rime e versi ricordando lo yin esuberante e lo yang minaccioso del primo brano pubblicato dal duo nel 1992, Deep Cover. In Thank You c’è un sample di Sly and the Family Stone, mentre Last Dance With Mary Jane presenta la voce e l’armonica del compianto Tom Petty nell’accorata ode di Snoop al fumare erba con Jelly Roll.
L’interazione tra Dre e Snoop non ha perso un colpo. «Questa è la migliore musica che abbia mai registrato», ha dichiarato Dre in una recente intervista. «Siamo migliori insieme… C’è amore e rispetto. Possiamo metterci lì e divertirci a essere creativi e a sperimentare».
«È come se fossi di nuovo uno studente», ha aggiunto Snoop all’Associated Press. «Ho la possibilità di tornare a scuola… e lasciare che lui mi porti in viaggio e mi faccia scoprire posti in cui non sono mai stato». Missionary è il nuovo capitolo nella carriera di Snoop: «Amiamo ancora fare ciò che facciamo. Sono al mio peak ora e Dr. Dre lo vede. Mi tira fuori il meglio perché è attento a tutto ciò che dico, come lo comunico, alla fottuta musica e al concept delle canzoni».
“POSTO MIO”, THASUP E MARA SATTEI
S’intitola Casa Gospel il joint album dei fratelli Mattei. Un disco nato in maniera totalmente spontanea, di matrice gospel, ma pieno di forti contaminazioni. Un progetto, che parte dall’esigenza di raccontarsi, in cui i due artisti hanno racchiuso all’interno tantissimi mondi, risalendo alle proprie origini, da quella musica tanto amata da tutta la famiglia e che Davide e Sara hanno ascoltato e cantato fin dalla tenera età.
Casa Gospel ripercorre i valori e la storia di thasup e Mara Sattei. E per rendere ancora di più omaggio ad un genere che per loro è stato fondamentale, hanno deciso di introdurre l’album rivisitando un grande classico della musica gospel.
“NON CHIAMARMI BELLA”, LAMANTE
L’avevamo scoperta ascoltando l’album Piccoli fragilissimi film – Reloaded di Paolo Benvegnù nella nuova versione di Catherine, esaltata, resa ancor più struggente e drammatica da Lamante, cantante vicentina dalla voce scura, secca, tagliente come le donne contadine della sua famiglia. Non è un caso che Lamante nell’album In memoria diripercorra le sue origini. Nei suoi testi e più in generale nella sua visione artistica c’è la volontà di rendere vivi gli eventi della sua memoria (e a volte anche di una memoria più collettiva): miti eroici, fotografie di un’eredità umana, testi visuali e descrittivi di un’atmosfera tribale matriarcale. Lamante, ovvero Giorgia Pietribiasi, cantautrice classe ‘99, nata e cresciuta nella città di Schio, porta con sé urgenza espressiva, rabbia, dolcezza, dolore, espiazione, attitudine rock e spirito folk. È una delle emergenti più interessanti in Italia.
“STO BENE A CASA”, MAGMA
Il concetto di casa raccontato in musica. Magma pubblica l’Ep Sto bene a casa che attraverso le sue stanze musicali celebra l’amore in tante forme, dall’amore per sé stessi e per le proprie radici a una relazione vissuta a distanza. Florinda Venturella, questo il suo nome all’anagrafe di Mussomeli, unisce sonorità acustiche, elettroniche e mediterranee con testi introspettivi in un viaggio domestico dove la casa diventa quel luogo in cui isolarsi dal mondo per ritrovare sé stessi, un rifugio dove poter avere l’impressione di prendersi tutto il proprio tempo, fingersi poeti, lontani dai ritmi frenetici di una realtà che corre senza aspettare. La casa conosce, accompagna, accoglie pensieri che rimbalzano tra i muri e aspetta con pazienza i cambiamenti. La casa è intimità, è fedeltà ai propri principi, è prendersi cura di sé stessi e dei propri sogni. Intorno a Magma pulsa un mondo creativo che plasma l’arte in tutte le sue forme.
“RUBY THROUGH THE LOOKING GLASS”, TORI AMOS
Tori Amos è nota da tempo per non suonare mai due volte lo stesso concerto. Come ha osservato il Guardian nel 2022, «è famosa per le sue scalette eclettiche, costellate da brani preferiti dai fan, B-sides e cover». Ora queste performance dal vivo uniche, che vedono anche la partecipazione del direttore musicale e bassista Jon Evans e del batterista e percussionista Ash Soan, sono immortalate nel nuovo album dal vivo Diving Deepregistrato durante il tour Ocean to Ocean che ha totalizzato 93 date in tutto il mondo tra il 2022 e il 2023.
Diving Deep Live raccoglie tutta la brillantezza di Tori Amos come musicista e interprete e contiene i grandi successi tratti da tutto il suo iconico catalogo tra cui Silent All These Years, apparsa nell’album di debutto del 1992 Little Earthquakes, oltre a God e Cornflake Girl contenuti nell’album Under the Pink del 1994. La versione in CD contiene 4 bonus tracks.
«Dopo aver già spostato l’intero tour due volte a causa della pandemia, alla fine sono riuscita a iniziare le prove con la band che per questo tour era composta dal mio amico Jon Evans e, per la prima volta, dal batterista e percussionista Ash Soan», racconta Tori Amos. «Quando siamo partiti l’Europa non si era ancora aperta del tutto così abbiamo suonato nel Regno Unito e ci siamo diretti negli Stati Uniti. Quando abbiamo finito, alla fine dell’estate del 2023, non potevamo credere a quanto velocemente fosse passato il tempo e a quanto ci fossimo divertiti. Suonare con questi due amici è stata una delle esperienze più belle che ho vissuto sul palco. Potersi sedere e fare una jam session con questi ragazzi è stato davvero speciale, e spero davvero che chiunque ascolti si perda in questo momento proprio come abbiamo fatto noi».
“MURDER ME RACHAEL”, THE NATIONAL
Ciò il “live” Rome The National abbandonano definitivamente l’immagine del perdente che li aveva accompagnati finora per ammettere quanto siano diventati davvero grandi. Registrato nella capitale italiana, alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone lo scorso giugno, è un vasto disco dal vivo di 21 tracce, con una scaletta per gli irriducibili in attesa dell’album rock con cui la band li ha stuzzicati per anni. Ballate per pianoforte come Pink Rabbits e Light Years sono messe da parte a favore delle prime tracce più pesanti tratte da Alligator e una da Sad Songs for Dirty Lovers del 2003. Anche le ballate («il nostro altro tipo di canzone», la definì una volta Matt Berninger) finiscono in fanfare trionfanti di tamburi. Rome è una presentazione accurata e coinvolgente, spesso lusinghiera, della band meno probabile che esca dall’indie degli anni 2000.
“FRIEND OF THE DEVIL”, JERRY GARCIA E DAVID GRISMAN
Il cameratismo musicale tra la “mente” dei Grateful Dead, il compianto Jerry Garcia scomparso nel 1995, e il maestro del mandolino David Grisman, oggi quasi ottantenne, ha portato non solo ad alcuni dei brani americani più duraturi dei Dead, ma anche a una ricchezza di bluegrass, folk, affini e progetti collaterali. Il gruppo dei primi anni Settanta di Garcia e Grisman Old & In the Way era un contrappunto tradizionale del bluegrass allo stile rock improvvisato dei Dead, e nei decenni successivi, gli amici registrarono più album duo di dolce folk acustico. Bare Bones è un’immersione profonda negli ampi archivi di registrazione di Grisman, raccogliendo le tracce di base di voce, chitarra e mandolino messe su nastro in sessioni rilassate nel suo studio di casa. Bare Bones è suddiviso in tre volumi; uno che raccoglie le riprese master grezze che sono state successivamente arricchite con ulteriori strumenti sovraincisi sugli album della coppia degli anni ’90 Garcia/Grisman, Not for Kids Only, Shady Grove e Been All Around This World; un altro si concentra su canzoni inedite e il terzo volume con riprese alternative. Durante la maggior parte di questa lunga raccolta c’è un forte senso di felicità rilassata, con la familiarità tra Garcia e Grisman che guida il procedimento. L’impostazione dello studio domestico aggiunge anche la sensazione di comfort in queste riprese. Una versione rallentata del classico dei Grateful Dead Friend of the Devil è sciolta e sinuosa, quasi come se i due amici stessero solo correndo attraverso la melodia per divertimento.