– I segnali sonori più interessanti della settimana. Ancora una volta sono le donne le protagoniste, sia sulla scena nazionale sia su quella internazionale. Fra i maschietti si mettono in luce i nuovi singoli di Brunori Sas, Sam Fender, Beirut, Martín Buscaglia
“MADRE”, ERICA MOU”
Esce venerdì 15 novembre Cerchi, il nuovo album di Erica Mou, il settimo della sua discografia. Composto da undici tracce, il disco descrive un cammino di crescita e scoperta, che inciampa nella circolarità del tempo. L’album si apre con Madre, ponte narrativo fra il suo recente libro Una cosa per la quale mi odierai, uscito lo scorso settembre per Fandango Libri, e questo nuovo lavoro.
«Ogni brano è un anello, una maglia di una collana», spiega l’artista. «Si torna da dove si è partiti ritrovandosi diversi, tenendosi stretta la voce che conserva le tracce del percorso fatto. Le sonorità seguono lo stesso indirizzo dei testi, registrate in una dimensione live, quasi come se si potesse fotografare il momento della nascita delle canzoni, trattenendone la verità».
“THE LOOP”, MISHA CHYLKOVA
Dancing the Same Dance è il titolo dell’album d’esordio della cantautrice psych/dream/indie folk- rock di origine ceca Misha Chylkova, londinese di formazione e milanese d’adozione. Anticipato nelle scorse settimane dai singoli Sparrows e The Loop, viene pubblicato in vinile, CD e digitale dall’etichetta britannica Gare Du Nord Records.
Dancing the Same Dance è una raccolta di canzoni profondamente personali che Misha Chylkova ha scritto nel corso degli ultimi anni e dove traspare, su diversi livelli, tutta la fascinazione che l’autrice nutre per il concetto di ripetizione. Realizzato principalmente a Londra con il supporto di musicisti straordinari quali Darren Hayman (Hefner) e Ian Button (Death in Vegas, Thrashing Doves) alla sezione ritmica, oltre che Jonathan Clayton (Hurtling, Jim Bob) al mixaggio, al mastering e alla coproduzione, il lavoro è guidato dalla passione per la melodia e per i ritmi pulsanti e circolari, con influenze che vanno dai Low, ad Angel Olsen, ai Black Heart Procession, fino ai Suicide.
“CLARISSA”, GABRIELLA LUCIA GRASSO
È il grido della cantautrice catanese contro la violenza sulle spose bambine ad annunciare l’uscita dell’atteso album Sognatrici (Musica Lavica Records), in distribuzione dal 22 novembre. Clarissa racconta la storia di una sposa bambina, costretta a un matrimonio combinato con un uomo molto più grande di lei, «‘n’omu vecchiu ca varva e lu cappeddu». Un tema doloroso e attuale, che trova eco nella recente proposta di legge in Iraq che abbasserebbe l’età del consenso sessuale da 18 a 9 anni.
«Lasciatele giocare, le bambine!», scrive Gabriella Lucia Grasso in una delle accorate note dedicate ai brani dell’album. «Non mandatele incontro a una vita sciagurata in mano a uomini senza scrupoli e senza morale, che comprano piccole inermi creature e ne fanno schiave prive di speranza. Impediamo che questo scempio continui a compiersi, ascoltate questo grido di dolore, e facciamo qualcosa affinché cessi».
Il brano è accompagnato da un video intenso e suggestivo, secondo capitolo di una trilogia che ha preso il via ad aprile con l’uscita A storia di Rosa, un tributo a Rosa Balistreri. Ambientato in uno scenografico palcoscenico d’epoca, il video di Clarissa è un viaggio visivo nel cuore di un dramma intimo e silenzioso. Il bianco e nero dominano l’inquadratura, mentre il rosso, dosato in piccoli dettagli, si fa portatore di una tragicità sommessa, evocando un dolore sotteso che lo spettatore può solo intuire, senza però che il dramma emerga apertamente. La bambola di pezza, compagna di gioco della piccola protagonista, diventa il simbolo di una sofferenza troppo grande da sopportare.
Sognatrici è un album che celebra la forza e la resilienza delle donne, raccontando storie di vita vissuta attraverso la lingua siciliana. Una raccolta di storie di donne che, cambiando coraggiosamente il proprio destino, hanno cambiato anche la storia di tutte le donne. Un progetto patrocinato da Amnesty International Italia nato dall’omonimo docu-show ideato e portato in scena insieme a Valeria Benatti scrittrice, giornalista e conduttrice radiofonica.
“COME LA VANONI”, NANCY FERRARO
Un brano ironico ma che tratta delle difficoltà che oggi si incontrano in Italia, “Come la Vanoni”è l’ultimo singolo della cantautrice palermitana Nancy Ferraro: «C’è tanta voglia di dire ciò che si vuole, senza troppi giri di parole, senza doversi preoccupare di quello che possano pensare, dire e soprattutto scrivere gli altri, proprio come ci insegna Ornella Vanoni», spiega l’autrice.
Dance ed elettronica per raccontare le problematiche attuali che interessano un po’ tutti: «Le difficoltà di trovare un impiego stabile nonostante i tanti laureati, il desiderio di cambiare le carte in tavola e le difficoltà nel farlo il continuare a combattere cause per mantenere la propria dignità, coerenza e personalità».
Al brano, che è accompagnato dal videoclip (Gioacchino Cottone, regia e montaggio e Alessandro Vancardo, riprese, regia, montaggio), hanno collaborato Gianni Varrica e Flavia Farruggia ed è stato prodotto Giovanni Migliore e Riccardo Piparo.
“FULMINI”, CARA
È il nuovo singolo della cantautrice Anna Cacopardo, in arte CARA, accompagnato da un video diretto di Luca Tartaglia, nato da un’idea di CARA, da un flusso di immagini interiori che evocano un rifugio abbandonato ma sicuro, che si rivela poi essere una casa simbolica, rappresentazione della mente dell’autrice. Un luogo abitato da sconfinata immaginazione, ma anche da scheletri e ombre scure che ostacolano il contatto con le cose belle della vita. La narrazione esplora il contrasto tra il desiderio di vivere il presente e la tendenza a rifugiarsi nella fantasia. Nel finale, le stelle sparse lungo il cammino simboleggiano un invito a raggiungere quella parte intima e fragile, con la speranza di ritrovare un equilibrio tra sogno e realtà.
Fulmini è un abbraccio solo tentato. È un grido d’aiuto che dura una frazione di secondo. Come il suono di un clacson, o il click di una fotografia. È un gesto sospeso a metà, la fatica di scendere da quel gradino che separa la fantasia dalla realtà. «Quando mi affaccio alla finestra, il mondo fuori può mutare seguendo le linee guida dell’immaginazione, quel balcone coi fiori, che prima non c’era, adesso sostituisce una serranda sempre chiusa», commenta l’artista di Crema. «Fulmini è sedermi a gambe incrociate su quel balcone immaginato, come se fosse sempre stato lì, è abitare un mondo sospeso, che spesso mi tiene distante dalle altre cose della vita, da quelle facili. Da te e da quel viaggio in macchina che non abbiamo mai vissuto».
“SOUL WHISPERER”. LINA GERVASI
L’album Beyond the mirror della “maghetta” del theremin Lina Gervasi è un viaggio in un mondo sorprendente, pieno di sorprese, di colpi di scena, di cambi di modulo. Incuriosisce, strega, affascina, avvolge. Incute paura e trasmette serenità. È freddo e grigio e, nello stesso tempo, pieno di calore e di colori. È elettronico e acustico. Conduce in dimensioni fantastiche e lontane ed è fortemente legato al territorio, alle origini, ad antichi valori, come la voce di nonna Lina che sigilla l’album in questo brano diventato adesso anche un video. Ospiti d’onore nonna Lina, interpretata da Gina Adorno, e Duke, l’amico a quattro zampe.
“BOUQUET”, GWEN STEFANI
Gwen Stefani è tornata! La popstar ha pubblicato il nuovo album in studio intitolato Bouquet. Si tratta del primo disco pubblicato da Gwen in oltre sette anni. «Bouquetrappresenta tutto ciò che sono stata e ciò che sono diventata», spiega Gwen. «Ogni canzone è stata selezionata come fosse un fiore a comporre un bouquet del passato e del presente, e per creare il seme della speranza verso il futuro».
Il disco è stato registrato «alla vecchia maniera» con una full band agli Smoakstack Studios e con il produttore pluripremiato Scott Hendricks. In una recente intervista, Gwen ha dichiarato che la nuova musica s’ispira a gemme radiofoniche dal sapore pop-rock degli anni Settanta: «Riflette il tipo di musica che ascoltavo nella mia Station Wagon mentre guidavo per andare in chiesa. “Yacht rock”, anche se all’epoca non si chiamava così. È il tipo di musica che ascolto anche ora».
“IL MORSO DI TYSON”, BRUNORI SAS
Alla vigilia del ritorno sul ring della leggenda della boxe Mike Tyson, Brunori Sas affronta un nuovo personale match con la musica, pubblicando il suo nuovo singolo, scritto e composto insieme a Riccardo Sinigallia e Dimartino. A proseguire il sodalizio brunoriano con Sinigallia, già produttore della recente La ghigliottina, oltre che di questo nuovo singolo, Il Morso di Tyson fotografa la dolceamara malinconia di un amore al tappeto, ma mai del tutto sopito. Sullo sfondo di una Roma notturna e piovosa, il bacio tra due ragazze riaccende il desiderio impulsivo di tornare indietro e riassaporare quel legame, come un richiamo nostalgico a un passato in cui tutto sembrava possibile (mi sembra di vedere noi / mi sembra ancora ieri).
Il morso più famoso nella storia dello sport, quello che nel ‘97 Tyson ha sferrato sul ring a Holyfield alla MGM Gran Arena, è qui metafora dell’impulso di voler riavvolgere il tempo anche a costo di farsi male: un ultimo, disperato tentativo prima che il rapporto appassisca del tutto, addolcito dalla consapevolezza che nulla potrà mai cambiare ciò che è stato (Meno male / Che indietro non si può tornare / Anche se sarebbe splendido / Tornare a farsi male così / In un ultimo gesto disperato).
Sostenuto da una melodia rotonda che conserva la sua intimità, il brano esalta la bellezza dei ricordi e la saggezza di saper lasciare andare. Il brano è accompagnato da un video girato alla stazione di Busto Arsizio tra i binari avvolti nella nebbia: le vite delle due ragazze al centro del brano incroceranno quella di Brunori cristallizzando il tempo in un istante magico e irripetibile.
“PEOPLE WATCHING”, SAM FENDER
Sam Fender annuncia i dettagli del suo attesissimo terzo album in studio, People Watching, in uscita il 21 febbraio 2025. Sam ha prodotto il disco insieme ai compagni di band Dean Thompson e Joe Atkinson nell’arco di due anni, lavorando prima a Londra nel 2023 con il produttore Markus Dravs e poi all’inizio di quest’anno a Los Angeles con Adam Granduciel dei The War on Drugs, un musicista per il quale Sam nutre da tempo una forte ammirazione. Ad annunciare l’album è il singolo omonimo.
Se Seventeen Going Under è stato il disco «di formazione» di Sam, People Watching è il suo prossimo passo in avanti: storie colorate di personaggi di tutti i giorni che vivono le loro vite quotidiane, ma spesso straordinarie. La fotografia di copertina dell’album è stata scattata dalla famosa fotografa di documentari sociali Tish Murtha, che è cresciuta a South Shields e ha documentato le comunità emarginate e la vita della classe operaia a Newcastle upon Tyne. Le osservazioni di Sam Fender sulla vita così come la vive lo hanno già portato a diventare headliner dei festival estivi (Reading & Leeds, Boardmasters), a fare il tutto esaurito negli stadi e a diventare un nome noto. Con il tutto esaurito del suo tour nelle arene del Regno Unito il mese prossimo (oltre 140.000 biglietti venduti), Sam compie un altro poderoso balzo in avanti verso il futuro.
“CASPIAN TIGER”, BEIRUT
Beirut ha condiviso una nuova canzone originariamente scritta per gli artisti circensi svedesi Kompani Giraff. La canzone apparirà in un prossimo album dei Beirut, dopo Hadsel dell’anno scorso. «Quando sono stato contattato per la prima volta per scrivere una colonna sonora per un circo, una certa quantità di trauma dell’era di Elephant Guninizialmente mi è precipitata addosso», dice Zach Condon. «Ero stato indicato per anni come uno stravagante trovatello da circo. Non avrebbe potuto essere più lontano da come immaginavo la musica che stavo facendo. Avevo tranquillamente evitato l’argomento per anni. Ironico, allora, che abbia trovato il progetto di Kompani Giraff così allettante, e scrivere qualcosa per gli acrobati per esibirsi così piacevole. Caspian Tiger è stata una delle prime canzoni che ho scritto per il nuovo album, con immagini in mente dei poveri animali in gabbia o che combattono nei Colossei romani. Erano stati presi dalle steppe asiatiche intorno al Mar Caspio e dall’estremo oriente come Tashkent, un’area dalla quale sono stato affascinato per anni. L’influenza sonora proveniva in gran parte dalla musica del coro di cui ero ossessionato all’epoca».
“HABLANDO DE ROMA”, MARTÍN BUSCAGLIA & JULIETA RADA
Alcune cose accadono solo perché dovevano accadere. Senza pianificare, quasi senza volerlo, qualcosa prende forma e improvvisamente sembra che sia sempre stato lì. Qualcosa del genere è questa canzone. Alcuni amici si riuniscono per vedersi e prendere un tè. Un’idea prende forma, si gioca con le parole, si domano le melodie e la cosa successiva è una canzone sull’amore. Ma non è l’amore romantico, è come un’esplosione di euforia, un fulmine che ti attraversa, ti scuote, e tutto si adatta per un istante perfetto. Non ci sono promesse, non ci sono finali, solo quel lampo di pura gioia che ti lascia vibrare. L’amore come un pomeriggio di sole dopo giorni senza vedere il cielo. E tutto questo cammina al ritmo di samba soul con efluvi di candombe.
I protagonisti di questa storia sono Martín Buscaglia e Julieta Rada, due dei musicisti più talentuosi in Uruguay: aggiungono un talento immenso, quindi non è una sorpresa che una canzone del genere emerga quando si riuniscono.