– I segnali sonori più interessanti della settimana. E ancora: La Rappresentante di lista, Davide Shorty, Chiwi. E Rahim C Redcar, nuovo alter ego di Christine and The Queens
“Alone”, The Cure
Il nuovo attesissimo album dei Cure, intitolato Songs of a lost world uscirà il primo novembre in tutto il mondo. Si tratta del quattordicesimo album in studio del gruppo e il primo da sedici anni a questa parte. Alcuni brani tratti dal disco sono stati cantati live per la prima volta durante il loro tour, Shows of a Lost World, comprensivo di 90 date in 33 Paesi e che ha totalizzato oltre 1 milione e 300 mila spettatori. Il primo singolo è Alone, che è stato il brano di apertura in ciascuno show. Il resto della tracklist sarà svelato nelle prossime settimane sui profili social e sul sito ufficiale della band.
Alone comincia con una lunga introduzione strumentale prima che la voce di Robert Smith (in alto, nella foto di Sam Rockman) prenda il timone della melodia: “This is the end of every song that we sing / The fire burned out to ash and / The stars grown dim with tears / Cold and afraid / The ghosts of all that we’ve been / We toast, with bitter dregs, to our emptiness”. L’atmosfera è quella classica dei Cure, malinconica, sognante, maestosa. La sua struttura porta alla mente Plainsong, l’apertura del punto più alto della carriera del 1989 Disintegration. Un brano di quasi sette minuti che fa da apertura anche a tutto il nuovo album.
Sul primo singolo il frontman Robert Smith ha dichiarato:
È il brano che ha sbloccato il disco; non appena abbiamo registrato quel pezzo ho capito che doveva essere la canzone d’apertura e ho sentito che l’intero disco veniva messo a fuoco. Per un po’ di tempo ho cercato di trovare la giusta frase d’apertura per la giusta canzone che facesse da apripista al progetto, lavorando sul concetto di ‘essere soli’, sempre con la sensazione assillante di sapere già quale dovesse essere la frase d’apertura… appena abbiamo finito di registrare mi sono ricordato della poesia Dregs del poeta inglese Ernest Dowson… e quello è stato il momento in cui ho capito che la canzone – e l’album – erano diventati qualcosa di concreto
Formatisi nel 1978, i Cure hanno venduto oltre 30 milioni di dischi in tutto il mondo, sono stati headliner del Glastonbury Festival per quattro volte e sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2019. I Cure sono considerati fra le band inglesi più influenti di sempre.
Songs of a lost world è stato scritto e arrangiato da Robert Smith, prodotto e mixato da Robert Smith & Paul Corkett e cantato dai The Cure – Robert Smith: Voce / chitarra/ basso / tastiere, Simon Gallup: basso, Jason Cooper: batteria / percussioni, Roger O’Donnell: tastiera, Reeves Gabrels: chitarra. L’album è stato registrato ai Rockfield Studios a Wales. Robert Smith ha creato il concept e Andy Vella, fedele collaboratore dei Cure, si è occupato del design e della parte visiva. La cover ritrae una scultura del 1975 di Janes Pirnat, “Bagatelle”.
“Picture of You (X+W)”, U2
Gli U2 hanno pubblicato due pezzi inediti, ma non esattamente nuovi. Si tratta di Picture of You (X+W) e Country Mile. Sono stati registrati durante le session dell’album How to Dismantle an Atomic Bomb, del quale si festeggia il ventennale con una riedizione. Il disco del 2004 uscirà il 22 novembre in versione rimasterizzata e ampliata. Conterrà quello che la band di Dublino chiama «shadow album». S’intitola How to Re-Assemble an Atomic Bombe contiene dieci pezzi, tra cui i due citati, tratti da quelle session, oltre a remix e performance live.
«Le session per How to Dismantle an Atomic Bomb sono state un periodo molto creativo per la band, stavamo esplorando tante idee di canzoni in studio», dice The Edge in un comunicato stampa. «Siamo stati ispirati a rivisitare le nostre prime influenze musicali, ed è stato un momento di profonda introspezione personale per Bono che stava tentando di elaborare – dismantle – la morte del padre».
Per la riedizione The Edge è andato a pescare «nel mio archivio personale per scovare gemme inedite, e ho fatto centro. Ne abbiamo scelte dieci. All’epoca erano state lasciate da parte, ma con il senno di poi riconosciamo che i nostri istinti iniziali sul fatto che potessero essere parte dell’album erano giusti, eravamo sulla strada giusta».
“Deep Holes”, Rahim C Redcar
Nel novembre 2022, Héloïse Adélaïde Letissier, piuù nota con il nome d’arte di Christine and The Queens, si presentò con un altro suo alter ego – Rahim C Redcar – per l’ambizioso album Redcar les adorables étoiles. Sembrava una parentesi, perché l’anno dopo avrebbe pubblicato lo stupendo Paranoia, Angels, True Love con il suo vecchio pseudonimo. Invece, questa geniale e prolifica artista francese che spazia fra teatro, musica e visual art torna a indossare le vesti di Rahim C Redcar per fare uscire il secondo capitolo di «un grande gesto narrativo che riposiziona la sua arte nella ricerca spirituale e metafisica dalle virtù catartiche», annuncia. S’intitola Hopecore ed è un disco molto elettronico e poetico.
La musicista che ha collaborato con Indochine, Charli XCX, Caroline Polachek e 070 Shake, e che è stata una delle star delle cerimonie delle Olimpiadi di Parigi 2024, a proposito di questo nuovo capitolo ha spiegato: «Hopecore è stato creato con lacrime, sangue e soprattutto una fede incrollabile nell’espressione cruda e pura dell’anima. La musica ha preso qui tutta la sua ampiezza profetica, è diventata più selvaggia e ha richiesto una ricerca assoluta in cui nessun altro è venuto ad alterare le intenzioni. Un appello della carne, una preghiera per la giustizia e la libertà».
“Amor che muovi il cielo”, Zucchero
Il nuovo singolo di Zucchero “Sugar” Fornaciari anticipa il nuovo album Discover II, in uscita l’8 novembre in fisico. Nel video il protagonista, un «moderno San Francesco» con felpa, tatuaggi e anelli, comunica attraverso il linguaggio dei segni. All’inizio, cerca di trasmettere ad alcuni ragazzi emarginati un messaggio di vita semplice e armoniosa, ma nessuno lo ascolta. Disilluso, sale in sella alla sua moto e parte per un viaggio alla ricerca di libertà e pace, tra paesaggi selvaggi e cieli infiniti. Il sole, simbolo di gioia, speranza e amore, lo guida nel suo percorso, illuminando ogni tappa del cammino. Quando ritorna dai ragazzi che aveva lasciato, carico di energia vitale, finalmente riesce a farsi capire e ascoltare.
Cover del brano My Own Soul’s Warning dei The Killers impreziosita con un adattamento del testo in italiano a firma di Zucchero, il singolo Amor Che Muovi Il Sole parla dell’amore in una forma universale, descrivendolo come una forza cosmica capace di muovere il sole, le stelle e il mare. L’amore in questa nuova versione viene inteso da Zucchero come energia vitale, che dà significato e ordine al mondo. «Non posso più sopportare un mondo senza l’amore che tutto muove», commenta Zucchero. «Questo è il senso di Amor che muovi il sole che non è una traduzione letterale del brano dei Killers, ma è un adattamento fatto da me per far suonare la canzone in italiano alla Zucchero. In-gioia (enjoy)».
“Silverlines”, Damiano David
«I feel sorrow no more / the calm after the storm» ovvero «Non sento più dolore / è la calma dopo la tempesta»: comincia così Silverlines, il singolo che segna l’esordio da solista di Damiano dei Måneskin. Anzi, Damiano David, come chiede di essere chiamato ora lui. Il rocker che fino a pochi mesi fa si esibiva sui palchi dei festival rock con la band lascia ora il posto a un cantante classico ed elegante: in più passaggi la voce del venticinquenne cantante romano è irriconoscibile, sembra da crooner, o, quantomeno, da balladeur rock ancient regime.
Silverlines è un brano con un impianto stilistico e musicale dalla forte impronta cinematografica. L’estensione e la potenza vocale di Damiano, che qui vengono mostrate sotto una nuova luce, si uniscono a un testo intimo e poetico che si sviluppa per immagini e sensazioni. Questa anima cinematografica la si ritrova anche nel video, diretto dal duo Nono + Rodrigo, la cui narrazione visiva audace e dinamica rispecchia perfettamente il procedere del brano, mentre lo spettatore segue Damiano muoversi attraverso immagini oniriche, primi piani ravvicinati e paesaggi pittoreschi.
Silverlines, prodotta da Labrinth, musicista britannico già al fianco di Beyoncé e Sia, non è una canzone rock nei suoni, ma lo è nell’attitudine: dura 3 minuti e 40 secondi, quasi il doppio della durata media delle canzoni nell’era di TikTok. Il testo è un inno alla rinascita: «Look at those light rays / no dark days anymore», «Guarda quei raggi di luce / niente più giorni bui», canta.
“La città addosso”, La Rappresentante di Lista
La Rappresentante Di Lista, che prosegue il percorso di avvicinamento verso il nuovo progetto discografico, inaugurato con l’uscita di Paradiso la scorsa primavera. La Città Addosso è un brano che si inserisce nel lungo viaggio sonoro, iniziato tredici anni fa, de La Rappresentante Di Lista: un viaggio senza soluzione di continuità, con un sound ben riconoscibile ma sempre alla ricerca di nuove evoluzioni e di approfondimenti poetici e tematici.
Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina continuano ad esplorare l’emotività umana, raccontando un’intimità che esplode poi nel ritornello, con il dolore e la nostalgia che si ripercuotono nel disagio sociale e culturale della città. «La Città Addosso è un videogioco dentro il quale la protagonista è imprigionata. La città, così come certi schemi sociali, così come certi nostri pensieri, può essere una gabbia, può costringerti nelle stesse dinamiche, reiterare gli stessi modelli, metterti di fronte quotidianamente agli stessi mostri», spiegano. «È quando ci si sente già sconfitte, pur lottando, che ci ritroviamo mute, con i desideri fatti a pezzi, non ascoltate, incomprese. E la città non riflette altro che questa sconfitta. Questa canzone è uno spunto, è un pretesto per raccontare anche altre situazioni in cui ci siamo sentite inglobate, divorate. Un momento prima felici, un momento dopo imprigionate con la libertà negata, la nostra scelta pilotata, la nostra pace bombardata».
“Nuova forma”, Davide Shorty
«Questa è la mia nuova forma, la mia verità. Uso la musica come fosse un diario, una lente d’ingrandimento dentro di me». Con queste parole il soulsinger palermitano Davide Shorty introduce il nuovo singolo, secondo tassello di un imminente lavoro discografico, che l’artista palermitano sta ultimando tra Londra e Budapest.
È una canzone meditativa in cui l’artista si confessa e riflette sulla condizione umana, ispirato dagli ultimi due anni in cui un incendio in un negozio sotto casa lo ha forzato a lasciare Londra, ritrovandosi così senza radici, in totale confusione.
«Siamo esseri spirituali, con un intelletto ed un corpo fisico, ma il sistema in cui viviamo è tossico, e la nostra anima ne risente», racconta. «Troppo spesso ci concentriamo solo sul passato o sul futuro, dimenticando di viverci il presente. Tendiamo sempre a paragonarci agli altri o a cercare risposte fuori, quando in realtà sono tutte dentro di noi».
“Brucia (non fa male)”, Chiwi
È il nuovo singolo di Gabriele Cariola, in arte Chiwi, cantautore di Fiumefreddo di Sicilia. È un brano che riflette sul fatto che troppe volte ci si scontra, manca il dialogo, ma, nonostante ciò, si cerca di resistere perché qualcosa ci fa stare più bene del male che proviamo.
«Il pezzo si lega ad un progetto che è nato da poco ma che ha radici molto profonde», spiega l’autore. «Un progetto musicale che parla del modo in cui ho vissuto e superato una conoscenza, un amore, un’amicizia, perché tutte hanno lasciato un pezzo di qualcosa, anche se sono andate via, rendendomene conto anche in fase di scrittura. In questo pezzo parlo quasi di un amore che confonde, che fa bene ma anche male ma che ci fa comunque restare lì, perché credo che a volte il dolore possa anche non fare così».
Attraverso testi evocativi e arrangiamenti raffinati, il ragazzo siciliano esplora le sfumature più profonde dell’esistenza, dando vita a un sound inconfondibile che spazia dall’electropop al powerpop, fino al dancepop.