Playlist

Playlist #124. Un Antidote ai mali del mondo

– I segnali sonori più interessanti della settimana. Esce l’album che mette insieme l’iraniano Bijan Chemirani, l’albanese Redi Hasa ed il libanese Rami Khalifé. I Wednesday raccontano la loro separazione in “Bleeds”, disco sanguigno e sanguinario. Lola Young sulle orme di Remi Wolf.  I Biffy Clyro riscoprono le origini. Il giovane quartetto jazz Always Know rilegge Monk
– Miley Cyrus pubblica in versione deluxe “Something Beautiful” con l’aggiunta di due brani: uno con David Byrne, l’altro con Lindsey Buckingham. Dopo oltre 12 anni gli Aerosmith registrano in compagnia di Yungblud. Il ritorno di Lewis Capaldi. Il blues viscerale della band marchigiana dei Rootworkers. Il palermitano Sabù Alaimo dedica una canzone al compianto Totò Schillaci

“L’ANTIDOTE”, L’ANTIDOTE

Può la bellezza salvare il mondo? Una sfida impervia, alla quale hanno lavorato tre virtuosi della musica internazionale, riunendosi per cercare di elaborare un antidoto. La risposta è racchiusa in un repertorio strumentale di rara finezza, in grado di contrapporre il potere curativo della musica ai veleni del nostro tempo. 

Maestro dello zarb iraniano e delle percussioni persiane, Bijan Chemirani fonde un’inedita scienza del ritmo, influenzata da metriche jazz e suoni del Mediterraneo, a quella del violoncellista albanese Redi Hasa – noto per il suo lavoro di rilancio della musica tradizionale del Sud Italia, ma anche per la sua collaborazione con Maria Mazzotta, Ludovico Einaudi e Robert Plant – e al libanese Rami Khalifé, che sfuma magistralmente i confini tra classica ed elettronica sui tasti del suo pianoforte. Le strade di questi musicisti si erano già incrociate in passato, ma è stato solamente poco prima dello sfociare della pandemia, quando il tempo sembrava essersi fermato, in uno studio in Puglia vicino a Lecce, che le loro visioni hanno trovato un punto di incontro. Immersi in questo magnifico luogo inondato di luce, i tre musicisti si sono ritrovati nell’autunno del 2024 per registrare il loro progetto d’esordio L’Antidote.

Un viaggio sensoriale che assapora il fascino impervio di città e paesaggi remoti, restituendo immagini, sapori e colori differenti nell’immaginario dell’ascoltatore. Nove tracce collegate da un fil rouge emozionale che sfocia in un’analisi meditativa che rispecchia l’animo di ognuno dei musicisti. Un conglomerato di sonorità ricercate, a tratti estatiche, per certi versi ipnotiche e leggermente cupe vengono esplorate sapientemente attraverso gli strumenti del trio.  

“BLEEDS”, WEDNESDAY

È il sesto disco dei Wednesday, il primo dopo la separazione artistica e sentimentale fra il chitarrista MJ Lenderman e la cantante Karly Hartzman dopo aver vissuto per sei anni come una coppia, intrecciando la loro storia personale a quella del gruppo. Alcune delle canzoni di Bleeds riflettono in qualche misura questa separazione. Nonostante tutto, sono rimasti amici e il loro sodalizio artistico è più vivo che mai ed è molto forte il contributo del chitarrista: le sue storie sono sporche come sempre – piena di risse da bar, omicidi-suicidi, dipendenze da Afrin e serial killer – ma un filo rosso si snoda tra queste canzoni, piccoli tagli che si uniscono per formare un’unica ferita aperta. Si possono sentire tutti litigi tra amanti in un assolo al culmine di Bitter Everyday. Quando Hartzman si rivolge direttamente a Lenderman, come in Elderberry Wine, è devastante: “Ho detto che voglio avere il tuo bambino / Perché ho le lentiggini e tu sei abbronzato”. 

Bleeds racconta una relazione che ha compresso lavoro e vita privata in spazi ristretti, distruggendo l’intero edificio. Carolina Murder Suicide è la manifestazione di tutte le promesse di “countrygaze”, un mucchio di legna secca che si trasforma in un inferno ruggente. Il caso reale degli omicidi di Murdaugh in South Carolina offre a Hartzman una distanza di sicurezza da cui contemplare – forse persino fantasticare – la possibilità di un’autoimmolazione reciproca. In Twin Plagues del 2021, aveva citato James Baldwin, chiedendo: “Come puoi vivere se non puoi amare? Come puoi se lo fai?”. Chosen to Deserve risponde parzialmente alla domanda. Dolorosa, sottile come un velo, The Way Love Goes fa i conti con l’altra metà. “Mi hai vista arrabbiata, so che non è stato facile”, intona Hartzman. “E so che non potrà esserlo sempre”. Espira, scrolla le spalle. Sopravviverà.

“FUTIQUE”, BIFFY CLYRO

Negli ultimi mesi i Biffy Clyro hanno regalato ai fan tutti quei momenti eccezionali che catturano l’attenzione come ci si aspetta da una delle più grandi rock band degli ultimi decenni. Dalla performance travolgente al Glastonbury, al Big Weekend di Radio1 fino allo show da headliner al TRNSMT, il trio ha dato il via ad una nuova era. Il tutto culmina oggi con l’uscita del loro nuovo album dal titolo Futique.

Futique è una parola che descrive quei momenti belli, tristi e fugaci che acquisiscono significato solo con il senno di poi. È un concetto che si sposa bene con l’idea di ritornare alle proprie radici per rivalutare il futuro, ed è qualcosa che il trio ha canalizzato per tutto l’album.

L’atmosfera del disco è come se fossero tornati ai loro primi giorni da adolescenti amanti del grunge con grandi sogni, applicando però quella stessa energia allo spirito di realizzazione e audacia che ha caratterizzato il loro repertorio da Only Revolutions a A Celebration of Endings. Quello che ne emerge è un disco in cui i punti di forza dei Biffy Clyro risaltano più che mai: cori imponenti, vulnerabilità intensa, dinamiche esplosive e un amore per inaspettate deviazioni sonore.

«Volevo che ogni canzone raggiungesse melodicamente la cima della montagna, è un disco davvero melodico», dice Simon Neil. «Volevo anche cantare con il cuore. Quando riascolto le nostre canzoni, voglio sentire di essere stato brutalmente onesto con me stesso, perché altrimenti qual è il senso? Voglio essere sicuro di creare qualcosa di bello, che possa ascoltare tra dieci anni e sentire che in quel momento ho dato tutto quello che potevo dare».

“MONK’S DRUMS”, ALWAYS KNOW

Pubblicato dall’etichetta indipendente Wow Records, Monk’s Drums è la nuova realizzazione discografica di Always Know, brillante quartetto formato da giovani talenti del jazz come Giacomo Petrocchi (sax), Fabrizio Leoni (pianoforte), Matteo Rossi (contrabbasso) e Luca Guarino (batteria). Nel lavoro sono presenti nove capolavori di Monk, rigorosamente (ri)letti in modo personale attraverso gli arrangiamenti di Petrocchi e Guarino (ideatore del progetto). A impreziosire questa formazione, tre ospiti di grande valore: i giovani in rampa di lancio Cesare Mecca (tromba e cornetta), Gianluca Palazzo (chitarra) e Emanuele Cisi (sassofoni).

 Monk’s Drums è tutt’altro che un pedissequo tributo al leggendario pianista e compositore statunitense, bensì una profonda rielaborazione improntata principalmente sull’aspetto ritmico e su un sound moderno, dove la figura artistica di Monk è rappresentata dagli arrangiamenti arditi attraverso cui emergono l’identità comunicativa, la personalità musicale e la spregiudicatezza stilistica di questo gruppo, in particolare degli arrangiatori Giacomo Petrocchi e Luca Guarino. «Ho concepito questo progetto tre anni e mezzo fa mentre studiavo un pezzo di Thelonious Monk dal titolo Evidence», racconta Guarino. «Nella mia testa c’era l’idea di sfruttare lo spazio ritmico tipico delle sue composizioni per manipolarlo e dargli un’impronta personale».

“SECRETS”, MILEY CYRUS ft. LINDSEY BUCKINGHAM

Miley Cyrus ha pubblicato la versione deluxe del suo nuovo album Something Beautiful. L’edizione ampliata include due nuove canzoni: la collaborazione di 13 minuti con David Byrne Lockdown e Secrets, che presenta Lindsey Buckingham e Mick Fleetwood di Fleetwood Mac. Cyrus, Jacob Bixenman e Brendan Walter hanno diretto il video di Secrets, che è stato girato al Million Dollar Theatre di Los Angeles. Guarda il video e ascolta entrambe le canzoni qui sotto.

“MY ONLY ANGEL”, AEROSMITH E YUNGBLUD

È il singolo che annuncia l’arrivo di One More Time, in uscita il 21 novembre via Capitol Records in tutto il mondo. One More Time segna il ritorno degli Aerosmith con un disco in oltre 12 anni. Prodotto da Matt Schwartz, contiene 4 brani inediti co-scritti dagli Aerosmith e Yungblud (con entrambi i frontmant che cantano all’interno dei brani) e un nuovo mix realizzato quest’anno del classico Back In The Saddle.

«La decisione di incontrare Yungblud e realizzare musica con lui… è stato come collegarsi alla corrente elettrica!», afferma Steven Tyler. «Per Joe e me è stata un’altra collisione cosmica… ritrovarci in studio con questo animale selvaggio dal talento incredibile e dalla personalità positiva chiamato Dom. Ecco questo ragazzo che vive la sua vita a tutto volume… cresciuto con i nostri dischi e la British invasion… e ora siamo in studio insieme a creare qualcosa che unisce le generazioni. Ha divorato tutti i grandi che ammirava… e poi ha iniziato a sognare. È stato semplice».

«Quando abbiamo cantato e suonato insieme per la prima volta, c’è stata immediatamente una vibrazione in tutto lo studio… mi ha ricordato le ruote dell’auto che vibravano sul mio sedile mentre io e i ragazzi guidavamo verso Boston per la prima volta 50 anni fa«, continua Tyler. «Aveva quella stessa profonda necessità e urgenza di fare qualcosa. Qualcosa di fresco e nuovo… e farlo durare per sempre. Questo è il rock n roll, baby! Yungblud vuole aprire questo nuovo capitolo nella storia del rock e ci ha chiesto di farne parte. Ci siamo trovati così bene… l’atmosfera nella stanza era epica fin dall’inizio… ci siamo divertiti un mondo… e siamo stati davvero onorati di scrivere con lui! Il rock and roll diventa senza tempo quando ci metti il cuore e l’anima… è allora che avviene la magia».

«Un anno fa ho ricevuto una telefonata in cui mi veniva comunicato che Yungblud desiderava venire a Sarasota per lavorare con me e scrivere alcune canzoni», aggiunge Joe Perry ha dichiarato. «Avevo ascoltato il suo singolo e ho pensato: “Certo che sì, questo ragazzo ha talento”. Dopo quattro giorni in studio abbiamo fatto conoscenza con lui e il suo team. Ho chiamato Steven e gli ho detto: ‘Devi ascoltare questo ragazzo, Yungblud, è davvero forte’. A maggio eravamo già in studio con Steven a registrare nuova musica. Il risultato finale è stata una collaborazione straordinaria tra gli Aerosmith e Yungblud. Lasciamo che sia la musica a parlare».

«Gli Aerosmith sono stati un punto di riferimento per me nel rock and roll e nello spettacolo, quindi sono stato pronto per tutta la mia vita», commenta Jungblud. «Non appena siamo entrati in studio, la chimica è esplosa e le canzoni sono semplicemente sgorgate fuori da noi. È il tipo di collaborazione che il giovane me non avrebbe mai nemmeno osato sognare; quindi, stare qui con in mano un vinile con scritto Aerosmith e YUNGBLUD è sconvolgente. Steven e Joe sono al massimo della loro carriera e lavorare con loro è un fottuto onore. Sto registrando dischi con i miei eroi, i concerti sono pazzeschi ogni sera e il rock ‘n’ roll sta tornando alla ribalta, che piaccia o no. Mi sto godendo ogni secondo di questi momenti».

“SOMETHING IN THE HEAVENS”, LEWIS CAPALDI

Dopo settimane di anticipazioni e un ritorno trionfale con un tour dopo due anni di assenza, la superstar mondiale Lewis Capaldi svela ora il suo nuovo singolo Something In The Heavens, un inno emozionante che arriva dritto al cuore. Scritta insieme ai cantautori Connor & Riley McDonough, la canzone descrive la perdita in tutte le sue forme, ma anche i barlumi di speranza che rimangono, ed è l’ennesimo esempio mozzafiato dello straordinario dono di Lewis di arrivare dritto all’anima degli ascoltatori. “Ti amerò fino al mio ultimo respiro, te ne sei andata ma qualcosa in Cielo mi dice che saremo di nuovo insieme”, canta Capaldi, mentre ancora una volta riesce a scovare senza sforzo le emozioni più profonde di ogni ascoltatore, catturandolo e non lasciandolo andare via.

Il nuovo singolo arriva accompagnato da un’emozionante performance live registrata agli Abbey Road. Un teaser del brano è stato pubblicato proprio prima dell’attuale tour di 17 date nel Regno Unito di Lewis, che ha registrato il tutto esaurito e mandato i fan in delirio. Da quando ha debuttato dal vivo, la canzone è stata accolta con entusiasmo dal pubblico di Sheffield, Aberdeen, Glasgow e Londra, che già ne cantava il testo, a testimonianza del forte legame che Lewis ha saputo creare con i suoi fan. La risposta al tour è stata elettrizzante, con i critici unanimi nelle tessere le lodi, assegnando recensioni a quattro e cinque stelle su tutta la linea. Il tour farà tappa stasera con l’ultimo dei tre concerti sold-out all’O2 di Londra. Lo show sarà trasmesso in streaming su TikTok LIVE.

“DEVIL ON MY BED”, THE ROOTWORKERS

Primo album dei The Rootworkers in arrivo in ottobre. Con Devil on My Bed, la band marchigiana mette subito in chiaro le nuove coordinate del progetto: un blues elettrico, contaminato, viscerale, che parte dalle radici ma le distorce, le reinventa, le spinge in territori psichedelici con urgenza contemporanea. «I diavoli hanno fame. I vecchi spiriti che tormentavano i suonatori del Mississippi non si fermano mai, vengono a cercarci fin sotto le lenzuola», proclamano i Rootworkers. «Con Devil on My Bed li abbiamo accolti, ascoltati, suonati ed uccisi, scaraventandoli in una dimensione piena di fuzz, di chitarre slide che diventano violini e di risvolti psichedelici che annullano l’effetto della gravità!».

Il singolo è un viaggio nel lato più sanguigno e visionario della band, tra riff saturi, atmosfere solfuree e derive oniriche: il blues come pratica rituale, trasfigurato in una nuova liturgia sonora del presente. Il brano anticipa l’estetica e il suono del primo full length della band, Don’t Beat a Dead Horse: un lavoro dove le strutture si fanno essenziali, la scrittura più audace e i riferimenti al delta blues del passato diventano sfumature da decostruire.

“TOTÒ” SABU ALAIMO

A un anno dalla scomparsa di Totò Schillaci, il cantautore palermitano Sabù Alaimo rende omaggio a uno dei simboli più autentici del riscatto sociale del Sud: Totò è dedicato al ragazzo del quartiere CEP di Palermo che, con talento e determinazione, è riuscito a conquistare i vertici del calcio mondiale, entrando per sempre nella memoria collettiva degli italiani. Contestualmente esce anche il videoclip ufficiale, che vede protagonista Joshua Schillaci, nipote del leggendario bomber azzurro.

«Il singolo non celebra solo l’atleta, ma soprattutto l’uomo: nei versi e nelle note metto in luce i tratti più sinceri e generosi del campione, raccontando il lato umano che lo ha reso indimenticabile ben oltre il campo da gioco», – racconta Sabù Alaimo.

 Il videoclip, girato proprio nel quartiere CEP di Palermo, luogo dove Totò mosse i suoi primi passi, diventa un viaggio tra memoria e futuro: «La presenza di Joshua Schillaci, giovane promessa del calcio, rappresenta simbolicamente il passaggio di testimone tra generazioni. A fare da sfondo, il prestigioso murales dell’artista Igor Scalisi Palminteri, dedicato al campione e inaugurato pochi mesi fa. Il video non è soltanto un tributo, ma anche un’occasione per puntare i riflettori sulle condizioni difficili del quartiere, territorio che Totò ha sempre ricordato con orgoglio e che continua a rappresentare il cuore della sua storia».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *