– Spotify certifica una crescita del 160% di contenuti audio ascoltati all’estero tra il 2019 e il 2024. E la SIAE registra l’incasso estero di diritto d’autore più alto dal 2010. Germania e USA sono i mercati esteri dove si consuma più musica nostrana
– Nel nostro Paese il settore dei concerti ha prodotto un indotto totale di circa 4 miliardi e mezzo di euro. I casi di Roma e di Taormina, dove per il concerto della prossima estate dei Simple Minds quasi la metà i biglietti sono stati acquistati all’estero
È “boom” per la musica italiana all’estero. È il clamoroso dato che emerge dal Convegno di apertura della Milano Music Week 2024, intitolato “Musica italiana all’estero: numeri, progetti, prospettive”, che si è svolto nel Teatro di Triennale Milano ed al quale sono intervenuti, fra gli altri, Federica Tremolada (General Manager Europe Spotify), Enzo Mazza (CEO Fimi), Paolo Franchini (Consigliere di Gestione SIAE), Carlo Parodi (Presidente Assomusica), Bruno Sconocchia (Presidente AssoConcerti), Andrea Micciché (Presidente Nuovo IMAIE).
Durante il convegno sono stati presentati in anteprima i dati aggiornati riguardanti le performance della musica italiana sui mercati internazionali.
Spotify ha condiviso alcuni nuovi dati sull’ascolto di musica italiana all’estero sulla propria piattaforma, evidenziando come tra il 2019 e il 2024 c’è stata una crescita del 160% di contenuti audio ascoltati all’estero.
Anche la SIAE ha mostrato per la prima volta alla Milano Music Week nuovi dati sulle revenue di diritto d’autore sulla musica italiana all’estero, sottolineando come il 2023 abbia registrato l’incasso estero più alto dal 2010, e ha presentato le proprie azioni di supporto all’export del repertorio italiano, con particolare riferimento all’attività di Italia Music Export.
Dati condivisi da Spotify:
- 60M+ gli utenti che ogni mese ascoltano contenuti in lingua italiana su Spotify fuori dall’Italia.
- 20M+ gli utenti che nell’ultimo anno hanno aggiunto una canzone o artista italiano a una playlist fuori dall’Italia.
- 160% la crescita di contenuto italiano consumato fuori dall’Italia tra il 2019 e il 2024.
- ¼ degli utenti che ascoltano contenuti italiani all’estero hanno fra i 18 e i 24 anni.
- Germania e USA sono i mercati esteri dove si consuma più musica italiana.
- Quasi il 50% di tutte le royalties generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2023 provenivano da ascoltatori fuori dall’Italia.
Dati condivisi da SIAE:
- Il 2023 ha registrato l’incasso estero di diritto d’autore più alto dal 2010
- L’incasso dall’estero per il 2023 è stato di 31.6 mln euro, pari ad un incremento di 7.15mln rispetto al 2022 (+29,16%)
- Per le revenue derivanti da live e radio, il Paese con un maggior utilizzo del repertorio italiano sono gli Stati Uniti.
- Per le revenue derivanti dallo streaming, il Paese con revenue più alta è la Germania, seguita da UK e Francia (in Europa), e Stati Uniti nel mondo.
- Top 10 nazioni estere per revenue diritto d’autore di musica italiana:
Usa: 6.478.163 €
Francia: 4.565.190 €
Svizzera: 3.252.606 €
Germania: 3.247.985 €
Regno Unito: 1.773.363 €
Spagna: 1.635.747 €
Giappone: 1.184.208 €
Olanda: 1.151.004 €
Brasile: 954.900 €
Austria: 903.860 €
- Tra il 2017 e il 2023, SIAE ha supportato l’internazionalizzazione del repertorio italiano attraverso l’ufficio Italia Music Export, che ha finanziato le attività all’estero di 796 artisti e 197 progetti musicali
Dati condivisi da FIMI:
- Ricavi dall’export della musica italiana nel 2023: più di 26 milioni € (+ 20% rispetto al 2022).
- In soli 4 anni, dal 2020 al 2023, la crescita è di più di 15 milioni € (+130%).
- Si tratta di una crescita guidata dai ricavi digitali (su dell’11%, arrivando a quasi 21 milioni di euro).
Altri dati:
Il valore economico della musica in Italia nel 2023 (secondo i dati IFPI, Deloitte, SIAE, DISMA, GfK, raccolti da FIMI) registra un importo totale di 4,323 miliardi €, mentre il solo segmento dei contributi diretti è pari a 3,076 miliardi.
IL VALORE ECONOMICO DELLA MUSICA IN ITALIA NEL 2023
Musica fisica: 62 mln €
Musica digitale: 292.3 mln €
Diritti connessi: 72.8 mln €
Sincronizzazioni: 13.6 mln €
Concerti: 967.4 mln €
Ballo e intrattenimenti musicali: 780.5 mln €
Diritti d’autore pubblica esecuzione: 330.9 mln €
Diritti d’autore emittente: 112.9 mln €
Copia privata: 80.7 mln €
Export (Royalties discografia e diritto d’autore): 58 mln €
Musica stampata: 65.7 mln €
Insegnamento musicale: 239.2 mln €
Totale contributi diretti: 3076 mln €
Strumenti musicali/accessori per strumenti musicali/impianti audio: 437.4 mln €
Noleggio strumenti musicali, impianti audio e prodotti deejay: 147.7 mln €
Export strumenti musicali: 130.4 mln €
Audio home systems, loudspeakers, headphones, mini/bluetooth speakers, headsets: 531.5 mln €
Totale contributi indiretti: 1247 mln €
TOTALE: 4323 mln €
Il settore della musica dal vivo
Proprio in questi giorni è tornato d’attualità un provvedimento di sostegno al settore della musica popolare contemporanea dal vivo attraverso il riconoscimento di un credito di imposta pari ad una quota dei costi sostenuti su tre capitoli: la promozione e la produzione di tournée di artisti italiani, la diffusione della cultura italiana e degli artisti italiani all’estero e interventi per la creazione, la ristrutturazione e l’ammodernamento di impianti dedicati allo spettacolo dal vivo. E questo anche in un’ottica di riequilibrio territoriale, con particolare riguardo alle zone meno servite e al Meridione. La proposta, lanciata da AssoConcerti, l’associazione di categoria che raggruppa i più importanti organizzatori e produttori di musica dal vivo, è stata sostenuta da una serie di dati che confermano come il comparto abbia un ruolo determinante sia sul piano culturale, che sociale ed economico. La musica dal vivo è infatti una delle prime industrie culturali del Paese: dietro uno spettacolo c’è una filiera di operatori, di professionisti, di aziende che creano ricchezza e offrono opportunità di lavoro.
Lo dicono i numeri. Stando ai dati della Siae, studiati dall’Associazione per l’Economia della Cultura, il comparto “Pop, rock e leggera”, con i sui oltre 36mila spettacoli e quasi 24 milioni di spettatori, produce oltre 894 milioni di ricavi al botteghino. Il comparto da solo rappresenta quasi il 60% di tutti gli spettacoli dal vivo. Non solo. Per dare un’idea della dimensione basta pensare che da soli, i 61 associati che aderisco ad AssoConcerti, nel loro insieme realizzano più ricavi dell’intero comparto del cinema.
AssoConcerti ha anche commissionato a Nicola Salvati, ordinario di Statistica, un’indagine che è stata svolta nell’estate 2024 per studiare l’indotto economico generato dai grandi concerti sulle città e sui territori che li ospitano. Sono stati presi in esame 13 eventi musicali, da Ed Sheeran a Lenny Kravitz (Lucca Summer Festival), da Vasco Rossi, Zucchero e Taylor Swift (stadio Meazza di Milano), passando per i Coldplay e David Gilmour (Roma), fino a Gigi D’Alessio (Piazza Plebiscito a Napoli), per analizzare dettagliatamente le spese sostenute dagli spettatori e le ricadute economiche che coinvolgono vari settori, dalle attività culturali, all’enogastronomia, fino alle spese per i trasporti e per il soggiorno. Il risultato è eclatante: è stato stimato che il settore dei concerti in Italia abbia prodotto complessivamente un indotto totale di circa 4 miliardi e mezzo di euro.
Il caso Roma e Taormina
A Roma le date dei Coldplay e di David Gilmour, con 360 mila spettatori totali, hanno generato un impatto economico sulla capitale di 171,7 milioni di euro.
In occasione dei Coldplay, l’80% del pubblico era composto da persone arrivate da fuori Roma, con oltre 44 mila stranieri. Mentre per ascoltare David Gilmour, che ha scelto la nostra città come unica tappa dell’Europa continentale, addirittura il 43% di chi ha comprato i biglietti è residente all’estero e ha avuto una permanenza media qui di 3,8 giorni. L’altro dato clamoroso è che la permanenza media sia passata da 2,3 giorni a 4,1. Non era mai successo nella storia di Roma.
È quello che nel suo piccolo sta avvenendo in occasione del concerto che i Simple Minds terranno la prossima estate, il 27 luglio 2025, al teatro antico di Taormina. Dall’apertura delle vendite generali, quasi la metà i biglietti sono stati acquistati da spettatori di provenienza estera: ben 1.185 su un totale di 2.469. Forte anche il richiamo di pubblico che ha risposto all’evento dal resto dell’Italia, come testimonia il dato delle vendite registrate per il 65% sul totale da fuori regione e solo per il 35% da acquirenti siciliani. Un dato di tickets venduti che si avvia già verso il tutto esaurito.