– È la manager di Olly, con il quale ha vinto il suo quinto Festival dopo due con Mengoni, uno con Måneskin e l’anno scorso con Angelina Mango, sorpassando Caterina Caselli
– A puntare i riflettori su di lei è il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, alimentando il sospetto di favoritismi nei confronti dei suoi artisti. Il giallo del numero 15
Altro che Iva Zanicchi. Altro che Caterina Caselli. La donna che ha vinto più Festival è un’altra. Meno notam, anzi forse sconosciuta al grande pubblico, eppure può vantare il record di cinque festival chiusi da trionfatrici: il primo nel 2013 con Marco Mengoni (L’essenziale), il secono nel 2021 con i Måneskin di Ztti e buoni, poi nel 2023 di nuovo con Mengoni (Due vite) e ancora lo scorso anno con Angelina Mango. Cinquina con Olly.
Il suo nome è Marta Donà, 42 anni, nipote di Claudia Mori, una laurea in Scienze della comunicazione all’Università di Verona. Comincia la sua attività come addetta stampa nel 2006, entrando poi alla Sony Musc nel 2009 come press agent. Nel 2011 la svolta, quando Marco Mengoni le propone di diventare la sua manager.

«Ho deciso di fare questo mestiere senza saperlo», racconta sulla pagina ufficiale della sua società, LaTarma Management. «Camminando sul marciapiede di una rotonda nel centro di Roma, Marco mi disse di voler cambiare tutto quello che aveva intorno. Decisi di aiutarlo a trovare la persona giusta: quando un giorno davanti ad un caffè takeaway mi rivelò che la persona giusta ero io. La mia prima reazione fu ridere. Ero un ufficio stampa di 26 anni con ancora troppo da imparare. Mi disse: “Quello che non sai provo a farlo con te e, nel caso, torneremo sui nostri passi insieme. Mi fido di te”. La dichiarazione più bella di sempre. Era il 2011».
Donà però è riuscita a trovare le sue combinazioni e, anno dopo anno, la portano sempre lì, al vertice. Lascia la Sony e fonda LaTarma Management, che nascerà ufficialmente nel 2015, da cui si svilupperanno poi LaTarma Ent e l’etichetta discografica LaTarma Records. Nel 2013 arriva la prima vittoria al festival con Mengoni, che canta L’essenziale.
Tra gli artisti rappresentati dalla sua società, Alessandro Cattelan, volto del Dopofestival e co-conduttore della finale con Carlo Conti e Alessia Marcuzzi, e Francesca Michielin, che è stata in gara con Fango in Paradiso (ed è arrivata due volte seconda al festival, nel 2016 e nel 2021 in coppia con Fedez). E ancora lo scrittore, giornalista e discografico Antonio Dikele Distefano, il cantautore e rapper Holden.

Nella sua carriera non sono mancati momenti complicati, come la rottura con i Måneskin. A Donà si era «spezzato il cuore» quando, dopo la vittoria a Eurovision, la band di Damiano e Victoria l’aveva lasciata. «Mi hanno trasportato nella loro dimensione ogni volta che siamo stati insieme, insegnandomi continuamente l’arte della giovinezza e della libertà. Abbiamo trascorso insieme quattro anni indimenticabili ed è stato un bel viaggio poter costruire il futuro attraverso i loro occhi», si legge sul sito de LaTarma. «Nel nostro lavoro vengono prima gli artisti e poi tutti gli altri. Ci si sceglie ogni giorno, proprio come un matrimonio. E proprio come con i matrimoni può capitare che finisca tutto e ci si lasci. Abbiamo lavorato quattro anni e mezzo assieme facendo cose stupende, ma la vita è fatta anche di scelte diverse».
Olly è solo l’ultima intuizione di una scuderia di artisti che, sotto l’ala di Donà, sono arrivati al trionfo durante la kermesse sanremese. Con questa vittoria, Marta Donà consolida il primato di prima di manager donna con più vittorie nella gara musicale dopo aver battuto lo scorso anno Caterina Caselli in quello di discografica a capo di un’etichetta indipendente.
A puntare i riflettori su Marta Donà è stato Enrico Mentana, direttore del Tg di La7. Il giornalista ha fatto notare che Olly in finale ha cantato con il numero 15, ossia a metà serata, quando solitamente c’è il picco dello share. Prima di lui, lo stesso numero era stato dato ad Angelina Mango e a Marco Mengoni, entrambi vincitori e assistiti dalla stessa manager. Abbastanza, secondo il giornalista, per pensare che possa esserci qualcosa dietro. Carlo Conti in conferenza stampa, a domanda diretta ha risposto con una risata: «Non guardo la fedina penale, non guardo il management ma sento la canzone. Non c’è stato alcun favore a Olly, è solo pura coincidenza. Anzi, l’unico favore l’ho fatto a Clara, che mi ha chiesto di cantare con il numero 8 che per lei aveva un significato». C’è, comunque, pane per i complottisti.