– Il “nero a metà” siciliano chiude un anno formidabile con un evento unico sabato 14 settembre al teatro antico. «Sul palco tanti amici, da Gregory Porter a Fabio Concato, da Rumer a Jeff Cascaro, da Mario Venuti a Fabrizio Bosso e poi Nick The Nightfly, Ivan Segreto, Maria Pia De Vito, Simona Trentacoste, Gemma, Fabrizio Bosso, Stefano Di Battista, Rosario Giuliani, Francesca Tandoi, Lorenzo Tucci e Paolo Di Sabatino»
– I ricordi siciliani. Il Tout Va come trampolino di lancio: «Feci da apripista a Ray Charles. «Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie, io a pochi metri da un’icona. E il mio pensiero andava a mia nonna Tina Adolfi che aveva cantato all’Eiar, alla mia famiglia con la canzone nel sangue». «Era una Taormina bellissima, vivissima, meravigliosa, sembrava St Tropez»
Si chiama Biondi perché in famiglia «erano tutti biondi, siculo-normanni, alti due metri». Ma non gli dispiace se lo chiamano signor Ranno, il suo vero cognome. Mario Ranno è nato a Catania il 18 gennaio 1971 ma da tempo trapiantato a Parma, dove vive con dieci figli avuti da quattro donne diverse, alcuni dei quali hanno già debuttato con il papà sul palco, come Monica e Zoe.
«‘A travagghiari” (devi lavorare, ndr), dico loro, come mi ripeteva mio padre». Papà Stefano, autore di Tu malatia, canzone popolarissima a Catania, quando lo gettò nell’arena facendolo cantare in piazza a Giarre. «E io lo presi sul serio, ma cominciando a fare il piano bar e il supporter a 17 anni al Tout Va di Taormina che è stato la mia vera scuola».
«Il Tout Va è stato la mia vera scuola»
Il Tout Va, ospitato nella Villa Mon Repos, una volta sede del Casinò di Taormina, era uno dei locali notturni più famosi d’Europa. La sera si poteva cenare accanto a Richard Burton e Liz Taylor o ascoltando dal vivo Juliette Greco. Tutti i divi di Hollywood e della musica sono passati da lì. «Era una Taormina bellissima, vivissima, meravigliosa, sembrava St Tropez», ricorda con nostalgia Mario Biondi. «Ora non so com’è la vita notturna, molto probabilmente è molto cambiata, anche perché i locali di quella caratura non ci sono più in nessuna parte d’Italia. Poi ci sono state le discoteche. A quei tempi, stiamo parlando della seconda metà degli anni Ottanta, c’erano “quelli che mettevano i dischi”», ride. «Adesso hanno assunto un ruolo più importante, il divertimento è ormai esclusivamente legato ai dj e molto meno alla musica nei locali. È cambiato anche il pubblico, non c’è più l’eleganza di quei tempi, oggi c’è molta cafonaggine. Si è persa la voglia d’incontrarsi, di fare aggregazione, se vuoi anche culturale, dove si chiacchiera, si ascolta un po’ di musica».
Al Tout Va, una sera del 1988, al giovane Mario Biondi capitò di fare da «apripista a Ray Charles». «Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie, io a pochi metri da un’icona», ricorda. «Una cosa meravigliosa. E il mio pensiero andava a mia nonna Tina Adolfi che aveva cantato all’Eiar, alla mia famiglia con la canzone nel sangue. Con mio padre abbiamo ascoltato di tutto in macchina. L’automobile era la nostra cabina d’ascolti, stereo8, musicassette. Si ascoltava di tutto: da Peppino Gagliardi a Di Capri, Fabio Concato, poi, col passare degli anni, Riccardo Cocciante. Ho imparato prendendo esempio dalla classe di Fred Bongusto, dalla professionalità di Peppino di Capri, e dal fascino di quel poeta matto che era Franco Califano. E tutto questo mi ha insegnato a prendere confidenza col pubblico. Da lì nasce il cantante confidenziale o il crooner detto all’americana, anche se poi quando il successo è finalmente arrivato mi hanno ribattezzato il Barry White italiano. Io che non possedevo neanche un disco del magnifico Barry».
Perché il suo nome diventasse davvero celebre ha dovuto aspettare il 2004: quell’anno This Is What You Are, singolo pensato per il mercato giapponese, arriva sul tavolo del dj inglese Norman Jay, che lo manda in onda su BBC One. Da lì la voce soul del crooner oggi quarantaseienne conquista tutto il mondo. Così famosa da diventare testimonial di popolari spot.
La “Crooning Special Night” di Taormina
«’A travagghiari», ripeteva il padre, e Mario Biondi non dimentica l’esortazione. Con il suo ultimo progetto Crooning Undercover ha compiuto il giro del mondo con un centinaio di concerti. «Forse ho voluto esagerare un poco: sono stato in 26 Paesi nel mondo ed ho tenuto cento concerti», sottolinea. E, per chiudere un anno fantastico, ha scelto la sua terra, la Sicilia, la città dalla quale ha spiccato il volo, Taormina, per una chiusura in grande stile: un evento unico, la Crooning Special Night, che si svolgerà sabato 14 settembre al Teatro Antico di Taormina. Uno show che celebra il mondo del crooning, del jazz e del soul di cui Mario Biondi è uno dei maggiori esponenti italiani nel mondo, anche se il suo modus vivendi è quello di «restare con i piedi per terra e considerare la musica come una sola, quella bella, non dividerla in generi».
Un evento speciale al quale parteciperanno tanti amici del crooner catanese: Gregory Porter, Rumer, Jeff Cascaro, Nick The Nightfly, Fabio Concato, Mario Venuti, Ivan Segreto, Maria Pia De Vito, Simona Trentacoste, Gemma, Fabrizio Bosso, Stefano Di Battista, Rosario Giuliani, Francesca Tandoi, Lorenzo Tucci e Paolo Di Sabatino. Sul palco del teatro antico una orchestra di 34 elementi, la cui sezione d’archi è formata dai Giovani dell’Orchestra del Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania.
«Tanti amici che hanno accettato il mio invito senza pensarci due volte», racconta ancora meravigliato il “nero a metà” siciliano. «Ho cercato di coinvolgere persone che ammiro e stimo da tantissimo tempo. Molte di loro mi hanno insegnato questo amore per la musica, grazie a loro ho scoperto alcuni aspetti della musica che non conoscevo. Con Gregory Porter avevo collaborato alcune volte in giro per il mondo, però la nostra frequentazione è stata limitata al concerto. Eppure, quando l’ho chiamato per questo evento, non ha battuto ciglio e si è reso subito disponibile. Questo mi inorgoglisce tantissimo, come anche la presenza del grandissimo Fabio Concato, artista che adoro e che è uno di quelli che mi ha insegnato sfumature della musica importantissime nella mia professione tra jazz e soul, ma lui ha rappresentato anche la bossa nova, il linguaggio brasiliano cantautorale con una maestria unica al mondo».
«Rumer è un’artista scozzese, mentre Jeff Cascaro è un crooner soulman tedesco, persona con cui ho condiviso tante cose e posso annoverarlo fra gli amici. Mario Venuti è un altro amico. Non solo, Mario è quello che ha permesso alla mia band di esistere, perché grazie a lui ho conosciuto Massimo Greco e David Florio, con i quali poi abbiamo prodotto Beyond, scritto tantissimi brani insieme e da 11 anni viviamo in simbiosi e ci conosciamo più di quanto conosciamo le nostre famiglie».
In scaletta non mancherà il nuovo singolo E tu come stai?, omaggio di Mario Biondi a Claudio Baglioni. «È la versione del brano che abbiamo condiviso nel 2007 sul palco di O’ Scià, a Lampedusa», spiega l’artista catanese. «L’ho realizzata con la mia prima band, i Mario Bros. Vede ora la luce ma ha già compiuto 25 anni! Il primo provino risale al 1998, e abbiamo cominciato a suonarla dal vivo nel 1999. Nelle estati di quegli anni suonavamo spesso a Lampedusa, anche Claudio frequentava l’isola, ed è lí che nel 2000 gli consegnai a mano la demo di E tu come stai?. Poi, nel 2007, l’abbiamo cantata assieme, proprio a Lampedusa, sul palco della manifestazione O’ Scià. Anche quest’anno, come ogni anno, Claudio mi ha fatto gli auguri di buona Pasqua, gli ho risposto: “Aspettati una sorpresa a breve!”. Sono felice di condividere con tutti questo mio tributo ad un artista cosí importante per la musica italiana, che proprio quest’anno ha deciso di annunciare la chiusura della sua straordinaria carriera»
Mario Biondi, invece, continuerà a “travagghiari”. Il giro del mondo continua: il prossimo febbraio è atteso in concerto al Savoy Teatteri di Helsinki, Finlandia.