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Lol Tolhurst: vi spiego io il gothic rock

– Il co-fondatore ed ex batterista dei Cure pubblica il libro “Goth: A History” con il quale ricostruisce la storia di una corrente artistica
– «Si è fatta troppa confusione, la gente si è fermata all’aspetto esteriore, ma il “goth” abbraccia la letteratura, l’arte, il cinema, la filosofia»
– L’autore trova nei Doors i primi segnali, esplosi con il punk e definiti da Joy Division, Bauhaus e Siouxsie and the Banshees
«Ancora oggi il “goth” è vivo e vegeto più che mai, e non ci sarebbe Billie Eilish senza i Cure e Siouxsie Sioux»

Cosa vi viene in mente quando si pronuncia la parola “goth”? I film di Tim Burton? La popstar Billie Eilish? Una fase adolescenziale segnata da smalto nero e nichilismo? O uno stile di vita? È letteratura come la poesia The Raven di Edgar Allan Poe, il romanzo Frankenstein di Mary Shelley o gli scritti di Emily Brontë? È un genere musicale nato dalla fine degli anni Settanta tra punk e terrore?

Per Lol Tolhurst è tutto quanto sopra. E, nel libro intitolato Goth: A Historyesplora quella che chiama «l’ultima vera sottocultura alternativa». 

Anche non porta più i capelli alti e trasandati come una volta, ed ha abbandonato l’eyeliner imbrattato e il codice di abbigliamento tutto nero, il membro fondatore dei The Cure si considera ancora goth. La vita sembra molto diversa oggi per Laurence “Lol” Tolhurst, che ha suonato la batteria e la tastiera in alcuni degli album più amati della band di Robert Smith alla fine degli anni Settanta e Ottanta. È ancora un musicista, con un album in arrivo con i suoi nuovi compagni d’avventura. Ma ora ha tempo per fare podcast, assistere ai concerti di suo figlio e scrivere un libro o due. L’ultimo dei quali è, appunto, Goth: A History, scritto con l’intento di fare chiarezza su un termine spesso inteso in un «modo comico».

«La gente ha fatto confusione sul termine “goth”», sostiene l’autore. «Hanno visto i segni esteriori, l’abbigliamento nero, il trucco pesante, l’atteggiamento meditabondo, e hanno pensato che fosse tutto ciò che riguardava l’oscurità e il destino. In realtà ha un significato molto più sottile. Non è proprio una moda. È più una filosofia, un modo di essere, un modo di accostarsi al mondo». Secondo l’autore, il goth è uno stile di vita alternativo che trova la bellezza negli aspetti oscuri e malinconici della vita, usando la musica, la letteratura e il cinema come guide. 

In Goth: A History, Tolhurst dice di essere stato ispirato dagli scritti di Joan Didion. E così intreccia i resoconti in prima persona mentre esplora le origini della musica goth partendo dall’anarchia del punk. Spiega la differenza principale tra i due generi, le idiosincrasie rispetto ad altre musiche rock. Sottolinea che il gotico parla di «amore e morte» nella stessa canzone e che «le idee riguardano generalmente l’invisibile e l’inconscio più che l’esteriorità e il visibile».

Il libro si tuffa poi nella letteratura gotica e negli esistenzialisti francesi, che Tolhurst considera formativi per la sottocultura. Va a rintracciare i musicisti progenitori del genere, individuandoli nei The Doors, Suicide, Nico, David Bowie. Esamina poi le icone goth tra cui Joy Division, Bauhaus e Siouxsie and the Banshees. Scandaglia la scena gotica entrando nei famosi club come la Batcave di Londra, che erano anche paradisi per la comunità LGBTQ+. Fino ad allargare lo sguardo ai gruppi goth moderni come Nine Inch Nails, i post-punk bielorussi Molchat Doma e oltre.

In Goth: A History, Tolhurst condivide affascinanti aneddoti, come una scena in cui i membri dei Bauhaus entrano per la prima volta in un bar di New York City, trovano Iggy Pop seduto lì e diventano così entusiasti di vedere il loro eroe che il frontman Peter Murphy inizia a solleticarlo. C’è umorismo nel goth, dopo tutto: un altro malinteso che Tolhurst si adopera per correggere.

Il frontman dei Cure Robert Smith ha contestato la definizione di band “goth”. Ma l’anima oscura e romantica attraversa gran parte della discografia della band, in particolare, sostiene Tolhurst, in Seventeen SecondsFaith e Pornography, tre degli album musicalmente più scuri e acclamati dalla critica.

Lol Tolhurst

La storia musicale si svolge in gran parte in Inghilterra e a Los Angeles, dove per alcuni decenni Tolhurst ha trovato casa. La “città degli angeli” è stata sede della band psych-rock dei Doors, il primo gruppo descritto come “rock gotico” dal critico John Stickney nel 1967. Tolhurst teorizza che l’Inghilterra sia diventata il “ground zero” per il movimento a causa di molti fattori, fra cui non possono essere trascurati i cieli grigi, il tempo piovoso e l’architettura gotica. Altrove, traccia connessioni tra goth e cattolicesimo, una relazione che Tolhurst crede vada oltre un’iconografia condivisa. 

La conclusione di Tolhurst è che il “goth” è interdisciplinare, un’ideologia che abbraccia diverse forme d’arte, mezzi e generazioni, cambiando forma ogni volta che qualcuno si addentra in questo mondo. «Il “goth” è vivo e vegeto ancora oggi», conclude. «Anche se sembra e suona diverso da quando i Cure stavano registrando pietre miliari del genere, come A Forest». E sente l’influenza del gotic rock in questa nuova generazione: «Non ci sarebbe Billie Eilish senza Cure e Siouxsie Sioux».

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