Eventi

Lello Analfino: sulla Luna per vedere il sole

– Il neodirettore artistico del Parco archeologico di Siracusa presenta l’evento “Astolfo, Cyrano e le Lune” con cui lunedì 1 gennaio alle ore 5:30 sarà salutato il nuovo anno
– Nello spettacolo teatrale ideato da Buttafuoco, «andiamo a recuperare il senno degli italiani, dei siciliani, perché sembra che la gente in giro abbia perso un po’ il senno»
– Protagonisti della messinscena nella Grotta del Ninfeo, oltre al frontman dei Tinturia, saranno il “cuntista” palermitano Salvo Piparo e cinque attrici del collettivo Van
– «Vogliamo riavvicinare i cittadini alle bellezze artistiche che troppo spesso sono poco conosciute da chi vive nell’Isola». Sarà anche l’alba di una nuova politica dei beni culturali?

Due personaggi in cerca della Luna, un attore e cuntista, un santo bizzarro e cinque ampolle viventi. Sono i protagonisti di Astolfo, Cyrano e le Lune, lo spettacolo teatrale nato da una idea di Pietrangelo Buttafuoco che andrà in scena all’alba del nuovo anno (lunedì 1 gennaio, ore 5:30) nella Grotta del Ninfeo del Parco archeologico di Siracusa. Salvo Piparo, cuntista e attore palermitano straordinario, si sdoppierà nei panni di Astolfo e Cyrano. L’avventuriero che in groppa all’Ippogrifo va alla ricerca del senno di Orlando e, nello stesso tempo, il leggendario spadaccino e poeta dal lunghissimo naso salito sul pallido astro per ripercorrere tutte le tappe della sua esistenza, raccontandole a se stesso e al pubblico. Due racconti dai risvolti a volte comici, altre volte tristi. Una storia che ha l’urgenza di essere raccontata, ancora oggi: «Quella di recuperare il senno degli italiani, dei siciliani, perché sembra che la gente in giro abbia perso un po’ il senno», sottolinea Lello Analfino.

Direttore artistico del Parco archeologico aretuseo di fresca nomina, il frontman dei Tinturia ha concepito questa messinscena, nella quale interpreterà Sant’Onofrio “Pilusu”, uno dei patroni della città di Palermo, noto per far ritrovare gli oggetti smarriti e marito alle donne. 

Salvo Piparo, Pietrangelo Buttafuoco e Lello Analfino, ovvero la Compagnia del Tre (foto Salvo Damiano)

«Con Pietrangelo Buttafuoco e Salvo Piparo abbiamo formato la Compagnia teatrale del Tre», racconta Lello Analfino. «Insieme abbiamo già fatto Il lupo e la Luna, sempre di Pietrangelo, e lo stiamo portando in giro: in marzo saremo al Mercadante di Napoli. Dall’entusiasmo per la mia nomina a direttore artistico del Parco archeologico di Siracusa nasce il progetto di fare il primo spettacolo teatrale dell’anno nel luogo più sacro del teatro in Sicilia, che è appunto l’antica cavea greca. Ed a Pietrangelo è venuta l’ispirazione di Astolfo, Cyrano e le Lune, legata anche al particolare che Salvo Piparo è un grande estimatore dell’Orlando furioso che lui “cunta” in maniera strabiliante». 

La luna, pensata da Ludovico Ariosto, come il luogo «dove si raduna ciò che sulla Terra si perde», è il luogo dello svelamento, lo specchio rovesciato dell’inutile affannarsi dell’uomo. La prospettiva straniante di Ariosto in Astolfo, Cyrano e le lune viene moltiplicata in un ulteriore viaggio tra letteratura, cunto, teatro e musica, attraverso la cucitura di testi classici e contemporanei: Ariosto, Omero, Leopardi, Merini, Apuleio, Perroni, Ronstand. Lo spettacolo è gratuito e fino a esaurimento posti. Prenotazioni su www.ermescomunicazione.com/eventi.

«Pietrangelo Buttafuoco ha avuto la genialata di mettere Astolfo insieme ad un altro personaggio della letteratura che è il Cyrano de Bergerac, anche lui attratto dalla Luna. E, quindi, sia lui sia Astolfo sono alle prese con la Luna nel primo giorno dell’anno», spiega Lello Analfino. «S’inizierà alle 5:30 del mattino, quindi con il buio, e vedremo sorgere il primo sole dell’anno dalla Grotta del Ninfeo che si trova in una posizione più elevata rispetto al proscenio e alle gradinate del teatro greco, così si vedrà il sorgere del sole dal meraviglioso golfo di Siracusa». 

Lello Analfino e Salvo Piparo nella foto di locandina dello spettacolo “Il lupo e la luna” (foto Fabio Florio)

Si sale sulla Luna per vedere il Sole…

«Sì, saliamo sulla Luna per recuperare questi senni. Astolfo con l’Ippogrifo, il cavallo alato, raggiunge la Luna, lì, invece di San Giovanni, troverà Sant’Onofrio “Pilusu”, che è il santo di tutte le cose perse e che interpreto io. Onofrio accompagnerà Astolfo-Cyrano sulla Luna a recuperare i senni perduti dagli uomini che si sono creduti perfetti». 

Accanto a Salvo Piparo, Astolfo e Cyrano, e Lello Analfino, ci saranno cinque attrici che fanno parte del collettivo VAN, gruppo di artisti provenienti da varie parti dell’Italia: Carlotta Messina, Giulia Messina, Giulia Acquasanta, Irene Cangemi e Arianna Pastena. «Rappresenteranno alcune le ampolle dove sono custoditi i senni», mentre Valentina Gulizia, voce e arpa, farà da colonna sonora sulle musiche originali ed i rumori di Lello Analfino. 

Un “Pierino” come Lello Analfino come ci si trova nelle vesti istituzionali di direttore artistico del Parco archeologico di Siracusa?

«L’entusiasmo è pazzesco nell’affrontare questo impegno. Il direttore Carmelo Bennardo mi ha voluto accanto a sé per organizzare alcuni spettacoli e per ricongiungere l’identità della città con quella del parco, l’identità della Sicilia con quella del parco. Noi siciliani siamo quelli meno avvezzi ad apprezzare i nostri tesori e, soprattutto, a girare per conoscere meglio la nostra terra. Una terra che, invece, è oggetto dei desideri di tutti i viaggiatori di tutto il mondo. E noi spesso ci accorgiamo di non conoscere le nostre bellezze. Questa è già una chiave di lettura di quello che sarà il mio compito. Tu sai bene che io sono un aggregatore di artisti siciliani, tant’è che il mio obiettivo sarà quello di portare a Siracusa quanti più artisti siciliani possibili, magari tutti. Sia per godere dei siti archeologici, che non è solo il teatro greco, ma sono il Castello Eurialo, la Villa del Tellaro, Palazzolo Acreide, l’anfiteatro romano… Ci sono bellezze straordinarie a Siracusa, che anch’io non conoscevo e che sto imparando a conoscere».

Il senso di distacco fra la città ed i suoi monumenti è causato dal fatto che i secondi sono considerati “natura morta”, souvenir per turisti, perché non rientrano nella quotidianità della vita cittadina, se non in determinate occasioni, soprattutto in estate. 

«Noi vogliamo riallacciare questo legame, non a caso questo progetto si chiama “Il parco incontra la città”. Non solo si darà vita a eventi all’interno del Parco, ma porteremo in città alcune nostre proposte come lo spettacolo con i QBeta e Antonio Modica organizzato giovedì scorso in piazza Santa Lucia, dove c’è una storica chiesa all’interno della quale è conservato un Caravaggio. Anche questa iniziativa rientra nell’obiettivo di avvicinare la città alle sue bellezze artistiche».

E chissà se lunedì 1 gennaio 2024 sarà davvero l’alba di una nuova politica dei beni culturali a Siracusa e in Sicilia?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *