Storia

La seconda giovinezza di JOAN ARMATRADING

–  La leggendaria cantautrice britannica modello per un’ondata di nuovi artisti, da Little Simz e Arlo Parks a Laura Mvula. Il ritorno nella Top20 e un nuovo album che «riporta quello che osservo girando il mondo»
– Una carriera ostacolata più dal dominio dell’uomo nell’industria musicale che dal razzismo. Una privacy difesa con forza. «Preferirei sentire qualcuno cantare una delle mie canzoni piuttosto che essere riconosciuta in strada»

«Sono una persona positiva», si presenta Joan Armatrading. «Mi piace essere felice. Mi piace essere rilassata. Mi piace l’up-ness (stare su, in italiano, ndr)». È stata così, dice, sin da quando era bambina e, a 74 anni compiuti in dicembre, non ha mai smesso di sorridere. 

How Did This Happen And What Does It Now Mean, ovvero “Come è successo e cosa significa adesso”, è il titolo del suo album numero 23.  «Non sono domande specifiche su qualche persona o su una cosa», spiega. «Sono domande generiche, su dove sta andando il mondo. Stanno avvenendo tante cose e nessuno di noi ha le risposte. Come lo risolviamo? Lo risolveremo mai? Dobbiamo stare attenti a non tornare indietro. È un momento pieno di dubbi».

Joan Armatrading è una grande musicista britannica che ha venduto milioni di dischi, tre volte nominata ai Grammy e nei primi anni Settanta è diventata la prima cantautrice britannica a raggiungere il successo mondiale, un risultato ancora più impressionante date le scarse opportunità per le donne nere. Con canzoni come Love and AffectionDown to ZeroDrop the Pilot e Me, Myself I, si è specializzata nella scrittura con un occhio sociale sull’amore, il dolore, il desiderio, il crepacuore e la solitudine, utilizzando una vasta tavolozza musicale: dal blues al jazz, dal folk al soul, dall’elettronica al pop e, nel 2023, il suo primo pezzo orchestrale in assoluto Symphony No. 1, eseguito dai Chineke! Orchestra alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Alcune canzoni sono diventate emblemi: Barefoot and Pregnant del 1978, su una donna intrappolata in una relazione tossica, è diventata un inno femminista.

Adesso sembra che Joan Armatrading stia vivendo una seconda giovinezza. Un’ondata di nuovi artisti, da Little Simz e Arlo Parks a Laura Mvula, ha confessato la loro ammirazione nei suoi confronti; l’album Consequences del 2021 ha riportato la cantautrice britannica nella top 10 per la prima volta dal 1983; nel 2020 ha ricevuto il premio come donna dell’anno. «È bello», commenta. «Ma tutti noi siamo importanti in questo mondo. Usain Bolt è l’uomo più veloce del mondo, ma solo perché ci sono altre dieci persone dietro di lui. Anche Lui ha bisogno di quelle persone».

How Did This Happen And What Does It Now Mean – scritto, prodotto, progettato e programmato da Armatrading, indipendente dalla metà degli anni Ottanta – suona personale al primo ascolto, con canzoni sull’essere follemente innamorati (25 KissesIrresistible), ma anche sull’incertezza della relazione (Someone ElseI Gave You My Keys).

«Ho scritto raramente di me stessa, preferivo cantare quello che osservavo», tiene a sottolineare. La sua traccia del 1979 Rosie era un ritratto simpatico di una donna transgender che vive per le strade di New York; How Cruel del 1979, nominata ai Grammy, evocava vere tensioni razziali. «Si tratta di guardare le persone. Non puoi sperimentare tutto nel mondo. Non puoi prendere tutto da dentro di te perché sei limitato. Devi avere empatia».

Il brano Redemption Love parla della rete di supporto di un tossicodipendente in via di guarigione, quando Armatrading non ha mai nemmeno bevuto alcolici. «Non bevo. Non impreco né fumo. Sono l’unica in famiglia che è un po’ così». Il singolo I’m Not Moving parla di un allarmante fatto di vita reale a cui ha assistito. «A volte, una canzone si scrive da sola. Ero nel bel mezzo di un fatto di cronaca, c’era un giovane che urlava: “Ucciderò tutti! Non mi sto muovendo! Puoi chiamare la polizia! Non mi muovo!”. Le parole scorrevano all’istante, e sapevo che la canzone doveva catturare quella stessa aggressività che stavo vedendo. Ecco, preferisco osservare e riportare».

Nata a St Kitts nel 1950, volò da Antigua da sola all’età di 7 anni per riunirsi con i suoi genitori, che in precedenza erano emigrati a Birmingham. I suoi genitori non hanno trovato difficoltà nell’integrarsi nella comunità – «non ho mai avuto problemi di razzismo» – e le hanno dato le basi per la sua carriera musicale. In particolare, la madre, che le comprò un pianoforte. Il padre aveva una chitarra. «Ma non voleva che suonassi, quindi non mi avrebbe permesso di toccare il suo strumento. E penso che solo per questo, volevo suonare la chitarra».

La madre le ha poi comprato la prima chitarra in un banco dei pegni, uno strumento da 3 sterline barattandolo con due vecchie carrozzine. «Ho ancora quella chitarra». Sulla quale ha dovuto imparare da sola a suonare dato che suo padre non glielo avrebbe mostrato. «Mio padre mi ha insegnato come accordarla. Ma poi non mi avrebbe insegnato altro». 

Cominciò a scrivere canzoni a 15 anni, durante le pause nel suo lavoro d’ufficio in una fabbrica locale. In un’intervista, ha detto di essere «testarda, sono nata con questo talento». 

Questa fiducia in se stessa l’ha aiutata a muoversi in un’industria musicale dominata dagli uomini. Una volta le venne detto: «Tra cinque anni, la tua carriera sarà finita». Ma il suo debutto nel 1972 con Whatever’s For Us, scritto in collaborazione con Pam Nestor, e in particolare con il terzo album omonimo del 1976, riuscì a conquistare il centro della scena.

Armatrading ha sempre custodito attentamente la sua privacy nel corso degli anni, vivendo secondo Me Myself I. Quando si è sposata con rito civile nel 2011 con l’artista Maggie Butler nelle remote isole Shetland, la gente l’ha scoperto solo perché qualcuno ha visto l’avviso pubblico statutario e l’ha riferito al giornale locale. Ma non le dispiace essere riconosciuta per strara: «Le persone sono molto adorabili e vogliono solo un autografo o dirmi che hanno chiamato i loro figli con i titoli di canzoni come Willow o Rosie». 

Le piace essere considerata una pioniera, cosa che senza dubbio è. «È bello sentirlo, ma sto ancora cercando di far sentire alle persone le mie canzoni, di farle apprezzare, perché si affezionino a loro. Non si tratta di camminare per strada e far dire alla gente: “Oh, c’è Joan Armatrading”. Preferirei di gran lunga camminare per strada e sentire qualcuno cantare o fischiare una delle mie canzoni».

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