– Nell’edizione sulla quale si è allungata l’ombra delle guerre, vince Nemo, rappresentante di un Paese mai coinvolta in conflitti. Boom di ascolti in tv
– Seconda la Croazia e terza l’Ucraina. Angelina Mango penalizzata dal voto popolare che ha punito il Regno Unito (zero voti) e premiato Israele
– Fischiata la cantante israeliana. La polizia allontana un corteo pro-Palestina, fra i manifestanti anche Greta Thunberg, con la kefiah al collo. Squalificata l’Olanda per insulti sessisti
«Il mio obiettivo? Vincere l’Eurovision». Era stato chiaro sin dall’inizio della competizione Nemo, il rappresentante della Svizzera. E già alla prima apparizione aveva messo la freccia superando tutti quei Paesi che erano stati dati favoriti dai bookmakers. Forse era anche ovvio che nell’edizione delle guerre – Palestina e Ucraina – vincesse una nazione simbolo di neutralità.
l vincitore Nemo
La canzone della popstar svizzera, icona della comunità lgbtq, è un inno alla fluidità di genere,. Nemo Mettler, questo il vero nome del cantante, classe 1999, la canta su una pedana rotante, indossando un abito piumato color rosa e una gonna: «Il brano parla dell’infrangere i codici», ha detto Nemo, che nelle interviste chiede di essere indicato con i pronomi inglesi they/them, di genere neutro. «Penso che tutti noi abbiamo desiderato superare certi limiti nella nostra vita. Nel mio caso, è perché non sono binario. Non mi sento né uomo né donna. Sono da qualche parte tra i due».Nel brano mischia gorgheggi da soprano lirico a versi rap Il risultato finale è qualcosa che rimane in bilico tra il disastro e il trionfo: «Questa canzone è composta da diverse sfaccettature della mia personalità». Nemo ha cominciato studiando canto lirico dai 9 ai 13 anni. «Lo amavo. Poi ho inziato ad ascoltare rap e l’ho fatto per molto tempo. Oggi mi sento a mio aggio nel pop. Metto insieme tutto questo per creare un pezzo magico».
A dispetto del suo nome che ricorda l’Ulisse dell’Odissea davanti a Polifemo, Nemo non è il signor Nessuno. In Svizzera si è fatto conoscere nel 2015 grazie al singolo Du, scritto in tedesco svizzero, che ha scalato la classifica ufficiale elvetica. Nel 2018 ha vinto quattro premi agli Swiss Music Awards, i principali riconoscimenti musicali svizzeri, conquistando le statuette come “miglior brano svizzero”, “miglior artista svizzero”, “miglior esibizione live” e “miglior artista solista maschile”. Il suo brano The code” conta già 6 milioni di stream su Spotify: «Ciò che rende questa canzone così speciale è il fatto di poter dire davanti a tutti che mi sento bene e che sono esattamente chi voglio essere».
Le giurie
Sin dai primi voti delle giurie nazionali si è intuito che per la Svizzera sarebbe stata una passeggiata. Mai è stato messo in dubbio il primo posto di Nemo, mentre alle sue spalle diversi Paesi si sono disputati fino all’ultimo gli altri due posti del podio. Fra questi l’Italia di Angelina Mango, che ha chiuso al quarto posto per poi essere penalizzata dal voto popolare e scendere al settimo. Per la vincitrice di Sanremo comunque una passerella importante in vista dell’uscita (il 31 maggio) dell’album Poké melodrama e del tour europeo. Da casa è arrivata una messe di preferenze per la Croazia che però si è fermata al secondo posto. Terza, a sorpresa, l’Ucraina e quarta la Francia con un pezzo tradizionale.
Il voto popolare ha riservato clamorose sorprese: l’onta di un altro zero alla Regno Unito, dopo quello del 2021, probabilmente in seguito alla Brexit. E poi ben 323 voti al contestato Israele, in contrasto con le minacce di boicottaggio e le contestazioni di questi giorni.
Record di ascolti
Angelina Mango ha fatto da tarino anche per gli ascolti televisivi. La diretta di Rai1, con il commento in diretta per il pubblico italiano di Gabriele Corsi e Mara Maionch, ha fatto registrare il record di 5.341.000 spettatori pari al 36% di share, due punti percentuali in più rispetto allo scorso anno. E il picco di pubblico – 6.663.000 telespettatori – è stato proprio durante l’esibizione di Angelina Mango. Quello di share – 59.4% – si è registrato invece nel momento della proclamazione del vincitore Nemo.
Le contestazioni
La Svizzera ha vinto a conclusione di una edizione molto tribolata dell’Eurovision Song Contest, costellata da polemiche, proteste e incidenti di percorso. Non ultimo quello del concorrente olandese espulso dalla competizione poche ore prima della finale a causa degli insulti e delle frasi sessiste e intimidazioni rivolte a un esponente femminile della troupe di produzione.
A scuotere la competizione continentale sono state poi le proteste per la partecipazione di Israele. Sebbene il motto dell’Eurovision fosse “uniti dalla musica”, l’evento di quest’anno si è dimostrato eccezionalmente divisivo. La partecipazione di Israele ha dato adito a grandi manifestazioni filo-palestinesi, con i manifestanti che affermano che il Paese ebraico doveva essere escluso a causa della sua condotta nella guerra nella Striscia di Gaza. Ieri sera le forze dell’ordine hanno allontanato i manifestanti filo-palestinesi che si stavano avvicinando alla Malmo Arena, dove era in corso la finale. Tra i manifestanti anche Greta Thunberg, con la kefiah al collo. Diversi attivisti sono stati allontanati con la forza e sono stati fatti spostare in un’area a circa 200 metri di distanza dall’Arena. Ieri è stata contestata anche l’organizzazione.
In Finlandia, un gruppo di circa quaranta manifestanti ha preso d’assalto il quartier generale dell’emittente pubblica YLE sabato mattina, chiedendo che si ritiri dal concorso di canzoni a causa della partecipazione di Israele. Molti hanno annunciato di boicottare l’Eurovision, astenendosi dal seguire in tv.
Le tensioni e i nervi erano palpabili nelle ore precedenti la finale. Diversi artisti hanno disertato la prova generale finale. Il cantante francese Slimane ha interrotto la sua canzone Mon Amour per esortare le persone ad essere «unite dalla musica, sì, ma con amore, per la pace». La cantante israeliana Eden Golan ha affrontato alcuni fischi alle prove generali, ma è stata votata in finale dagli spettatori di tutto il mondo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato la cantante ventenne Golan per essersi esibita nonostante «lottasse contro una brutta ondata di antisemitismo».
La cantante svedese Loreen, campionessa dell’Eurovision dello scorso anno – e uno dei soli due artisti a vincere il concorso due volte – ha esortato le persone a non chiudere la «comunità dell’amore» che è l’Eurovision. «Ciò che sta accadendo nel mondo oggi e in luoghi diversi sta distorcendo e traumatizzando tutti noi».
Le canzoni di quest’anno andavano dalla goffa nostalgia degli anni Novanta del finlandese Windows95man, che emerge da un uovo gigante sul palco indossando pochissimi vestiti all’irlandes Bambie Thug che evocava gli spiriti stregoni sul palco, mentre la Nebulosa spagnola ha rivendicato un termine usato come insulto alle donne in Zorra.
Dean Vuletic, un esperto della storia del concorso, ha affermato che nonostante la reputazione del concorso per il bubble gum pop usa e getta, l’Eurovision affronta spesso «questioni politiche e sociali come il femminismo, l’integrazione europea, l’identità di genere. E penso che quest’anno le canzoni siano state molto interessanti».
LE PAGELLE FINALI
- Svezia: la patria degli Abba si affida a due gemelli norvegesi, Markus & Martinus, forse consapevole che è difficile vincere per due edizioni consecutive. La canzone Unforgettable non morde. Voto: 5
- Ucraina: epopea folk e rap in un duo tutto al femminile. Drammatica. Specchio della situazione attuale in Ucraina. Voto: 6
- Germania: Isaak, ragazzone tedesco, ha una voce potente e presenta con grinta la sua Always on the Run. La canzone è una ballata intensa in crescendo, con tanto di coretto e parte sussurrata. Ricorda un po’ Rag’n’Bone Man. Voto: 7
- Lussemburgo: si fa rappresentare da Tali Golergant, madre peruviana e padre israeliano, cresciuta in giro per il Sudamerica, abitante a New York. Insignificante. Dicono che nel brano ci sia lo zampino di Dardust, non percepito. Voto: 4
- Israele: Eden Golan con la canzone Hurricane sfida i fischi dell’Arena e raccoglie applausi con un brano pop che parla di speranza, ben costruito e interpretato con classe. Molto d’effetto. Voto: 6.5
- Lituania: Sylvester Belt presenta Luktelk, cassa dritta e balletti. Voto: 3.5
- Spagna: il duo Nebulossa ha presentato la torrida Zorra, con la quale cerca di sdoganare un insulto sessista spagnolo (“zorra” si può tradurre nell’italiano “puttana”). Inserita tra le favorite dai bookmakers, ha qualcosa delle canzoni dei Righeira. Voto: 5
- Estonia: 5MIINUST and Puuluup presenta (nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi: si parla di droga, suona come una bizzarra filastrocca nordica in quattro quarti. Voto: 2
- Irlanda: l’irlandese “non binaria” Bambie Thug si definisce seguace di una corrente di stregoneria neopagana. Il brano Doomsday Blue mischia atmosfere satanico-metal. Mandatele un esorcista. Voto: 4
- Lettonia: anche Dons con Hollow cerca di imitare modelli anglosassoni. Glaciale. Voto: 4.5
- Grecia: echi di danza di Zorba, richiami arabi, elettronica trance, loop, nella confusionaria Zari di Marina Satti, cantante greca con origini sudanesi. Voto: 5
- Regno Unito: Olly Alexander ha molte chance per poter riportare oltre Manica il trofeo: la sua Dizzy strizza l’occhio al pop ballabile dei Pet Shop Boys. Voto: 6.5
- Norvegia: Gåte con Ulveham si muovono fra vicking rock e gothic metal. Voto: 5
- Italia: Angelina Mango con La noia porta una commistione di suoni e culture, orecchiabile e ballabile, presentata con un elegante balletto e sensuali costumi ricamati. Tiene molto bene il palco, con carisma e personalità. Voto: 8
- Serbia: eterea Teya Dora con Remonda. Noiosa. Voto: 4.5
- Finlandia: esibizione orrenda per No Rules!. Windows95man esce da un uovo di dinosauro vestito con la sola maglietta e per tutta l’esibizione si muove in modo da non far vedere quello che in tv non si può far vedere (nel dubbio indossava comunque un perizoma color carne). Voto: 2
- Portogallo: molto teatrale, ma ostica Iolanda con Grito, poco in sintonia con il clima giocherellone del contest. Voto: 5.5
- Armenia: Ladaniva con Jako non tradisce le sue origini e si affida alle tradizioni popolari armene. Molto gitana. Originale e divertente. Voto: 6.5
- Cipro: Silia Kapsis, australiana di Cipro, come tanti altri concorrenti con la sua Liarscimmiotta canzoni pop internazionali senza originalità e molto deja vu. Voto: 5
- Svizzera: Nemo, icona della comunità lgbtq, canta un inno alla fluidità di genere, gioca con l’ugola e il falsetto, tra elettronica e rap, Mika e James Bond: la sua The Code è molto variegata e non annoia. Voto: 7.5
- Slovenia: molto sensuale e appariscente Raiven con l’intensa Veronika. Voce da soprano. Voto: 6
- Croazia: Rim Tim Tagi Dim cantata da Baby Lasagna è considerata tra le favorite. Tamarro mix di folk croato e metal. Voto: 3
- Georgia: l’urlatrice Nutsa Buzaladze non eccelle con l’atletica Firefighter. Voto: 5
- Francia: Slimane rilancia la classica canzone sentimentale francese con Mon amour. Riuscirà a far breccia in una platea televisiva molto giovane? Interpretazione perfetta e coraggiosa (canta anche senza microfono). Voto: 7
- Austria: Kaleen con We Will Rave insegue le orme di Abba e Madonna senza averne il talento. Adrenalinica, comunque. Voto: 5
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