Disco

La luna calante dei Coldplay

– Stasera 2 ottobre nelle sale UCI l’anteprima del nuovo album “Moon Music” in uscita venerdì prossimo, sequel del loro tiepido sforzo fantascientifico “Music of the Spheres”
– Un disco che suona come se fosse stato scritto da un algoritmo chiamato ColdplAI: testi ingenui e sciropposi, un ostinato ottimismo che trionfa sempre e trasforma ogni canzone nell’emoji del cuore

Da quando Brian Eno ha prodotto il loro quarto album Viva la Vida or Death and All His Friends, i Coldplay – come dichiara il leader Chris Martin alla rivista NME – è stata spinta dai comandamenti dell’ex Roxy Music a rimanere «vera, curiosa e di mentalità aperta». Un processo che ha portato fino a Moon Music, decimo album della band e sequel del loro tiepido sforzo fantascientifico Music of the Spheres. L’album approfondisce la connessione umana con il cosmo, mescolando temi di amore, speranza e meraviglia esistenziale. 

Un disco, Moon Music, secondo il biondo frontman, fatto per «trovare la gioia» e carico di quella sensazione d’amore che riempie lo stadio ai loro concerti per renderlo «l’album più Coldplay dei Coldplay». Potremmo aggiungere che suona come se fosse stato scritto da un algoritmo chiamato ColdplAI.

Anche se Moon Music inizia forte, allontanandosi dall’ottimismo incrollabilmente allegro che riempie gli show dei Coldplay, l’album è un banale concentrato dei caratteri della musica della band britannica: testi ingenui e sciropposi, un ostinato ottimismo che trionfa sempre e trasforma ogni canzone nell’emoji del cuore o della faccina sorridente, romanticismo debordante sottolineato da spruzzate d’archi e sinfonie pop, coretti da stadio. E, infine, la morale che alla fine con l’amore si superano ogni difficoltà, guerre comprese. Un mondo fatto di arcobaleni e palloncini colorati, nel quale sono totalmente assenti l’ironia e la coscienza sociale, per concentrarsi sul trionfo personale.

Per tutti questi motivi, Moon Music è un album deludente. Che non riescono a risollevare neanche gli unici due brani che tentano di galleggiare nella mielosa e sdolcinata mistura sonora di Martin & soci: Jupiter, canzone su una ragazza queer incompresa, e We Pray che alza per un attimo la posta in gioco con le performance della rapper Little Simz e del cantante nigeriano Burna Boy, i canti di Baraye, voce delle proteste delle donne in Iran, e della palestinese Elyanna. 

L’album sarà presentato attraverso un’esperienza cinematografica speciale, per una sola notte, mercoledì 2 ottobre, in cui gli spettatori saranno tra i primissimi ad ascoltare Moon Music, che usicrà venerdì 4 ottobre. Il film è proiettato in Italia nella sale UCI (in Sicilia solo a Palermo).

La confezione EcoCD riflette la dedizione della band a pratiche rispettose dell’ambiente, utilizzando materiali sostenibili e riducendo l’impronta di carbonio associata ai supporti fisici. Dopo Moon Music seguiranno soltanto altri due album «veri e propri», ha annunciato Chris Martin in una intervista ad Apple Music. «Faremo solo dodici album», ha promesso. «Perché meno è meglio, e per alcuni dei nostri critici ancora meno sarebbe ancora di più! È davvero importante avere questo limite». A chi gli chiede perché sia stato scelto proprio questo numero Martin risponde senza pensarci due volte: per emulare i miti del rock che li hanno preceduti. «Ci sono solo sette Harry Potter. Gli album dei Beatles sono solo dodici e mezzo, Bob Marley circa lo stesso.  Inoltre, avere questo limite significa che il controllo della qualità è molto alto, il che è fantastico».

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