Storia

KENTO: così ho salvato 48 vite e ora lo rappo

 – “Nostra Signora delle Lacrime” è il nuovo singolo del rapper militante reggino che racconta la missione di ricerca e soccorso alla quale ha partecipato attivamente a bordo della nave Ocean Viking di SOS Mediterranee salpata da Siracusa
– Minacciati da parte della guardia costiera libica. «Quasi tutti i ragazzi mi hanno raccontato di aver vissuto la tremenda esperienza dei campi di schiavitù libici». «Appena siamo saliti sulla nave abbiamo cominciato a far festa, a cantare e suonare»

«Come è possibile credere alla bugia che, se questo mare è nostro, questa gente non lo sia?», con queste dirette e semplici rime Kento torna a denunciare quella strage silenziosa, in atto da anni nel Mediterraneo centrale. Primo artista musicale in assoluto a prendere parte ad una intera missione di ricerca e soccorso, nello specifico quella a bordo della nave Ocean Viking di SOS Mediterranee avvenuta nel dicembre 2024; Kento ha voluto cristallizzare questa esperienza nelle parole e nelle immagini di Nostra Signora delle Lacrime.

Imbarcatosi nel porto di Siracusa, è stato aggregato all’equipaggio dei gommoni di intercetto che per primi si avvicinano alle imbarcazioni in difficoltà ed effettuano materialmente le primissime operazioni di salvataggio ed il trasbordo sulla nave madre. Durante l’operazione, che ha portato al salvataggio di 48 ragazzi – quasi tutti minorenni – alla deriva in acque internazionali, i soccorritori hanno subìto una manovra intimidatoria da parte della guardia costiera libica, ad opera della famigerata Ubari 660. La motovedetta – regalo italiano alla guardia costiera libica – tristemente nota per aver già sparato addosso a un pescatore siciliano, ferendolo, nella primavera del 2021. Dopo gli attimi di paura e tensione, è arrivato il momento della musica e della festa, con Kento e i giovani naufraghi che hanno celebrato insieme, con un concerto sul ponte più ampio della nave, la gioia di essere vivi e di essere insieme.

«Quasi tutti i ragazzi mi hanno raccontato di aver vissuto la tremenda esperienza dei campi di schiavitù libici», racconta Kento. «Tanti di loro facevano musica, rappavano. Venivano dal Gambia. Appena siamo saliti sulla nave abbiamo cominciato a far festa, a cantare e suonare. È stato incredibile. Uno di loro mi ha detto: “48 ore fa pensavo di essere morto”. E infatti quando li abbiamo raggiunti erano tranquilli, rassegnati alla scomparsa. È quello che si chiama effetto sommergibile: ci sono studi che dimostrano che per esempio, mentre un sommergibile sta affondando, i marinai a bordo non vanno nel panico. Non ci sono vie d’uscita, hanno accettato il fatto che stanno per morire. Quindi quando abbiamo tirato su questi ragazzi, be’, loro sono nati due volte. La cosa che mi preoccupa ora è che fino a che erano sulla Ocean Viking sono stati trattati da esseri umani. In Italia, ora, non lo so. Sono tutti schiavi bambini, di fatto, erano in Libia già da molti anni. Una disgrazia disumana e indegna della nostra epoca, per la quale la politica europea di ieri e di oggi deve assumersi pesanti responsabilità. Portare la mia musica a queste persone coraggiose e sfortunate è stato il momento più emozionante della mia carriera e, con questo nuovo singolo, provo a trasmettere la stessa emozione a chi vorrà ascoltarlo».

Kento a bordo della Ocean Viking di SOS Mediterranee 
Le fasi dell’operazione di soccorso
La festa a bordo dopo il salvataggio dei naufraghi con Kento nel suo ruolo di rapper

Nelle liriche, le parole di Kento si alternano alle voci dei ragazzi registrate durante i primissimi momenti del salvataggio, trasponendo nelle rime tutte le emozioni e le sensazioni vissute durante i sedici giorni dell’imbarco. Una rap ballad dal sapore malinconico confezionata da Mad Simon, dove archi e cori sostengono un delicato e continuo pathos. Ad impreziosire il brano il contributo all’arrangiamento di Claudio Bruno, già compositore per Gazzelle, Fulminacci, Alfa ed i musicisti Gabriele Roia, Riccardo Roia e Tiziano Codoro.

«Ci siamo davvero commossi nell’ascoltare questo brano», racconta Valeria Taurino, direttrice generale di SOS Mediterranee Italia. «Chiunque sia stato a bordo riconosce nelle parole di Kento una verità poetica che lui è riuscito a condensare in questa canzone. Alla fine, è quello che gli artisti fanno, raccontare ciò che gli altri provano ma hanno difficoltà ad esprimere. E in questo brano c’è tutta la tragedia, la gioia, il coraggio e la paura di un atto semplice, umano, doveroso: salvare vite umane in mare. Grazie a Kento per averlo raccontato con le sue rime».

La pubblicazione è accompagnata dal videoclip realizzato da Davide Morabito con le immagini di Cecilia Palmeri per Factanza Media, dove sono ripresi tutti i momenti salienti della missione: dall’imbarco ai salvataggi, fino alla jam session finale improvvisata sul ponte.

Con Nostra Signora delle Lacrime Kento supporta SOS Mediterranee anche chiedendo a chi lo vorrà, di contribuire alle cause della ONG al link https://dona.sosmediterranee.it/kento.   

Francesco “Kento” Carlo, rapper militante di Reggio Calabria

Questa non è la prima impresa sociale di Francesco “Kento” Carlo, rapper militante di Reggio Calabria, che ha portato il suo hip hop d’impegno dalle carceri minorili al popolo palestinese. Come si racconta su Spotify, la sua carriera solista comincia con Sacco o Vanzetti nel 2009, con il quale rivendica l’eredità del rap combattente degli anni Novanta. Due anni dopo, con il collettivo Kalafro, fa uscire l’album Resistenza Sonora, definito «il primo disco prodotto dalla mafia» perché finanziato con i proventi dei beni sequestrati ai boss.

Nel 2014 Kento è in Palestina con il progetto HIP HOP Smash The Wall, in collaborazione con artisti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Nello stesso anno, vede la luce l’album blues/rap Radici, che si aggiudica il Premio Culture contro le Mafie. Nel 2016 pubblica il disco Da Sud e il libro Resistenza Rap: «una cronaca degli anni di viaggi, impegno e musica, il racconto della strada più difficile – ma anche più vera – che porta al palco».

Nel 2017 Kento viene premiato da Casa Memoria Impastato a Cinisi, in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Peppino, e dall’ANPI (associazione partigiani) per il lavoro sul ricordo della lotta di Liberazione tramite la musica. 

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