– Il 22 novembre esce il cofanetto per celebrare i 40 anni dell’album pubblicato nel 1984 che consolidò il successo mondiale dei Simple Minds. «Erano tempi emozionanti, stavamo cercando di fare un nuovo tipo di rock», dice il frontman della band scozzese, onesto nel rivelare alcuni punti deboli del lavoro
– Alcuni brani di quel disco, fra cui la popolare “Waterfront”, risuoneranno il prossimo 27 luglio al teatro antico di Taormina: concerto vicino al “sold out”. «A distanza di quattro decenni da quando siamo partiti, questo tour globale dimostrerà che i Simple Minds sono ancora vivi e vegeti!»
Pubblicato originariamente nel febbraio 1984, Sparkle In The Rain è stato il sesto album in studio dei Simple Minds, pubblicato subito dopo New Gold Dream del 1982 che aveva consolidato il loro successo commerciale, raggiungendo il primo posto in classifica nel Regno Unito (e la Top 20 in Australia, Canada, Germania, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Svizzera). Tuttavia, è con Sparkle In The Rain che il gruppo di Glasgow raggiunge un pubblico globale, grazie a una produzione raffinata e a brani destinati a diventare veri e propri inni. L’album è, infatti, un punto di incontro tra il sound atmosferico dei loro esordi e una maggiore attenzione alla melodia, all’epicità dei suoni e alla grandiosità orchestrale.
In questo lavoro, i Simple Minds sembrano voler abbracciare un’estetica più mainstream, una scelta che li porterà a confrontarsi con nuovi orizzonti commerciali senza mai perdere la loro essenza artistica. La loro miscela di rock, elettronica, e new wave diventa più accessibile ma non meno ambiziosa. In fondo, i Simple Minds non hanno mai cercato la popolarità a buon mercato: ogni album è stato, piuttosto, un tentativo di raggiungere nuove vette sonore, e questo disco ne è l’esempio più evidente.
Jim Kerr: era un nuovo tipo di rock
«Erano tempi emozionanti», commenta Jim Kerr. «Amavamo i concerti e il modo in cui stava andando tutto, ma allo stesso tempo eravamo disperati per arrivare alla fase successiva. C’era una grande fame nella band. Non solo Charlie Burchill e Mick MacNeil avevano idee di songwriting, ma anche Derek Forbes. Eravamo sempre in procinto della prossima cosa nuova, e questa è davvero la storia di quei primi anni in evoluzione in Simple Minds».
«C’era un’eccitazione e fiducia», continua Kerr. «Penso che si possa sentirlo anche nella musica, c’è una robustezza nel suono. È un suono, un approccio e uno stile diversi rispetto a New Gold Dream. Con New Gold Dream stavamo quasi cercando di scrivere un nuovo tipo di pop. E nel 1982 non eravamo gli unici a provare questo. ABC, The Human League, Associates, The Cure e U2 stavano tutti cercando di fare la loro nuova versione di pop. Nel nostro caso, quando siamo arrivati a Sparkle In The Rain, stavamo cercando di fare un nuovo disco rock. Ascolta Up On The Catwalk o Waterfront, è molto dinamica rock, ma non è il rock di Aerosmith, Led Zeppelin o AC/DC. Per noi era un nuovo tipo di rock».
La produzione affidata a Steve Lillywhite
La produzione dell’album è affidata a Steve Lillywhite, noto per il suo lavoro con gruppi come U2 e Peter Gabriel, che ha saputo esaltare le potenzialità sonore dei Simple Minds. Lillywhite porta l’album a un livello superiore in termini di pulizia sonora, con un uso sapiente delle dinamiche e delle atmosfere che risaltano ogni strumento. La band si spinge più in là rispetto ai precedenti lavori, abbracciando un suono più ricco e pieno, con un grande spazio per le tastiere, le percussioni e le chitarre che rimbalzano, producendo un effetto di grande impatto emotivo.
Il lavoro di Lillywhite, in particolare, è visibile nelle tracce più epiche, dove i ritmi incalzanti di batteria e basso sembrano seguire il battito cardiaco del disco, mentre le linee di chitarra e le tastiere creano una sensazione di vastità, come se il suono dovesse abbracciare l’intero universo.
Le tracce: la forza della melodia
Sparkle In The Rain è un album ricco di momenti memorabili. Tra questi, Waterfront è probabilmente la traccia che meglio rappresenta il cambiamento sonoro e la grandezza emotiva dell’album. Il brano ha una melodia inconfondibile, un’introduzione potente e un crescendo che lo rende immediatamente coinvolgente. Il testo– che parla di rivincita e di sfide personali – è emblematico della poetica della band in quel periodo, un mix di introspezione e di dichiarazioni universali.
Altre tracce significative includono Speed Your Love To Me, con un ritmo frenetico e incalzante che si sposa perfettamente con l’idea di “velocità” e di passione; Up On The Catwalk, che riflette il carattere ambizioso della band e la loro ricerca incessante di nuovi orizzonti; e Book of Brilliant Things, un pezzo che riesce a mescolare introspezione e brillantezza melodica, diventando un vero e proprio inno all’arte e alla creatività.
Ma forse la vera forza di Sparkle In The Rain risiede nell’approccio alla musica che non è solo tecnica, ma anche emotiva. Le atmosfere costruite con i suoni sono incredibilmente potenti, creando l’effetto di un album che sa raccontare storie senza bisogno di parole. La musicalità che permea ogni traccia è il cuore pulsante di un’opera che si nutre di speranza, di passione e di energia.
I temi e la poetica dei Simple Minds
Nel cuore di Sparkle In The Rain c’è una continua ricerca di se stessi, un’ossessione per la visione e il desiderio di una vita migliore. Ma, al contempo, i testi rivelano anche una certa fragilità, una consapevolezza della lotta interna. Il leitmotiv che lega l’album sembra essere una tensione tra il bisogno di raggiungere una sorta di salvezza e l’impossibilità di trovarla facilmente. I testi delle canzoni sono pieni di metafore, immagini poetiche che si riflettono nel suono stesso della musica.
In Waterfront, per esempio, il concetto di acqua diventa simbolo di una continua purificazione, di un viaggio che non ha mai fine. Up On The Catwalk esprime l’idea di esporsi, di mostrarsi al mondo nonostante le difficoltà. La scelta di posizionare un tema di “catwalk” (la passerella) nel titolo suggerisce una riflessione sulla vanità, sul mondo dello spettacolo e sull’ossessione per l’immagine, mentre Speed Your Love to Me potrebbe essere vista come una richiesta di immediatezza, una brama di emozioni forti.
Anche Book of Brilliant Things assume un significato profondo, quasi filosofico, con il concetto di “libro delle cose brillanti” che invita a considerare la bellezza delle piccole cose della vita, dei dettagli che spesso vengono trascurati nella frenesia del quotidiano.
La popolarità della band
Nonostante il successo commerciale, Sparkle In The Rain non è stato privo di critiche. Alcuni puristi del primo periodo della band lo considerano un album troppo “patinato”, dove la ricerca di un sound più “americano” avrebbe potuto soffocare quella vena sperimentale che caratterizzava i lavori precedenti. Lo stesso Kerr non è completamente soddisfatto del risultato: «La gente dice: “Oh, penso che il disco sia completo”, ma per la prima volta in assoluto abbiamo usato una cover, Street Hassle (di Lou Reed). Non avevamo abbastanza canzoni e anche se ci sono un paio di buone canzoni sul secondo lato, The Kick Inside Of Me e C’Moon Cry Like A Baby, avrebbero potuto beneficiare di più tempo di scrittura».
Tuttavia, è indubbio che Sparkle In The Rain abbia avuto un impatto enorme sulla musica degli anni Ottanta, anticipando tendenze che sarebbero esplose nella seconda metà del decennio. Non solo ha reso i Simple Minds più accessibili a un pubblico globale, ma ha anche reso le sonorità post-punk e new wave parte integrante del mainstream.
L’album è stato un successo commerciale, raggiungendo la top ten in vari Paesi, tra cui il Regno Unito, dove è rimasto nelle classifiche per settimane. In particolare, il singolo Waterfront è diventato uno dei più grandi successi della band. Il suo impatto è stato tale che ancora oggi, a distanza di decenni, la canzone è una delle più richieste nei concerti dal vivo dei Simple Minds. E certamente lo si riascolterà nel Global Tour che domenica 27 luglio porterà Jim Kerr & company al teatro antico della “sua” Taormina. E, a conferma del grande fascino e richiamo che la band suscita nel mondo, l’evento si avvicina già al “tutto esaurito” e quasi la metà dei biglietti sono stati acquistati da spettatori di provenienza estera: ben 1.185 su un totale di 2.469. Forte anche il richiamo di pubblico che ha risposto all’evento dal resto dell’Italia, come testimonia il dato delle vendite registrate per il 65% sul totale da fuori regione e solo per il 35% da acquirenti siciliani.
«I concerti sono la linfa vitale dei Simple Minds, è dove noi e il nostro pubblico prendiamo vita e vigore attraverso la musica», è il proclama di Jim Kerr. «A distanza di quattro decenni da quando siamo partiti, questo tour globale dimostrerà che i Simple Minds sono ancora vivi e vegeti!».
L’album rimasterizzato
In occasione del quarantennale dell’album, il 22 novembre esce Sparkle In The Rain 40th Anniversary, cofanetto composto da quattro CD. Il primo disco è una rimasterizzazione dell’album originale (rimasterizzata agli Abbey Road Studios da Andrew Walters e supervisionata da Charlie Burchill). Il secondo disco contiene B sides e rarità, tra cui una versione live di Hunter And The Hunted che mostra il sound in evoluzione della band; il remix di Waterfront (Steve Lillywhite ha inserito in loop la batteria per creare un’intro più lunga, oltre a una strumentazione spoglia per ottenere una traccia più “dilatata”), Speed Your Love To Me, Up On The Catwalk e A Brass Band In Africa e Bass Line, la base strumentale originale che è diventata White Hot Day. Il terzo e quarto disco contengono un concerto registrato al Barrowland nella città natale della band, Glasgow, il 28 febbraio 1984 e una sessione radio alla BBC del settembre 1983.Il cofanetto include anche un booklet di 36 pagine con ampie note biografiche di Simon Cornwell (SimpleMinds.org), interviste con Jim Kerr e Charlie Burchill, oltre a numerose foto rare della band e memorabilia dell’epoca.