– “Soft Focus” si chiama il nuovo album per indicare un genere musicale dall’estetica soffice e l’uso di una tecnica fotografica
– L’australiano sembra l’incrocio fra Ray Manzarek dei Doors e uno dei Bee Gees. Dai Caraibi alla Norvegia per stabilirsi a Londra
Immaginate se Ray Manzarek dei Doors fosse il frontman dei Bee Gees… È una perfetta introduzione visiva a Joel Sarakula, un artista australiano residente nel Regno Unito che scrive, produce e canta soulful pop, osservando il mondo contemporaneo attraverso occhiali vintage, fili vintage e lunghi capelli biondi. La sua musica è ispirata a una ricca tavolozza ispirata agli anni Settanta, che attinge a influenze soft-rock, funk e disco: jam solari e ritmate per tempi più bui. Consapevole di apparire e talvolta suonare come il figlio illegittimo di Ray Manzarek e dei fratelli Gibb, il suo senso dell’umorismo e l’autoironia sono sempre sotto la frangia.
Nato a Sydney, residente nel Regno Unito e con una visione internazionale, Sarakula è un cantautore che ha viaggiato per il mondo alla ricerca della sua musa, sperimentando di tutto, dall’essere vittima di furti d’auto nei Caraibi all’esibirsi nei remoti villaggi di pescatori della Norvegia, prima di stabilirsi nel Regno Unito. Da allora ha pubblicato album come Island Time (2023), Companionship (2020), Love Club (2018) e The Imposter(2015) che hanno collezionato ascolti in rotazione nelle radio nazionali del Regno Unito e in Europa e lo hanno fatto notare sul New York Times, The Independent (Regno Unito), The Irish Times, Rolling Stone Germania, El Pais (Spagna) e Sydney Morning Herald.
È stata una lunga strada per raggiungere il suo attuale status di artista di culto dagli inizi al pianoforte da giovane nella periferia di Sydney, scrivendo e cantando canzoni quando era adolescente e sul palco a quindici anni suonando standard jazz nel suo golf club locale. «Ho avuto umili origini, è meglio non ricordarle», canta nella sua canzone influenzata dal boogie I’m Still Winning.
Il nuovo album di Joel Sarakula Soft Focus è un album di metà carriera che abbraccia le sue numerose influenze e generi, tra cui soft rock, funk e indie pop, tutti riuniti sotto l’ombrello del suo sguardo gentile e di un’estetica soffice come indica il titolo Soft Focus, che è anche il nome di una tecnica fotografica nata da un’aberrazione sferica dell’obiettivo in cui l’immagine è un po’ sfocata e indefinita.
È un titolo appropriato. Come portatore di occhiali (vintage) per tutta la vita, Sarakula sa molto sulle aberrazioni sferiche. Forse ha prodotto queste canzoni senza occhiali, poiché sono vignette astratte e calde, che non si attardano mai troppo e per questo motivo Sarakula riesce a presentare dodici nuove tracce in Soft Focus. I punti salienti includono una delle due tracce prodotte da Shawn Lee I’ll Get By Without You e Telephone Calls, il ritmo più rock e iberico di King Of Spain, l’affermazione soul di Back For Your Love e le psichedeliche Bird Of Paradise e Microdosing.
Soft Focus è un album mirabilmente realizzato e ben rifinito. Sembra il culmine delle avventure di Sarakula nel soft-rock soul e la sua affermazione definitiva nel genere. Mentre saranno fatti paragoni con progetti contemporanei come Young Gun Silver Fox, Drugdealer, Benny Sings e Prep di Shawn Lee, oppure trovati echi delle icone soft-rock Ned Doheny, Boz Scaggs, Todd Rundgren e Michael Franks.
Joel Sarakula è una presenza fissa nel circuito dei festival e dei club, avendo suonato ai festival SXSW, Primavera Sound e Glastonbury. Da sempre internazionalista, fa tournée con una pick-up band proveniente da ogni territorio in cui suona: una di Barcellona per la Spagna, un’altra di Berlino per la Germania e così via. Questo scambio interculturale è un altro eco degli anni Settanta, quando artisti soul e pop che viaggiavano per il mondo dagli Stati Uniti facevano lo stesso, garantendo che gli spettacoli dal vivo rimanessero freschi, emozionanti e assolutamente contemporanei.