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Il rock torna alla Favorita? Una sconfitta

A perdere è la musica che ancora non ha un luogo adeguato all’ascolto e alla visione, come lo hanno avuto e lo hanno il melodramma e gli sport. Nei 26 anni di chiusura dello stadio palermitano agli eventi pop, né le istituzioni né i privati hanno provveduto a realizzare uno spazio adatto

Ovunque andavano i greci sceglievano il pendio adatto per poter appoggiare direttamente sul terreno i gradini che avrebbero costituito la platea di un teatro. L’inclinazione e la forma a imbuto della gradinata permettevano di offrire a tutti gli spettatori lo stesso rapporto di visibilità e di acustica rispetto al proscenio. Il teatro per i greci non era un semplice momento di svago e divertimento, ma un momento in cui la comunità si riuniva per celebrare le antiche storie del mito, patrimonio comune della cittadinanza. Lo spettacolo teatrale era per gli antichi greci un vero e proprio rito religioso, cui partecipavano cittadini di ogni classe sociale e condizione economica, considerato uno strumento di educazione della comunità.

Nell’Antica Roma, accanto ai teatri cominciarono a nascere gli anfiteatri, di forma ellittica, o le arene che ospitavano spettacoli cruenti come i combattimenti fra gladiatori o con le bestie, le corse dei carri o gare di atletica. Il divertimento prevaleva sulla cultura, tanto da scatenare l’invettiva di Giovenale Panem et circenses

Il Teatro della Scala a Milano

Fortunatamente, l’insegnamento dei greci non venne perduto. Ed i teatri hanno continuato a essere il fulcro delle comunità. Non nasceva città, piccola o grande che fosse, senza teatro. E quando al teatro cominciò a legarsi la musica, come nell’Italia dell’Ottocento, ci si industriò per realizzare teatri d’opera, strutture adeguate a ospitare il melodramma, dall’acustica perfetta. Così come, quando i calciatori sostituirono il vuoto lasciato dai gladiatori, ci si preoccupò di innalzare templi moderni al dio Pallone.

Insomma, dal teatro all’opera, dai gladiatori al calcio, è sempre corrisposto un luogo ideale per accogliere gli spettatori e farli assistere adeguatamente allo spettacolo offerto. Sempre. Tranne per la musica rock. Che, invece, si è dovuta adattare a strutture preesistenti e costruite per altri fini con incisive conseguenze sul modo di vivere quella musica. I teatri dove si recita, i palasport dove si gioca a basket, gli stadi di calcio. O i monumenti un po’ troppo gracili per ricevere orde di persone e una massiccia dose di decibel. 

Lo Sphere di Las Vegas

«Lì ci si scontra con un’acustica tutt’altro che ottimale, dato che non sono posti concepiti per esaltare il suono», ha recentemente commentato il chitarrista The Edge degli U2. «È una lotta continua per superare l’impronta che il luogo dà all’audio. Il divario tra ciò che si vorrebbe far sentire e ciò che effettivamente esce spesso è enorme».

C’è stato, in Italia, qualche tentativo più o meno riuscito – a Roma, con il Parco della musica -, altri fallimentari – a Catania con le Ciminiere – , per il resto siamo ancora all’anno zero. Così nel nostro Paese, come all’estero, sono gli spazi aperti dei grandi festival a essere lo scenario migliore per i grandi concerti rock.

IL concerto di Vasco Rossi allo Stadio “Barbera” alla Favorita di Palermo

Per questi motivi la riconquista da parte di Vasco Rossi dello stadio Barbera di Palermo non è, né può essere un motivo di entusiasmo. Tutt’altro. È segno di una sconfitta scottante. Perché, se dopo 26 anni si deve ancora sperare nella concessione della Favorita e non è stata ancora realizzata una location più adeguata ad accogliere eventi rock, significa che qualcuno ha fallito. Le istituzioni? Senz’altro. Perché invece di favorire le aperture di luoghi di cultura, li fanno chiudere (non ultimo lo scandalo del Palasport di Acireale). I privati, anche. Perché invece di lamentarsi dell’assenza di strutture in Sicilia per i concerti, in tutti questi anni avrebbero potuto unirsi e provvedere loro stessi a creare un luogo dove organizzare spettacoli. 

The Sphere, il nuovo spazio per eventi che in ottobre verrà inaugurato dagli U2 a Las Vegas, promette di offrire un’esperienza immersiva senza precedenti e di essere il prossimo passo in una relazione complessa: quella del suono e dell’architettura.

Negli stadi ci si scontra con un’acustica tutt’altro che ottimale, dato che non sono posti concepiti per esaltare il suono. È una lotta continua per superare l’impronta che il luogo dà all’audio. Il divario tra ciò che si vorrebbe far sentire e ciò che effettivamente esce spesso è enorme

The Edge

«La forma sferica può essere spiegata da motivi estetici, ma in termini di acustica non è la più appropriata», avvisa Teresa Bravo, ricercatrice senior del CSIC ed esperta di acustica ambientale. Che, tuttavia, valorizza alcuni aspetti dello Sphere. «Il fattore fondamentale nel condizionare un locale per la musica dal vivo è il tempo di riverbero, che dipende dalla frequenza e dalla distanza. Ci saranno sempre posizioni o sedute che hanno una migliore ricezione del suono e altre in cui il tempo di riverbero non può essere ottimizzato al meglio, ma i sistemi di riproduzione, il numero di altoparlanti e come sono distribuiti possono influenzare questo».

Il pubblico allo stadio “Barbera” per il concerto di Vasco

Storicamente, l’eccellenza acustica nei locali di musica dal vivo sembra essere stata curata solo nei grandi teatri di musica classica, e non tanto in quelli dedicati alla musica popolare. Il fattore economico e l’apparentemente minore richiesta da parte del pubblico sembrano essere fondamentali in questo, e anche la cultura di ciascun Paese incide. Il mondo anglosassone è avanti, nel resto d’Europa di solito non ci si preoccupa più di tanto. I locali soffrono o stanno per chiudere, quindi non si mettono in gioco, e non ne hanno bisogno neanche i festival, che con la loro formula si riempiono. 

Ai costi che hanno raggiunto i biglietti e viste le condizioni disagiate da affrontare per assistere a un concerto, tanto vale vederlo su YouTube in differita di qualche ora e creandosi la scaletta ideale. Oppure aspettare il film.

1 Comment

  • Mario Annino Giugno 24, 2023

    Bravo, è giusto aprire questo dibattito con domande che neanche gli organizzatori – a caccia soltanto di guadagni e senza alcun amore per la musica – non si pongono. E’ doveroso che come la musica lirica anche quella rock abbia i suoi “templi”, luoghi dove si possa ascoltare senza rimbombi e si possa vedere l’artista e non guardarlo sui maxischermo, allora lo vedo in tv. Fate bene ad aprire questo dibattito, anche se sono in pochi a capire. Bravi

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