– La cantautrice palermitana sigilla con questo riconoscimento un ciclo eccezionale cominciato con l’album “Parru cu tia” «e apre una finestra sul prossimo progetto intitolato “Muta”», annuncia
– «È un premio che mi porta tanta bellezza e tanta gioia. Mi rappresenta, anche Rosa combatteva tante guerre. Purtroppo, dai suoi tempi la condizione delle donne non è molto migliorata»
– La cerimonia di consegna il 15 marzo a Palermo. Fra i vincitori anche Pippo Balistreri, direttore palco di Sanremo, Angelo Argento, Donatella Massimilla, Nicolò La Perna, Salvatore Cusimano, Giuseppe Giordano
Sono Manuela Di Salvo, in arte Manutsa, cantante impegnata contro la discriminazione di genere e la violenza sulle donne; l’avvocato Angelo Argento, presidente di Cultura Italiae e direttore generale esecutivo del World Culture Programme; Donatella Massimilla, attrice e direttrice artistica del CETEC e della Casa Museo di Alda Merini; il giornalista Salvatore Cusimano, già direttore della sede siciliana della Rai; Nicolò La Perna, fondatore della “Casa di Rosa” a Licata; Pippo Balistreri, direttore di palco del Festival di Sanremo, i vincitori del XXIV edizione del Premio “Rosa Balistreri e Alberto Favara”.

Con questo premio Manutsa sigilla un ciclo eccezionale cominciato quattro anni fa con l’album Parru cu tia – La Voce delle Donne, seguito dall’ingresso nella cinquina finalista delle targhe Tenco e da tanti altri riconoscimenti. «Assolutamente sì, probabilmente è dovuto al fatto che il trascorso di Rosa va a coincidere con quello che è stato il progetto di Parru cu tia e di quello che sarà quello futuro che si chiama Muta. Se nel precedente ho omaggiato Giuni Russo, nel prossimo ci sarà Rosa Balistreri», commenta la cantautrice palermitana. «Sì, è un riconoscimento che conclude un capitolo, ma apre una finestra sul prossimo lavoro».
- Tu sei sempre in prima linea sul fronte della difesa e delle rivendicazioni dei diritti delle donne, nelle battaglie contro gli abusi ed i femminicidi. Dai tempi di Rosa è migliorato il ruolo delle donne in Sicilia, anche nell’ambito musicale?
«Nell’ambiente musicale qualcosa è sicuramente cambiata, non è cambiata la storia. È rimasto tutto fermo lì: tempi di abusi, di fame e di guerra non sono cambiati. Rosa li cantava in Rosa canta e cunta, siamo nel 2025 e abusi, fame e guerre continuano a persistere. La donna mantiene ancora oggi un ruolo sempre più marginale rispetto alla figura maschile. Lo commentavo l’altro giorno, parlando del Festival di Sanremo: in 75 edizioni è stato condotto soltanto da quattro donne».
- Anche i primi in classifica quest’anno sono stati tutti uomini.
«Ci sono donne che si muovono bene nell’ambiente musicale, soprattutto nel milanese. Ottime produttrici, ottime discografiche. In Sicilia tutto prende un’altra piega. A volte siamo noi stesse ad affibbiarci dei ruoli dei quali non abbiamo bisogno. Ci appoggiamo agli altri e, quindi, ci appoggiamo all’uomo. Potrebbe sembrare la strada più comoda. Che tristezza: perché andare a cercare la strada più facile e non trovarla già facile di suo? Me lo chiedo… Boh, non lo so…. E poi c’è troppa invidia fra noi donne. O ci proiettiamo altrove, oltre Oceano, o rimaniamo qua nel nostro circoletto vizioso, facendo finta che vada tutto bene».
- La Sicilia ha dato la prima cantautrice donna, Rosa Balistreri, e la prima pianista jazz, Dora Musumeci. Rosa è stata riscoperta e rivalutata con molto ritardo, la seconda è dimenticata.
«Neanche nelle strade. A Palermo c’è una via Rosa Balistreri larga due metri, in periferia, quasi ai piedi di Monreale: è un bugigattolo di strada, ci passi con le biciclette. È una presa in giro. Si fanno le manifestazioni, le mimose, ma in realtà la quotidianità finisce nella stessa storia, che è quella di ieri, quella di oggi e probabilmente quella di domani. Non c’è una rivoluzione. Almeno in Sicilia. Ma, molto probabilmente, prima deve cambiare la mentalità delle donne. Sì, questo è un premio che mi porta tanta bellezza e tanta gioia. È un premio che mi rappresenta, anche Rosa combatteva tante guerre e non aveva alcuna invidia».
- Quando uscirà il nuovo album e perché il titolo “Muta”?
«Esce in settembre. “Muta” non vuol dire “zitta”, ma mutazioni, anche musicali. Alla scrittura collaborano Tony Canto e Kaballà per dare valore al mio progetto. Ho chiesto loro di entrare nella testa delle donne e di aprire tutti i cassettini e vedere quello che trovano. È un lavoro con il quale ci affacciamo a un muovo mondo. Se le musiche di Parru cu tia sono electro-folk, Muta è follia, un miscuglio di energia».

La cerimonia di consegna del premio “Rosa Balistreri e Alberto Favara” si svolgerà sabato 15 marzo (ore 21) all’Auditorium Rai di Palermo. Il Premio speciale “Alberto Favara” sarà dato a Giuseppe Giordano, docente di etnomusicologia all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Durante la serata, condotta da Mario Azzolini, saranno proiettati video del documentario Parlami di Rosa, realizzato dal filmmaker Fabio Pannetto, e de L’amore che ho, film di Paolo Licata dedicato alla storia di Rosa Balistreri e liberamente ispirato al libro di Luca Torregrossa, nipote della Balistreri.
«Quest’anno, per la prima volta, il premio avrà il patrocinio del Comune di Licata, con il quale abbiamo iniziato un percorso di collaborazione inteso a diffondere anche tra le nuove generazioni la conoscenza di Rosa Balistreri», aggiunge il direttore artistico del premio, Giovanni Apprendi, che è pure il presidente dell’associazione Conca d’Oro, da sempre organizzatrice del premio.
Il Premio onora il ricordo di due grandi protagonisti del canto popolare siciliano: Rosa Balistreri, cantautrice di Campobello di Licata, che ha cantato l’insoddisfazione e le lotte dei lavoratori delle miniere o dei contadini, alle donne vittime di violenza e assoggettate ad una cultura profondamente patriarcale, alla rabbia, al dolore, alla rassegnazione degli ultimi. Alberto Favara, nato a Salemi nel 1863, autore del Corpus – due fondamentali volumi che si trovano al Museo Etnografico Siciliano intitolato a Giuseppe Pitrè – che ha tramandato ai nostri giorni melodie, ritmi di danze e di lavoro, musiche strumentali, grida di venditori del folklore siciliano.