Disco

Il “Musicante” PINO DANIELE

– Viene ristampato in una versione speciale lo storico album pubblicato 40 anni fa. «Ma non è solo una semplice ristampa, è la ricostruzione del suo processo creativo», sottolinea il figlio Alessandro Daniele
– Il successo di “Again” ha dimostrato che «c’è tanta voglia di ascoltare Pino, ma anche voglia di qualità, che forse manca un po’. Cose fatte bene, ma mancano i contenuti». Le iniziative per il doppio anniversario del 2025

Il 4 gennaio 2015 Pino Daniele moriva improvvisamente, lasciando nella musica un vuoto incolmabile. Nell’anno del decennale dalla scomparsa, che corrisponde anche ai 70 anni dalla nascita del cantautore napoletano, tante sono le iniziative per omaggiarlo. Tra queste la pubblicazione, venerdì 13 dicembre, di Musicante 40th Anniversary Album, ristampa speciale di un album (Musicante) che ha segnato la musica italiana a quarant’anni dalla sua uscita.

«Ma non è solo una semplice ristampa, è la ricostruzione del suo processo creativo», sottolinea Alessandro Daniele, figlio di Pino e presidente della Fondazione Pino Daniele. «L’obiettivo è valorizzare la ricerca musicale di mio padre per un documento, come chiamava lui i suoi lavori, a scopo didattico che strizza l’occhio soprattutto a chi studia musica. Tanti giovani hanno bisogno di capire cosa è la ricerca musicale, come si riesce ad innovare. Lui lo faceva ed è diventato un caposcuola. Abbiamo scoperto versioni alternative meravigliose, british o americane, dei brani registrati che fanno capire il lavoro che fece sulla ricerca di un suono più mediterraneo».

A cura della Fondazione e prodotto da Warner Music Italy, il cofanetto comprende l’album del 1984 rimasterizzato da Pino “Pinaxa” Pischetola e Studio Session, ovvero le recording session inedite di ogni brano registrate in presa diretta tra gennaio e settembre del 1984 che evidenziano la capacità di Daniele di fondere mondi diversi e di comunicare sentimenti attraverso un linguaggio musicale universale che unisce italiano, napoletano e inglese e lo consacra come un “musicante” libero che sa sempre dove dirigere la propria musica. 

Pino Daniele, Napoli, 19 marzo 1955 – Roma, 4 gennaio 2015

In Musicante, Napoli e il resto del mondo hanno lo stesso peso in un sound che tiene insieme world music, soul, fusion, jazz, r’n’b, Murolo, De Simone, Carosone e quel rock che pure Just in mi definisce come musica «pe’ tutt’e figlie e papà/ travestiti ‘a intellettuale/ ca nun tenono genio e fatica’». Napoli guarda all’America, al Brasile, alle vicine coste d’Africa, la chitarra è ponte (multiculturale) su cui ballano incoscienti quei Lazzari feliciprotagonisti della canzone capolavoro, tra le vette dell’arte del cantautore, sospeso tra suono elettrico ed acustico. Il berimbau di Nanà Vasconcelos brilla in Lassa che vene, una perla arabo-partenopea-latina, ma il disco vede anche il ritorno di Alphonso Johnson al basso e l’arrivo di Mel Collins al sax, al fianco di Rino Zurzolo e Joe Amoruso, sopravvissuti alla fine del supergruppo verace. Accanto a loro Agostino Marangolo, Karl Potter, il maestro Bruno De Filippi all’armonica a bocca. La lingua? Napoletano, italiano, inglese. Un esperanto linguistico.

«Più che un prodotto discografico è un’esperienza di ascolto, in cui si possono apprezzare gli assoli di papà, di chitarra, basso, batteria», continua Alessandro Daniele. «Le fondamenta sulle quali lui poi costruiva il tutto». Uno sguardo, dunque, sul metodo di lavoro di Pino Daniele e anche sulla sua vita privata con un booklet impreziosito da foto inedite.

Dai cassetti privati è uscito anche il brano inedito Again, pubblicato il 29 novembre e che insieme al live contest Musicante Award – Premio Pino Daniele e all’album porta il sigillo del “70/10 Anniversary”, il marchio distintivo, ideato dalla Fondazione Pino Daniele, che garantisce l’ufficialità degli eventi dedicati a Pino Daniele nel 2025. 

«Stiamo lavorando alle iniziative per i 10 anni dalla morte e ai 70 dalla nascita da un paio d’anni, anche se gli omaggi a papà non sono mai venuti meno in questi anni. Il premio per giovani artisti in particolare è una iniziativa cui teniamo: non volevamo solo un faro sulla sua figura, ma che fosse qualcosa che valorizzasse i valori di Pino, il suo impegno sociale».

L’accoglienza avuta da Again ha dimostrato quanta voglia ci fosse di ascoltare ancora Pino Daniele, uno dei simboli di Napoli. «C’è tanta voglia di ascoltare Pino, ma anche voglia di qualità, che forse manca un po’. Cose fatte bene, ma mancano i contenuti. C’è ancora tanto materiale che può regalare la creatività di mio padre, ma per un progetto discografico c’è da pensarci: mettere insieme cose diverse di periodi diversi non sarebbe come un suo concept album. È ancora così tanto amato perché è stato un artista vero che si è raccontato e ha raccontato la sua città, rimanendo nella memoria storica».

Il 2025 vedrà anche la realizzazione di un documentario sulla vita di Pino Daniele con la regia di Francesco Lettieri. «È la prima volta che ho dato accesso agli archivi della fondazione. Ci sono materiali fotografici e video inediti anche del nostro privato». 

A marzo, dal 19, giorno di nascita dell’artista, aprirà anche una mostra a Palazzo Reale a Napoli, arriverà poi un libro fotografico di Roberto Panucci sugli ultimi quattro anni di tournée e tornerà in scena uno spettacolo di Mariangela D’Abbraccio, con le musiche di Pino Daniele.

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