– Oltre mille musicisti – tra cui Paul McCartney, Elton John, Damon Albarn, Kate Bush e Annie Lennox – hanno pubblicato un album completamente silenzioso per protestare contro l’intelligenza artificiale
– Si calcola che a causa di questa nuova tecnologia le persone che lavorano nella musica perderanno un quarto del loro reddito. Ogni giorno alle piattaforme di streaming vengono inviati 10mila brani generati da robot
Oltre 1.000 artisti, tra cui Paul McCartney, Elton John, Damon Albarn, Kate Bush e Annie Lennox, hanno preso parte alla pubblicazione di un album completamente silenzioso realizzato per protestare contro le modifiche proposte alle leggi sul copyright relative all’intelligenza artificiale pianificate dal governo del Regno Unito. Intitolato Is This What We Want? (È questo ciò che vogliamo?), l’album è completamente silenzioso e vuole avere lo scopo di sensibilizzare sul potenziale impatto che l’IA potrebbe avere sull’industria musicale.
Il lancio dell’album è stato accompagnato da un appello pubblicato sul Times con oltre mille firmatari, inclusi Sting, Damon Albarn, Ed Sheeran e Dua Lipa, oltre agli scrittori Kazuo Ishiguro, Michael Morpurgo ed Helen Fielding, in cui si legge che il silenzio registrato negli studi del Regno rappresenta l’impatto devastante che avrebbe sugli artisti la riforma del copyright voluta dall’esecutivo britannico. «La proposta del governo consegnerebbe il lavoro di una vita svolto dai nostri musicisti alle società di intelligenza artificiale, gratuitamente», ha affermato l’organizzatore dell’iniziativa Ed Newton-Rex. «È un piano che non solo sarebbe disastroso per i musicisti, ma è del tutto inutile. Il Regno Unito può essere leader nell’intelligenza artificiale senza compromettere le nostre industrie creative leader a livello mondiale». Tutti i proventi guadagnati dalla vendita dell’album saranno devoluti all’associazione benefica Help Musicians.
In futuro l’intelligenza artificiale potrà forse creare una canzone indistinguibile, in superficie, da una umana, ma sarà per sempre una replica, qualcosa di grottesco. Le canzoni nascono dalla sofferenza e gli algoritmi, per quanto ne so, non sono in grado di predire la complessa lotta umana per la creazione. Diventeremo solo cose che consumano roba. Non faremo più cose, consumeremo solo roba. È spaventoso. È un atto di distruzione di tutto ciò che è stato prodotto in passato. C’è bisogno dell’umanità
nick cave
L’iniziativa nasce in risposta alla proposta del governo di Londra di modificare le leggi sul copyright, rendendo più facile per le piattaforme di IA sviluppare e addestrare i loro modelli utilizzando opere protette da diritto d’autore, senza bisogno di licenza. I diritti d’autore potrebbero non essere rispettati se il materiale è utilizzato a scopi di ricerca, a meno che i titolari dei diritti non scelgano di essere consultati prima dell’utilizzo.
Fra i primi a lanciare l’allarme era stato McCartney, leggenda dei Beatles, del rock e del pop mondiale in una rara intervista concessa il mese scorso alla Bbc. Intervista nella quale sir Paul aveva alzato la voce in difesa dei diritti d’autore, messi potenzialmente a rischio da un utilizzo sregolato dell’IA, e contro lo stesso governo Starmer, ai suoi occhi fin troppo incline a favorire lo sviluppo di questa rivoluzione tecnologica, lasciando mano libera al business, anche dopo la svolta che aveva riportato lo scorso luglio al potere i laburisti a conclusione di 14 anni di esecutivi conservatori.
McCartney fra l’altro non è contrario all’intelligenza artificiale in quanto tale – di cui lui stesso si è servito per la registrazione postuma a fine 2023 di Now and Then, canzone inedita firmata da John Lennon nel 1977 e uscita poco più di un anno fa sul mercato globale con le voci di tutti e quattro i Beatles (inclusi i defunti Lennon e George Harrison) mixate proprio grazie alla tecnologia – ma è fortemente preoccupato per la tendenza alla deregulation come lo sono i suoi colleghi.
«La mia paura è che sia già troppo tardi: questo furto è già stato eseguito ed è inarrestabile, come così tante incursioni che i proprietari miliardari mostruosamente arroganti di Al e dei social media stanno facendo nelle nostre vite. Il futuro è già cambiato per sempre”, ha commentato Brian May al Daily Mail. «Ma applaudo a questa campagna per rendere il pubblico consapevole di ciò che si sta perdendo. Spero che riesca a frenare, perché altrimenti nessuno sarà in grado di permettersi di fare musica d’ora in poi».
Alla creazione dell’album hanno partecipato anche Radiohead, Bastille, Jamiroquai, The Clash, Mystery Jets, Billy Ocean, Yusuf/Cat Stevens, Riz Ahmed, Tori Amos, Hans Zimmer e Max Richter. Le registrazioni sono state fatte in studi e spazi vuoti e, unendo i titoli delle canzoni che compongono la tracklist, è possibile leggere il messaggio “The British Government Must Not Legalise Music Theft To Benefit AI Companies”. (“Il governo britannico non deve legalizzare il furto musicale a beneficio delle aziende di IA”).
Un portavoce del Department for Science, Innovation and Technology (DSIT) ha affermato che l’attuale sistema frena le industrie creative, i media e il settore dell’IA, e che le modifiche proposte mirano a proteggere gli interessi sia degli sviluppatori di IA che dei titolari dei diritti. Tuttavia, molti artisti temono che l’uso della loro voce da parte dell’IA possa minacciare le loro carriere, e ritengono irrealistico aspettarsi che migliaia di persone le contattino per avere l’autorizzazione all’utilizzo.

La diffusione dell’uso dell’intelligenza artificiale nell’industria musicale sta già avendo un impatto importante. Solo due mesi fa una indagine ha stabilito che le persone che lavorano nella musica probabilmente perderanno un quarto del loro reddito a causa dell’intelligenza artificiale nei prossimi quattro anni. Questa previsione arriva perché il mercato annuale per l’IA generativa è attualmente di 3 miliardi di euro e dovrebbe salire a 64 miliardi di euro entro il 2028.
La piattaforma di streaming Deezer, competitor di Spotify e Apple Music, afferma che riceve quotidianamente circa 10mila tracce generate dall’intelligenza artificiale, quasi il 10% di tutti i suoi caricamenti musicali. La stima è stata fatta usando un software che ha setacciato gli uploads. Per contrastare il fenomeno, Deezer intende contrassegnare i contenuti generati dall’AI, comprese le tracce che fanno uso di voci deep fake, escludendoli inoltre dalle playlist raccomandate agli utenti.
La scorsa estate, Nick Cave ha continuato ad essere un oppositore all’ascesa dell’IA nella musica, dicendo che il suo utilizzo all’interno del settore è «incredibilmente inquietante» e avrà un «effetto umiliante» sui creativi. «In futuro l’intelligenza artificiale potrà forse creare una canzone indistinguibile, in superficie, da una umana, ma sarà per sempre una replica, qualcosa di grottesco. Le canzoni nascono dalla sofferenza e gli algoritmi, per quanto ne so, non sono in grado di predire la complessa lotta umana per la creazione. Diventeremo solo cose che consumano roba. Non faremo più cose, consumeremo solo roba. È spaventoso. È un atto di distruzione di tutto ciò che è stato prodotto in passato. C’è bisogno dell’umanità».