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I Måneskin “sposi” fra le stroncature di “Rush!”

La cerimonia glam con cui Thomas, Damiano, Vittoria ed Ethan, tutti vestiti di bianco, si sono giurati fedeltà «nella gioia e nel dolore, nell’amore e nell’onore». Un pubblico di celebrities per la presentazione del nuovo album che, però, raccoglie critiche dalla stampa straniera (e non solo). E poi arriva la randellata di Uto Ughi: «Sono un’offesa alla cultura e all’arte»

Tutti e quattro vestiti interamente di bianco: Thomas e Damiano gli sposi, Vittoria ed Ethan le “spose” con in mano un bouquet di rose rosse e il velo tradizionale. I Måneskin hanno mantenuto la promessa e si sono sposati fra loro quattro, in una location da favola come Palazzo Brancaccio a Roma e davanti ad un officiante d’eccezione, l’ex direttore creativo di Gucci Alessandro Michele. 

Una cerimonia in piena regola, organizzata da Spotify Global per la presentazione dell’album Rush!, conclusa con il classico lancio del bouquet rosso fuoco (ne  avevano uno ciascuno) da parte di Victoria, sul capo un raffinato velo bianco ricamato da far invidia a ogni sposa vera. «Il primo matrimonio poligamo del rock and roll di tutti i tempi», con gli ospiti pronti a tirare riso nero sui neo-sposi e torta viola a quattro piani, con tanto di statuine dei ragazzi in cima (e le scritte Rush! e Spotify). 

La sala allestita all’interno di Palazzo Brancaccio a Roma con un “altare” per il “matrimonio laico” della band romana

Nella sala, per l’occasione, è stato allestito un “altare” molto scenografico con grossi candelabri e fiori rossi, tra specchi, stucchi e un imponente lampadario, e in ciascuna delle sedie per gli ospiti. Fra questi, Baz Luhrmann, Fedez, Manuel Agnelli, Machine Gunkelly, Dybala, Sabrina Impacciatore, Paolo Sorrentino, Fletcher Donohue, Elisa, Jane Panik, Benedetta Porcaroli, Cathy Latorre, Floria Sigismondi.

Agli ospiti è stato distribuito un foglio con il rituale delle nozze, con le frasi che ciascuno degli sposi ha dovuto recitare.  I quattro ragazzi si sono giurati «unione» («non così sacra») eterna nel nome del rock and roll. «Damiano, Ethan, Thomas e Victoria volete prendervi in matrimonio promettendo di essere fedeli l’un l’altro sempre, nella gioia e nel dolore, nell’amore e nell’onore ogni giorno delle vostre vite?», ha chiesto Alessandro Michele. E i quattro componenti della band hanno risposto: «Yes». E poi alcune frasi cucite addosso a ciascun elemento della band romana, secondo le sue caratteristiche. Nel finale, l’officiante ha invocato «Apollo, il dio della musica» per confermare l’unione tra gli artisti. Bacio finale tra tutti e quattro.

Sulle sedie anche la brochure che illustra Rush!. Il nuovo album del gruppo, però, non sta raccogliendo una grande accoglienza. Dopo la recensione sarcastica della rivista americana Rolling Stone, è arrivata la semi-bocciatura del britannico Guardian, che gli ha dato tre stelle su cinque, e poi la stroncatura senza pietà dell’americano Atlantic che si chiede nel titolo dell’editoriale: «Questa è la rock band che dovrebbe salvare il Rock and Roll?». E argomenta: «Le canzoni dei Måneskin sono chiaramente riciclate, così sfacciatamente mediocri».

Anche questo sito ha espresso molte riserve su un album privo di anima, schiavo di cliché che ripropone svuotati di significato.

A rendere ancora più amara la pillola, è arrivata la bacchettata del maestro Uto Ughi: «I Måneskin sono un’offesa alla cultura e all’arte», ha dichiarato il violinista, specificando: «Non ce l’ho particolarmente con i Måneskin; penso che ogni genere abbia diritto di esistere, però quando fanno musica e non quando urlano e basta». 

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