– “From Zero” è il titolo dell’album con cui la band torna sette anni dopo la morte del cantante Chester Bennington. Al suo posto Emily Armstrong. Martedì 24 giugno 2025 “live” agli I-Days di Milano
– Grazie alla voce potente e ruvida della nuova cantante, riescono nell’impresa di risultare nuovamente freschi e attuali senza negare il passato. Più chitarre distorte senza dimenticare le inclinazioni pop
A settembre, il singolo The Emptiness Machine che segnava il ritorno dei Linkin Park è entrato nella classifica dei singoli del Regno Unito al numero 4. Una sorpresa per una band metal-rap che sette anni fa aveva perso il cantante, recentemente sostituito con una semi-sconosciuta Emily Armstrong, e dopo un silenzio così lungo.
A favorire il ritorno della band è la rinascita della scena nu-metal: a parte un’ondata di nostalgia dei primi anni Duemila, c’è una intrigante correlazione tra l’angoscia del genere e il tenore emotivo del pop degli ultimi tempi. Forse ancora più importante, i Linkin Park si sono sempre distinti leggermente dai loro colleghi rap-rock. Una linea popolare li inseriva nel nu-metal come i Def Leppard stavano al glam metal, non solo a causa dei loro numeri nelle vendite o per via delle radio-friendly, ma perché, come Def Leppard, non si sono mai preoccupati di nascondere le loro inclinazioni pop.
Non era difficile ascoltare melodie in Numb o Shadow of the Day, mentre il loro ultimo album prima della morte del frontman Chester Bennington, One More Light, presentava crediti per una serie di cantautori e un singolo con la cantante pop Kiiara. E proprio come Joe Elliott una volta ha affermato che l’influenza di Def Leppard era più grande sul pop che sul metal – ha duettato con Taylor Swift – così l’elenco degli artisti che hanno rivendicato i Linkin Park come influenza si estende ben oltre i confini dell’hard rock: Billie Eilish, Halsey, the Weeknd, i Chainsmokers.
Detto questo, il nuovo lavoro From Zero, in uscita questa settimana, si appoggia molto di più sulle chitarre distorte rispetto, ad esempio, a Minutes to Midnight del 2007. L’apparizione di Emily Armstong nei loro ranghi rende i Linkin Park ancora più contemporanei. L’ex frontwoman dei Dead Sara si è inserita con intelligenza e la giusta passione insieme al nuovo batterista Colin Brittain. I momenti più pop del disco sono seguiti da quelli che vedono Emily scatenare le sue urla più gutturali.
La musica si muove tra strofe taglienti e ritornelli esplosivi, con un gioco di dinamiche tra la voce rappata di Shinoda e il canto di Emily Armstrong mentre la batteria di Colin Brittain è una presenza che va molto oltre un puro ruolo ritmico, in un mix di elettronica, momenti hardcore, memorie punk, qualche spruzzata di industrial e inevitabili aperture melodiche che permettono di recuperare quell’emotività che sembrava una memoria perduta.
Le melodie sono affascinanti, il suono dinamico e straordinariamente incisivo: il momento di Cut the Bridge in cui tutto si ferma per un secondo, lasciando Armstrong da sola, con la sua voce ruggente e momentaneamente dosata di effetti psichedelici, sunta tutte le caselle immaginabili che un fan di Linkin Park potrebbe volere.
Riescire a sembrare rinfrescati e attuali senza negare il passato è impressionante in questa fase della loro carriera, ma forse i Linkin Park hanno involontariamente gettato le basi molto prima della morte di Bennington. Erano sempre più espansivi ed esplorativi delle bande con cui erano raggruppati. La loro scelta di collaboratori – Pusha T e Rakim, i Dust Brothers e Owen Pallett – ha suggerito una band benedetta dal buon gusto in un genere in cui il buon gusto non è mai garantito. Non hanno mai avuto paura di correre rischi, anche questa volta, e le loro svolte hanno dato sempre frutti profumati.
I Linkin Park saranno sul palco dell’Ippodromo Snai La Maura martedì 24 giugno per gli I-Days. Sarà l’unico concerto in Italia del From Zero World Tour, il loro ultimo concerto nel nostro Paese risale al giugno del 2017 proprio agli I-Days davanti ad un pubblico di 80.000 persone.