– Il compositore e pianista spiega lo spettacolo che presenterà sabato 5 luglio al Teatro antico di Taormina. Una prima parte basata sui suoi successi, nella seconda eseguirà il concerto “MM22”. Ospite il filosofo Vito Mancuso con cui parlerà del “Sacro”
– «Ho trasformato in musica tutte le emozioni che ho provato durante la lunga degenza: l’angoscia, la paura, l’attesa per i risultati delle terapie, la nostalgia, ma anche la speranza, la luce, la tensione verso l’infinito, lo sgomento al cospetto della trascendenza»
Era il 2 giugno 2022 quando il maestro e compositore Giovanni Allevi cominciò a sentirsi male. «Durante un concerto di pianoforte solo a Vienna, sentii un forte dolore alla schiena e non riuscii ad alzarmi dallo sgabello al momento dell’applauso finale», racconta. «Due settimane dopo arrivò la diagnosi di mieloma multiplo. Mi sembrò che la terra tremasse sotto i miei piedi». Tre anni dopo, lo scorso giugno, è uscito in anteprima Nostalgia, un adagio estratto dal concerto MM22, una composizione per violoncello e orchestra d’archi.
Qualcuno lo ha definito il suo primo vero “singolo’ di musica classica ma «“Adagio del concerto per Violoncello” e “singolo” sono due termini che ancora faccio fatica a vedere insieme», tiene a sottolineare Allevi. Ma questo è il presente e in fondo la musica classica contemporanea contiene elementi della tradizione e aspetti del mondo di oggi come il singolo, lo streaming, la musica liquida». Per il maestro marchigiano però «questi ultimi sono solo meccanismi», mentre la sostanza è che «in Nostalgia ho cercato trasformare la sofferenza in luce e questo abbraccio di umanità ora posso condividerlo con il mondo».
Un’umanità che si è palesata nell’esibizione di Nostalgia in anteprima mondiale alla Festival Station di Expo 2025 Osaka. «Mentre dirigevo Nostalgia sono stato attraversato da un’emozione travolgente», racconta Allevi. «Così come indimenticabile è stato anche l’applauso commosso con cui il pubblico ha accolto una musica che prendeva vita per la prima volta». Già durante le prove l’emozione era stata forte. «Il brano Nostalgia comincia con otto battute dissonanti di introduzione e i professori dell’orchestra, dopo l’attacco, si sono subito fermati, pensando che avessero sbagliato delle note», racconta Allevi. Poi il compositore ha spiegato loro che il brano «inizia proprio così, nel buio più angoscioso, per aprirsi poi verso il cuore, l’anima, l’umanità».
Il concerto
Luci e ombre che rispecchiano il momento duro, «il più difficile» della sua vita, cominciato con la scoperta della malattia. Proprio dentro una stanza di ospedale è nato il brano che è stato interpretato dal vivo per la prima volta in Giappone e che verrà replicato anche nei concerti-evento organizzati quest’estate, uno dei quali sabato 5 luglio al Teatro antico di Taormina. Suonerà col pianoforte solo e assieme all’orchestra. La prima parte dell’esibizione è tutta dedicata ai brani con cui Allevi si è fatto conoscere e apprezzare dal suo pubblico, da Go with the flow a Our future‘, arricchiti da uno spettacolo di luci e dai racconti di Allevi stesso. Poi, altri brani già noti per pianoforte e orchestra, come Sunrise, Come sei veramente e Flowers.
Ma il momento più atteso del show è quello in cui presenta la sua nuova opera MM22.Ovvero Mieloma Multiplo e ‘22, come l’anno di composizione. «Da ragazzo, mi affascinava come Bach avesse trasformato il proprio nome in musica usando un metodo matematico nell’opera L’arte della fuga. E, dopo avere sviluppato quella melodia, morì lasciando l’opera incompiuta. Così ho pensato: “A quali note corrispondono le lettere di mieloma?”. Ho applicato lo stesso metodo e ho creato una melodia sorprendente: do, la bemolle, mi, si, re, do, do. Una melodia dolce, romantica. Ho deciso di scrivere un’opera da quella melodia, un diario musicale che racconta le emozioni del mio percorso».

Un concerto per violoncello e orchestra. «L’evoluzione interiore e fisica è raccontata nei dieci quadri di MM22, che ho iniziato a comporre già dal primo giorno di ricovero», spiega Allevi. «L’opera è una sorta di diario in note in cui ho trasformato in musica tutte le emozioni che ho provato durante la lunga degenza: l’angoscia, la paura, l’attesa per i risultati delle terapie, la nostalgia, ma anche la speranza, la luce, la tensione verso l’infinito, lo sgomento al cospetto della trascendenza. Quando fai esperienza della possibilità concreta della tua fine, il tema dell’immortalità dell’anima e del trascendente torna ad essere centrale. Già quando ero sul letto d’ospedale mi chiedevo: “Ma l’anima esiste?”. E, tornando con il pensiero alle riflessioni da Platone fino a Kant, ho sentito di dover dare una risposta assolutamente affermativa: dentro di noi esiste un principio infinito, precedente al nostro dolore, che non si fa scalfire da nulla. E nel momento in cui percepisco in me questa grandezza, che paradossalmente è il dolore che mi fa vedere, si apre la magnificenza di Dio».
Sarà il tema della riflessione su “Il Sacro” che introdurrà l’esecuzione dell’opera. Per l’occasione Allevi accoglierà un ospite d’eccezione che a Taormina è il teologo e filosofo Vito Mancuso, voce critica e libera del pensiero religioso contemporaneo, autore di saggi che interrogano la spiritualità con profondità e coraggio.
Il percorso post-malattia

Il percorso che lo ha portato a tornare a suonare non è stato semplice. Durante la malattia «ho fatto un uso massiccio di Fentanyl sotto stretto controllo medico, per venire incontro al dolore oncologico, ed è stata una benedizione», racconta. Ma gli effetti collaterali «erano pesantissimi per la mia particolare fisiologia», arrivando a far provare al compositore «la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo». Per questo motivo «ho deciso di smettere» e «con un pizzico di incoscienza ho scalato i cerotti di Fentanyl troppo rapidamente e ho fatto l’esperienza della crisi d’astinenza da oppioidi, indescrivibile a parole». «Ora capisco un po’ di più il problema enorme della tossicodipendenza», ma «con una forza di volontà che non immaginavo di avere, ne sono venuto fuori».
Ed è tornato a suonare. Non è un caso che l’anteprima di Nostalgia sia arrivata proprio in Giappone, un Paese che per Allevi ha un significato speciale. Il suo primo brano, scritto a 17 anni, si intitolava proprio Japan. Da quando ha iniziato a fare tour, il compositore non ha mai mancato di suonare in Giappone, salvo quando la malattia lo ha costretto a dover rinunciare. Ora è tornato a esibirsi nel Paese del Sol Levante, realizzando un desiderio che aveva espresso a Daruma, una tipica bambola giapponese. Sulla bambola viene disegnato un primo occhio quando si esprime un desiderio, nel momento in cui questo si realizza bisogna disegnare anche l’altro in modo da chiudere il cerchio. «Quando in conferenza stampa ho tirato fuori la bambola Daruma e con mano tremante ho disegnato il secondo occhio, i giapponesi presenti hanno immediatamente capito la drammatica poesia del gesto simbolico che stavo compiendo», ha sottolineato Allevi aggiungendo di voler tornare a Tokyo: «Lì cercherò un tempio dove bruciare la mia bambola Daruma, come vuole la tradizione».