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FRANCESCO LIBETTA: mi tuffo negli oceani di Ezio Bosso

– Il pianista salentino, “mago delle trascrizioni”, porta in concerto le musiche del compianto artista lunedì 13 gennaio a Palermo e le fa dialogare con i grandi autori. «In un mondo ammalato di velocità, il discorso di Bosso riesce a recuperare una particolare dimensione temporale, tutta sua»
– «Impossibile limitarsi a suonare quello che Ezio Bosso ha lasciato scritto, chi legge la sua musica deve veramente “interpretare” con un’attenzione costante al suono concreto che si forma via via, momento per momento», dice il musicista, che già aveva lavorato con Franco Battiato

Quando vide Ezio Bosso nel 2016 al Festival di Sanremo rimase colpito da «quel musicista che riusciva a citare Beethoven, a semplificare concetti importanti, senza banalizzarli. Mi fece subito simpatia». Da quel momento Francesco Libetta, pianista acclamato in Italia e all’estero anche per il lavoro di ricerca del suono perfetto, si è impegnato nell’interpretare e nel trascrivere le musiche dell’artista scomparso nel 2020 e che si definiva «pianista all’occorrenza», rivendicando la composizione e la direzione d’orchestra.

Una sfida ardua. «Impossibile limitarsi a suonare quello che Ezio Bosso ha lasciato scritto, chi legge la sua musica deve veramente “interpretare” con un’attenzione costante al suono concreto che si forma via via, momento per momento», sottolinea il pianista salentino che già si era dedicato alle trascrizioni di Franco Battiato. Il Maestro di Milo «fu estremamente soddisfatto di come avevo trascritto un coro da Genesi e qualche sua canzone», ricorda Libetta. «La musica di Bosso contiene percorsi. E quando percepiamo che in un’opera d’arte accadono cose, dobbiamo prestare attenzione», spiega. «Non mi è mai capitato di ascoltare un suo concerto o di conoscerlo di persona. Ma lo avevo ascoltato parlare in qualche video e fin dalle prime frasi si capiva che conosceva benissimo la musica e la sua storia».

Il percorso ha preso il via nella primavera 2023 per giungere poi a un emozionate concerto ospitato a Lugano negli studi della Radio e della Televisione della Svizzera Italiana. A giugno è iniziato il progetto legato alla registrazione del disco. Così il pianoforte lo Steinway gran coda di Ezio Bosso, magico strumento che l’artista definiva «il fratellone», accompagnato dallo sgabello da lui stesso disegnato, ha viaggiato verso Bolzano. Accompagnati da Giulio Passadori, accordatore storico del musicista scomparso. Una volta a Bolzano in tre intensi giorni di lavoro e di sessioni è stato registrato l’intero album. Michael Seberich, il fonico per eccellenza di Bosso ha coordinato tutto per ottenere il suono speculare al mondo interpretativo del musicista. Nasce così il doppio cd intitolato Lighting Bosso: from Bosso to Libetta’s transcriptions, tra queste anche Oceans e la Sinfonia N. 1 tra i pezzi più amati da Bosso. È stato facile per Libetta interpretare e trascrivere i lavori di Bosso: entrambi sono accomunati da un approccio anarchico all’arte, di libertà assoluta. 

«In un mondo ammalato di velocità, il discorso di Bosso riesce a recuperare una particolare dimensione temporale, tutta sua. E a prendersi tutto il tempo necessario. Nel quale riesce a disegnare un percorso, emotivo o ipnotico, che non vuole essere fuori di noi, ma dentro», nota il pianista pugliese, sottolineando come l’artista scomparso «offriva al suo pubblico concetti e capolavori anche complessi, che sapeva spiegare; non sceglieva solo argomenti semplici e sicuri ma si esprimeva attraverso idee e convinzioni, non luoghi comuni». Elementi che hanno convinto Libetta ad affrontare il suo repertorio. Anche perché, dice, «la musica di Bosso a noi che la eseguiamo dona soddisfazioni e responsabilità. Impossibile, infatti, limitarsi a suonare quello che è scritto: chi legge la musica di Bosso deve veramente “interpretare”. Affinché questa musica risulti viva è indispensabile suonarla con una costante attenzione al suono concreto che si forma via via, verso l’accadere della musica, momento per momento. Infiniti dettagli che sarebbe impossibile annotare. Tutto va ripensato battuta dopo battuta. E naturalmente ogni scelta si rinnova a ogni esecuzione, in ogni sala».

Ezio Bosso

Così sarà diversa anche l’esecuzione che proporrà lunedì 13 gennaio, alle ore 20:45, al Politeama Garibaldi di Palermo nell’ambito della stagione concertistica dell’Associazione Siciliana Amici della Musica. Il recital Lighting Bosso – From Bosso to Libetta’s Transcriptions seguirà il filo che accomuna i due artisti: la totale assenza di routine, la concezione dell’evento musicale come accadimento unico ed irripetibile, lontano dal concetto commerciale di “tournée”. Ogni concerto ha un impaginato diverso che, pur mantenendo l’idea di iniziale di Libetta del dialogo costante tra la musica di Bosso ed i grandi del passato – Chopin, Gluck, Mozart e Bach -, presenterà ogni volta combinazioni originali, offrendo un’ulteriore occasione di approfondimento, scoperta e ricerca di colori, suggestioni, idee. 

«Fondamentale nella musica di Bosso è anche una forma particolare di consapevolezza», sottolinea Libetta. «Per montare una musica che sa che cosa vuole dire, l’autore sa anche dove andare a trovare i vocaboli necessari, tra autori del passato e sperimentazioni d’avanguardia. In un mondo ammalato di velocità, il discorso di Bosso riesce a recuperare una particolare dimensione temporale, tutta sua. E a prendersi tutto il tempo necessario. Nel quale riesce a disegnare un percorso, emotivo o ipnotico, che non vuole essere fuori di noi, ma dentro».

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