– Ogni domenica, segnalisonori dà uno sguardo approfondito a un album significativo del passato. Oggi rivisitiamo un’opera considerata una delle pietre miliari della musica italiana
Quando si parla di canzone d’autore in Italia, uno dei nomi che immediatamente viene alla mente è quello di Francesco De Gregori. Rimmel, il suo terzo album in studio, pubblicato il 22 aprile 1975, è considerato una delle pietre miliari della musica nazionale. Con questo disco, De Gregori riuscì a trovare una perfetta combinazione tra poesia, musica e narrazione, creando un’opera che non solo definì la sua carriera ma influenzò profondamente la scena cantautorale italiana degli anni Settanta e oltre.
Un’alba musicale
Francesco De Gregori, nato a Roma nel 1951, iniziò la sua carriera musicale a cavallo tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, in un’epoca in cui la canzone d’autore italiana stava raggiungendo nuovi vertici di espressione. Artisti come Fabrizio De André, Lucio Battisti e Luigi Tenco avevano già contribuito a definire un nuovo modo di fare musica, che si discostava dalle melodie leggere degli anni ‘50 e ‘60, per abbracciare temi più profondi e testi di grande spessore letterario.
De Gregori, spesso definito “il Principe” per il suo stile raffinato e riservato, si distinse immediatamente per la sua capacità di scrivere testi complessi, enigmatici e poetici, ricchi di riferimenti culturali e storici. Il suo album precedente, Francesco De Gregori del 1974, aveva già mostrato le sue doti di autore raffinato, ma fu con Rimmel che il cantautore raggiunse una sintesi perfetta tra parole e musica, creando un disco che ancora oggi risuona nella memoria collettiva italiana.
Il contesto storico
Per comprendere appieno l’importanza di Rimmel è fondamentale considerare il contesto sociale e culturale dell’Italia degli anni Settanta. Era un periodo di grande fermento politico, segnato da scontri sociali, lotte studentesche e operaie, e da un clima generale di tensione e incertezza. In questo contesto, la musica non poteva che riflettere le ansie e le speranze di una generazione in cerca di risposte.
La canzone d’autore divenne uno strumento privilegiato per raccontare questo tempo, e artisti come De Gregori, con la loro sensibilità poetica e la loro capacità di cogliere le sfumature della vita quotidiana, riuscirono a dare voce a una generazione. Ma mentre molti suoi colleghi erano apertamente schierati politicamente, De Gregori preferiva un approccio più intimista e simbolico, lasciando ai suoi ascoltatori il compito di interpretare i suoi testi e di trovare il loro significato più profondo.
Rimmel è un album che sfugge a facili definizioni. È una raccolta di canzoni in cui convivono diverse atmosfere, temi e stili musicali, ma che al tempo stesso mantiene una forte coesione interna, grazie alla capacità di De Gregori di unire testi poetici a melodie coinvolgenti.
Le tracce
Il disco si apre con la title track Rimmel, che rappresenta subito un manifesto dell’arte di De Gregori. Il testo, ricco di immagini evocative e simboli, racconta la fine di una storia d’amore, ma lo fa in modo indiretto, quasi sfuggente. Il rimmel, il trucco che si scioglie sul viso, diventa metafora della fine di un’illusione, della fragilità dei sentimenti umani. È una canzone che, pur essendo immediatamente orecchiabile, richiede più ascolti per essere compresa appieno, come molte delle opere di De Gregori.
Oltre alla title track, l’album contiene altre canzoni che sono diventate dei classici della musica italiana. Pablo, ad esempio, è una delle canzoni più narrative di De Gregori, racconta la storia di un emigrante spagnolo che lavora in miniera e sogna di tornare a casa. È una canzone che parla di speranza e disperazione, di fatica e di sogni infranti, temi universali che trovano un’eco particolare in un’Italia che, in quegli anni, stava ancora facendo i conti con l’emigrazione di massa.
Un altro brano indimenticabile è Buonanotte fiorellino, una dolce ninna nanna che si distingue per la sua semplicità e per la sua delicatezza. In un album dove molte canzoni sono caratterizzate da testi complessi e da una certa cupezza, Buonanotte fiorellino offre un momento di tenerezza e di respiro, dimostrando la versatilità di De Gregori come autore.
Poi c’è Pezzi di vetro, forse una delle canzoni più emblematiche dell’album, un brano che racconta la fragilità delle relazioni umane, paragonandole a schegge di vetro che possono ferire e distruggere. Anche in questo caso, De Gregori utilizza immagini potenti e simboliche, lasciando spazio all’interpretazione personale dell’ascoltatore.
Il Signor Hood è un altro esempio del talento narrativo di De Gregori. La canzone, che si rifà alla figura leggendaria di Robin Hood, è in realtà una riflessione ironica sulla società e sulla giustizia, temi cari al cantautore romano. Con il suo tono giocoso e le sue citazioni colte, il brano rappresenta uno dei momenti più originali dell’album.
L’impatto sulla cultura italiana
Al momento della sua uscita, Rimmel ebbe un successo immediato, sia a livello di pubblico che di critica. L’album vendette oltre 500mila copie, un risultato straordinario per l’epoca, e consolidò la posizione di De Gregori come uno dei principali esponenti della canzone d’autore italiana. Ma il vero impatto di Rimmel si è visto nel corso degli anni, con molte delle sue canzoni che sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo italiano.
Brani come Rimmel e Buonanotte fiorellino sono stati reinterpretati da numerosi artisti e continuano a essere eseguiti nei concerti di De Gregori, a dimostrazione della loro duratura popolarità. Inoltre, molti critici e studiosi hanno visto in Rimmel un album che ha saputo anticipare alcune delle tendenze della musica italiana degli anni successivi, come l’uso di testi più criptici e simbolici e una maggiore attenzione alla costruzione narrativa delle canzoni.
La poetica di De Gregori
Una delle caratteristiche più affascinanti dell’album è la sua ambiguità. De Gregori è un maestro nel creare testi che possono essere interpretati in molti modi diversi, lasciando all’ascoltatore il compito di trovare il proprio significato. Questo è particolarmente evidente in canzoni come Pezzi di vetro o Rimmel, dove le immagini e le metafore utilizzate sono volutamente vaghe e aperte a molteplici interpretazioni.
De Gregori stesso ha spesso dichiarato di non voler dare spiegazioni definitive sui suoi testi, preferendo lasciare che siano gli ascoltatori a decidere cosa le sue canzoni significhino per loro. Questo approccio ha contribuito a creare un alone di mistero intorno alla sua figura e alle sue canzoni, rendendolo un artista unico nel panorama della musica italiana.
A quasi cinquant’anni dalla sua uscita, Rimmel continua a essere considerato uno dei migliori album della storia della musica italiana. Le sue canzoni, con la loro miscela di poesia e melodia, rimangono attuali e riescono ancora a toccare le corde più profonde dell’animo umano.
L’eredità di Rimmel è evidente non solo nell’influenza che ha avuto su molti cantautori italiani successivi, ma anche nel modo in cui le sue canzoni continuano a essere amate e apprezzate da nuove generazioni di ascoltatori. In un’epoca in cui la musica è spesso caratterizzata da una produzione veloce e da testi superficiali, l’arte di De Gregori ci ricorda l’importanza della parola, della narrazione e della riflessione.