– La cantante presenta il nuovo album di impegno sociale e dai suoni potenti. «Io parto dal presupposto che l’umanità si sia evoluta grazie ai disobbedienti, a cominciare da Eva»
– «Non si può più dialogare, più discutere in maniera pacata, è sempre ormai uno scontro. A cominciare dal governo, che dovrebbe abbassare i toni e cercare di collaborare»
– Duetti con Francesca Michielin, Federica Abbate, Piero Pelù e Michele Bravi. Il vano tentativo di coinvolgere Ivano Fossati. L’1 e 2 dicembre in concerto con l’orchestra a Catania e Palermo
«Disobbedisco», dice la rossa combattente. Ed è un invito chiaro e tondo a preferire il diritto di disobbedire all’ipocrisia e all’omologazione quello che Fiorella Mannoia scandisce sin dal titolo dell’album: Disobbedire. In uscita il 29 novembre prossimo, contiene nove tracce che celebrano i 70 anni dell’artista, con canzoni di speranza e denuncia, impegno sociale e culturale, ma anche empowerment femminile e amore.
«Io parto dal presupposto che l’umanità si sia evoluta grazie ai disobbedienti, a cominciare da Eva», commenta la cantante. «Si parte da quel presupposto per il quale l’unica obbedienza che abbiamo è verso la nostra coscienza. Se la coscienza ci dice che qualcosa non è giusto o qualche pensiero comune sembra sbagliato si deve disobbedire. A quel punto non è più neanche un diritto ma diventa un dovere».
La partecipazione e i temi sociali sono il fil rouge dell’intera tracklist, che si apre con Mariposa, il brano vincitore del premio Sergio Bardotti a Sanremo 2024 e premio Elsa Morante, ispirata alla storia delle sorelle Mirabal. E poi si fa più incisiva con la title track Disobbedire, che nonostante la forma di ballata con il pianoforte, racchiude un potente messaggio di protesta.
Nell’album figurano diversi featuring, come nel singolo La storia non si deve ripetere con Francesca Michielin e Federica Abbate, una sorta di preghiera generazionale dalle sonorità urban. E, ancora, Domani è emergenza con Michele Bravi, mentre Dalla parte del torto è eseguita in tandem con Piero Pelù. Un brano che si apre con uno spoken word dei due e che, con la voce dell’ex Litfiba, fa aumentare i battiti e i ritmi. «Se proprio devo scegliere sto dalla parte del torto», dicono i due, schierandosi contro ogni forma di ingiustizia.
La paura di esporsi
Non esporsi, soprattutto di questi tempi, è più facile, osserva la cantante: «Non dici nulla e non scontenti nessuno, mentre quando ti esponi lo fai. È capitato che dovessi fare qualche progetto e poi non si è concluso nulla… non ti dicono il perché ma lo intuisci. Io ho fatto dei compromessi, sarei ipocrita se dicessi il contrario, ma la maggior parte delle volte cerco di non farmi usare. Cerco di mantenermi integra il più possibile. Voglio potermi guardare allo specchio ed essere contenta di me e oggi lo sono».
Anche se ammette che «a volte quando si prendono posizioni viviamo in un momento faide, di scontro in cui ci sono soltanto le curve da stadio. Cioè se non la pensi come me sei il mio nemico. Non si può più dialogare, più discutere in maniera pacata, è sempre ormai uno scontro. A cominciare dal governo, che dovrebbe abbassare i toni e cercare di collaborare». Magari per affrontare alcuni problemi essenziali. «La scuola oggi sembra che sia l’ultima ruota del carro», denuncia. «Abbiamo due grandi problemi una è la scuola e l’altro è la sanità. Sulla scuola si dovrebbe investire più di tutti. La scuola è la base dalla quale partiranno tutti coloro che in futuro ci governeranno, saranno i nostri dottori, i nostri medici, i nostri avvocati, saranno quelli che terranno in mano la società e che il tipo di società vogliamo costruire».
Sonorità potenti
Il disco presenta sonorità rock e potenti come non mai. «Sono cambiate tantissimo nel corso del tempo», spiega. «Ho scelto di andare in quella direzione perché le canzoni e i testi lo richiedevano, sono anche rock, se si vuole usare questa parola. Sicuramente per la presenza di Piero».
Anche La storia non si deve ripetere ha una dimensione «acida verso la fine, con le chitarre, perché i testi fanno riflettere e lo richiedono per sottolineare questi aspetti più ruvidi». L’uso dell’autotune per qualche frase in questo brano «mi piaceva come sonorità ma non mi serve per intonare» ci tiene a precisare. Dalla parte del torto, invece, è stata scritta da Amara, ma da subito Mannoia ci ha sentito la voce di Pelù. «Immaginavo lui mentre la cantavo, sentivo che ci doveva essere. Così l’ho chiamato e abbiamo realizzato questo duetto», racconta. «Dalla parte del torto siamo tutti noi che muoviamo delle obiezioni, sulle motivazioni delle guerre, su quello che ci circonda… Ormai quando si esprime un’opinione sul web si riceve una valanga di insulti. Ma credo che la cosa più rischiosa sia l’autocensura. Nessuno ha più il coraggio di dire quello che pensa, stiamo diventando tutti un po’ dei codardi e io voglio dire che se questo è l’andazzo allora voglio stare dalla parte del torto».
Disobbedire è un disco che guarda anche ai giovani: «Non a caso il video di La storia non si deve ripetere è stato fatto da ragazzi, inclusa la regista», rivela la cantante. «Siamo tutti atterriti per quello che sta succedendo, c’è inquietudine generale, non solo nel nostro Paese ma a livello internazionale. Abbiamo tutti paura, c’è una guerra nel cuore dell’Europa e non pensavo di rivivere nel terzo millennio quello che hanno vissuto i miei genitori. Il futuro è dei giovani e ci preoccupiamo di loro, l’avvenire che hanno davanti è inquietante».
Un mondo divisivo
Secondo la cantante ci stiamo avviando sempre più verso un mondo divisivo: «Penso al film Elysium, dove un’élite vive nel lusso di una stazione spaziale e sotto la popolazione abbandonata lavora per mantenerla in vita. Mai come in questo momento è così, e mi pare che chi ci rimette siano sempre gli ultimi. Le vittime delle guerre per l’80% sono civili, lo diceva anche Gino Strada. A Gaza più della metà sono bambini e donne, è gente che non ha fatto niente e paga un prezzo per qualcosa che non ha commesso».
Non c’è dubbio che in questi tempi bui Mannoia faccia quello che le riesce meglio, parlare di consapevolezza e speranza in questa forma di canzone che ce l’ha fatta conoscere e amare da sempre.
Il tour con l’orchestra
Il pubblico siciliano sarà fra i primi ad ascoltare alcune delle nuove canzoni che saranno inserite nella scaletta del tour Fiorella Sinfonica-Live con orchestra che farà tappa domenica 1 dicembre al Teatro Metropolitan di Catania e l’indomani, lunedì 2 dicembre, al Teatro Biondo di Palermo. Accompagnata dall’Orchestra Sinfonica Saverio Mercadante di Altamura diretta dal Maestro Rocco De Bernardis, la cantante romana ripercorrerà in scaletta i grandi successi del suo repertorio declinati con nuove sfumature. Non mancherà per la prima volta live il nuovo singolo Disobbedire e qualche altro nuovo pezzo. «I teatri pieni sono la mia libertà… e non da ora, da sempre. Non sarò mai abbastanza grata al pubblico per darmi la libertà di dire su e giù dal palco ciò che penso. Se la gente viene ad ascoltarti in massa, infatti, vuol dire che si ritrova in quel che dici», dice Fiorella che ha provato a coinvolgere in questi “live” anche Ivano Fossati «ma mi ha risposto che ancora non ha voglia di tornare sui palchi. Cosa penso delle nuove generazioni di cantanti? Geolier mi piace, così come Ariete, altri meno perché a volte non li capisco».