– Ogni domenica, segnalisonori dà uno sguardo approfondito a un album significativo del passato. Oggi rivisitiamo un’opera del 1976 che aprì una via italiana al rock, documento di un’epoca di grande fermento sociale e politico
Pubblicato nel 1976, Sugo è il secondo album di Eugenio Finardi, uno degli artisti più significativi della scena musicale italiana. Questo disco, prodotto dall’etichetta indipendente Cramps Records, rappresenta un momento cruciale non solo nella carriera di Finardi, ma anche nella storia della musica italiana, segnando un’epoca di grande fermento sociale e politico.
Contesto Storico
Gli anni Settanta in Italia sono stati un periodo di intenso cambiamento sociale e politico. La crisi economica, le tensioni politiche e i movimenti di protesta giovanile hanno caratterizzato il decennio. In questo contesto, la musica divenne un veicolo di espressione e di protesta. Eugenio Finardi, con il suo stile unico, riuscì a catturare lo spirito del tempo attraverso le sue canzoni, che riflettevano le preoccupazioni, le speranze e le frustrazioni di una generazione in cerca di cambiamento.
Sugo è stato registrato con la collaborazione di alcuni dei migliori musicisti della scena italiana dell’epoca. Tra questi, Alberto Camerini, Lucio Fabbri, Patrizio Fariselli e Paolo Tofani degli Area, tutti legati alla Cramps Records di Gianni Sassi. Questa etichetta era nota per promuovere artisti innovativi e sperimentali, e Sugo non fa eccezione.
La vicinanza ai musicisti degli Area e l’amore per il jazz lo fa addirittura spaziare fino al jazz-rock alla Weather Report, vedi Quasar. È l’americano che è in lui che torna a casa, mentre come visione personale e politica è totalmente immerso nella situazione italiana. Nei testi cerca un equilibrio fra realtà fuori e sentimenti individuali, un occhio al Movimento e uno alla propria donna, idealizza lo “stare bene”, la “giusta situazione”. Parla a nome di una generazione che nel turbinio di emozioni e di avvenimenti degli anni Settanta – post68 e femminismo, referendum Radicali e gruppi extraparlamentari, rivoluzione proletaria e Democrazia Cristiana, fasci e compagni, privato&pubblico – fa fatica a trovare una bussola e una direzione, una identità. Ha la sensibilità e la tenerezza per rivolgersi a quelli che hanno pochi anni meno di lui:
Analisi delle tracce
1. Musica Ribelle
– Una delle tracce più iconiche del disco, è un inno alla libertà e alla ribellione giovanile. Il brano affronta tematiche come l’insoddisfazione adolescenziale e il desiderio di cambiamento. La potenza del messaggio è amplificata dall’energia della musica rock. Risentita oggi, non ha perso un grammo di quella rabbia consapevole, il tiro di Calloni e Bullen che sfrecciano come treni.
«È la musica, la musica ribelle,
che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle,
Che ti urla di cambiare
Di mollare le menate, e di metterti a lottare».
2. La CIA
– La “rebel music”, altri suoni e altro contesto. In quel 1976 si sente ovunque, un inno generazionale non necessariamente solo per quelli del Movimento, ma per tutti coloro che credono nel cambiare il sistema: «C’era la voglia di essere universale, era un messaggio filosofico, non politico. “Revolution of the mind”, come diceva Marley». E c’è anche reggae, incrociato con politica estera americana. «La C.I.A. ci spia e non vuole più andare via / la C.I.A. ci spia sotto gli occhi della polizia». C’è tutta la politica italiana in quella frase, il risentimento – da parte di uno che l’America control freak degli anni Settanta la conosceva bene – per le trame oscure, mai chiarite, e le BR sono dietro l’angolo.
3. La Radio
– Questo brano, in stile country, celebra la radio libera e il suo ruolo nella diffusione della musica e delle idee. Scritto su commissione per Radio Popolare, il pezzo evidenzia l’importanza della libera espressione in un’epoca di censura e controllo mediatico.
4. Quasar
– È uno strumentale jazzato che mette in mostra lo straordinario talento dei musicisti coinvolti nel progetto. Il pezzo è caratterizzato da un’interessante interplay tra Finardi e il bassista Ares Tavolazzi.
5. Oggi Ho Imparato a Volare
– Un brano più intimista e riflessivo. Parla di crescita personale e di scoperta interiore. La musica accompagna perfettamente le liriche poetiche di Finardi, creando un’atmosfera sognante e contemplativa.
6. Soldi
– Questa canzone affronta il tema del denaro e della sua influenza sulla società. Con un tono sarcastico e provocatorio, Finardi critica la mercificazione della vita e delle relazioni umane.
Impatto e reazioni
Sugo ha avuto un impatto duraturo sulla musica italiana, ha rappresentato la via italiana al rock, diventando un punto di riferimento per molti artisti successivi. Le sue canzoni, cariche di significato e di emozione, continuano a risuonare con il pubblico di oggi, dimostrando la loro rilevanza senza tempo. L’album ha anche consolidato la reputazione di Finardi come uno degli artisti più importanti e influenti della sua generazione. La sua capacità di combinare musica e messaggio in un modo così potente ha ispirato molti altri musicisti a seguire il suo esempio.
Sugo di Eugenio Finardi è molto più di un semplice album: è un manifesto di speranza, protesta e libertà. Le sue canzoni raccontano storie di insoddisfazione e di aspirazione, di ribellione e di crescita personale, rispecchiando le sfide e le speranze di un’intera generazione. Ancora oggi, a quasi cinquant’anni dalla sua pubblicazione, Sugo continua a essere un faro di ispirazione per tutti coloro che credono nel potere della musica di cambiare il mondo.