Flash

EMIS KILLA si ritira, Santanchè no. Il caso “Bella stronza”

– Il rapper decide di fare «un passo indietro e non partecipare» al Festival di Sanremo perché indagato per associazione a delinquere nell’inchiesta sul mondo degli ultrà. Un esempio per quella politica che accusa i rapper e difende una ministra, rinviata a giudizio, che resta al suo posto
–  La stecca nella serata delle cover:  perché c’è stata una sollevazione contro la partecipazione di Tony Effe a causa dei suoi testi e nessuno contesta la canzone di Marco Masini scelta da Fedez? Ecco un passaggio: “Mi verrebbe di strapparti / Quei vestiti da puttana / E tenerti a gambe aperte”

«È inaccettabile che un personaggio come Emis Killa possa salire sul palco di Sanremo, mentre è indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere e ha un Daspo che gli vieta di partecipare agli incontri di calcio, essendo considerato “troppo pericoloso”. Se è ritenuto una minaccia per lo stadio, come può essere invece valorizzato dal servizio pubblico radiotelevisivo attraverso un Festival che dovrebbe rappresentare ben altro? Emis Killa ed altri non incarnano affatto i valori e la cultura che il Festival di Sanremo dovrebbe promuovere». 

Parole di Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. Parole sacrosante, peccato che non le abbia pronunciate anche per le vicende giudiziarie che vedono rinviata a giudizio la ministra Daniela Santanchè. Il cui modello non incarna i valori e la cultura che la politica dovrebbe promuovere.

L’esempio, invece, viene dal mondo dell’effimero, dello spettacolo, di quel rap messo sempre sul banco degli imputati, da Tony Effe a Fedez e ora Emis Killa. Il trentacinquenne rapper, vero nome Emiliano Rudolf Giambelli, ha deciso di non partecipare al Festival di Sanremo che prenderà il via martedì 11 febbraio perché indagato per associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta “Doppia curva” che coinvolge il mondo ultrà di Inter e Milan, e ha subìto un daspo che gli impedisce di frequentare gli stadi per tre anni. Come riporta il Corriere, queste misure sono state adottate dopo la scoperta di un arsenale nella sua abitazione a Vimercate – 40mila euro in contanti, uno sfollagente, un manganello telescopico, tre tirapugni, sette coltelli e uno storditore elettrico – e dei suoi legami con Luca Lucci, capo ultrà del Milan noto come “la Belva”, attualmente in carcere per reati gravi tra cui narcotraffico e tentato omicidio. Da qui la decisione di fare un passo indietro.

«Apprendo oggi dai giornali che sono indagato (a me è stato notificato esclusivamente il daspo, che è un atto amministrativo e non penale) e se questo corrisponderà al vero sarà importante che l’indagine faccia il suo corso e la magistratura possa lavorare in serenità senza polemiche o pressioni e circhi mediatici», scrive Emis Killa nelle stories di Instagram. «Dopo 15 anni di carriera ero felice di affrontare il mio primo Sanremo. Ringrazio Carlo Conti per avermi voluto ma preferisco fare un passo indietro e non partecipare», continua. «Confido che tutto si risolverà al più presto, per il meglio, e spero di poter affrontare in futuro un Festival in cui ad essere centrale sia la musica, poter portare la mia canzone, parlare solo di quella e divertirmi, come avrebbe dovuto essere quest’anno e come è giusto che sia per tutti gli Artisti che decidono di mettersi in gioco e partecipare alla gara».

Carlo Conti e la Rai hanno preso «atto del ritiro di Emis Killa dalla edizione numero 75 del Festival di Sanremo. Di conseguenza Rai informa che la gara si svolgerà con la presenza di 29 artisti sul palco del Teatro Ariston». Chissà, forse i «giudici di sinistra» hanno deciso di ridurre l’edizione extralarge che avrà inizio l’11 febbraio.

“Bella stronza” come i brani di Tony Effe

Lungi da noi il voler assolvere il rapper milanese, è tuttavia da sottolineare il suo gesto in contrasto con quello della ministra Santanchè, che, tra l’altro, è a processo. A seguire l’esempio di Killa, oltre alla ministra, dovrebbe essere ora Fedez. Non perché anche lui coinvolto in una inchiesta parallela a quella di Emis Killa, e relativa alla lite scoppiata nella discoteca The Club con Cristiano Iovino, che poi avrebbe portato ad una “spedizione punitiva” nei confronti di quest’ultimo. Bensì per la scelta di Bella stronza per la serata delle cover, accolta da Carlo Conti senza batter ciglio.

Marco Mașini e Fedez

Recita così uno degli incipit della canzone scritta da Giancarlo Bigazzi e Marco Masini: “Bella stronza / Che ti fai vedere in giro / Per alberghi e ristoranti / Con il culo sul Ferrari”. Testi molto espliciti che fanno intuire violenza – “Bella stronza / Che hai chiamato la volante quella notte / E volevi farmi mettere in manette / Solo perché avevo perso la pazienza” –  e di abusi sessuali: “Mi verrebbe di strapparti / Quei vestiti da puttana / E tenerti a gambe aperte / Finché viene domattina”.

Quando uscì, nel 1995, ancora #metoo era lontana dal venire, ma Bella stronza fu lo stesso oggetto di critiche. Oggi, invece, si discute soltanto sulla persona alla quale sarebbe dedicata la canzone. Si grida allo scandalo per le parole dei brani di Tony Effe e in questo caso non scende in campo neanche il Codacons, sempre pronto a rivolgersi alla magistratura per qualsiasi cosa.

Perché suscita scandalo la presenza di Tony Effe e non la scelta di Bella stronza? Perché non c’è stata alcuna associazione di consumatori o di donne a intervenire per opporsi a questa scelta? Forse perché i rapper sono misogini e maschilisti, invece i cantautori esprimono un tormento psicologico interiore? Oppure le parole di Tony Effe sono “parolacce”, mentre quelle di Bigazzi-Masini sono voli pindarici? 

Precedenti scandali ed esclusioni

Il caso più clamoroso resta quello di Sanremo 2010, edizione numero 60, alla conduzione Antonella Clerici, direttore artistico quel Gianmarco Mazzi oggi sottosegretario alla Cultura. In gara c’è Morgan, il quale poco prima della manifestazione rilascia un’intervista in cui dice che fa uso di cocaina non per sballo ma come antidepressivo. L’esclusione è decisa e irreversibile 

Bufera di non poco conto anche sulla partecipazione in gara di Madame, primo Festival del post Covid, febbraio 2023: a gennaio la cantautrice risulta indagata dalla Procura di Vicenza per falso ideologico nell’ambito di un’inchiesta su green pass falsi. Due medici arrestati, uno dei quali è il suo medico di base. Amadeus, ferma immediatamente l’ipotesi di un’esclusione: «C’è un’indagine in corso e si è innocenti finché non si viene dichiarati colpevoli».

Le questioni più spinose, però, sono state stata perlopiù quelle della certificazione che il brano portato in gara fosse inedito. Perché il brano presentato era già stato eseguito in pubblico, sono stati squalificati Riccardo Sinigallia nel 2014, quando si scoprì che aveva suonato la sua Prima di andare via in un locale davanti a una ventina di amici; Jo Squillonel 1992 per Me gusta il movimento, cantata in una emittente tv siciliana, Ornella Vanoni nel 1996 per Bello amoreLoredana Berté nel 2008 per Musica e parole

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *