– Un disco old style e un podcast comico per raccontare “The True Story of the Coward Brothers”, ovvero gli alter ego di Costello e Burnett, fra satira e splendide armonie
– L’album approfondisce il rock’n’roll delle origini. «Costello, nonostante non sia americano, sa più della musica americana di chiunque altro abbia mai incontrato»
Elvis Costello e T Bone Burnett, per chiunque abbia seguito la loro carriera musicale individuale e collettiva, sono il ritratto del coraggio, invece si presentano come codardi, Cowards. Ritraggono i loro alter ego di lunga data, Henry e Howard Coward, nella nuova serie Audible Original The True Story of the Coward Brothers, un comico podcast uscito la scorsa settimana insieme con la versione in streaming digitale di un album di venti tracce della colonna sonora The Coward Brothers.
La serie audio in tre parti scritta da Costello, diretta da Christopher Guest, e l’album di accompagnamento arrivano sulla scia di un ampio cofanetto di sei CD King of America and Other Realms che include una parte sostanziale dei quarant’anni di collaborazioni tra Costello e Burnett, una versione rimasterizzata del capolavoro del 1986 King of America, insieme a B-sides, outtakes, tracce dal vivo e selezioni dai progetti che Burnett ha prodotto per suo “fratello” nei quasi quattro decenni successivi.
«Sì, è un’antologia. E parte è stata registrata nella suite presidenziale del Peabody Hotel di Memphis, un’altra parte invece in uno studio altamente attrezzato, e poi abbiamo trovato il modo di farlo sembrare terribile. Ma terribile nel senso migliore della parola!», scherza Costello. «Naturalmente siamo stati fortunati ad avere anche Lord Guest-Coward che si univa a noi di tanto in tanto alla chitarra e alla voce. Quindi c’era un terzo codardo nella stanza. Infatti, se controlli i crediti, troverai diverse altre caratteristiche di Coward nei ruoli secondari. E poi abbiamo un cast di musicisti davvero fantastici oltre a quelle presenze più misteriose. C’è Dennis Crouch, uno dei bassisti più raffinati».
La genesi dei Coward Brothers è iniziata con il singolo The People’s Limousine pubblicato nel 1985 sotto quel nome. Un anno dopo, Burnett ha coprodotto il classico di Costello King Of America.
Ospiti del Late Show di Stephen Colbert, dove si sono seduti per un’intervista e hanno fatto una performance, Burnett ha detto che Costello, nonostante non sia americano, sa più della musica americana di chiunque altro abbia mai incontrato. «Fin dall’inizio della nostra amicizia, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare a volte in compagnia di persone incredibili, molte delle quali mi sono state presentate per la prima volta da T Bone», racconta Elvis Costello. «Non solo i musicisti di King of America, ma mi ha anche presentato Kris Kristofferson, Willie Dixon. Siamo stati tutti testimoni leggermente allarmati della mia presentazione a Jerry Lee (Lewis), una storia che cerco di trasmettere in modo che non sia tutto sentimentalismo. Ci sono stati momenti di sorpresa».
L’intero progetto di Coward Brothers si basa sull’idea di Elvis Costello e T Bone Burnett di calarsi nei panni di Henry e Howard Coward, una coppia transatlantica di truffatori che possono o meno essere parenti di sangue. Il loro nuovo album omonimo approfondisce il rock’n’roll dei vecchi tempi che Costello e Burnett amano così tanto. La canzone di apertura Always stabilisce splendide armonie, con echi di chitarre e archi.
«Nella storia dei Coward ci sono questi riferimenti a tutti i tipi di musica. Non è solo un tipo di musica», sottolinea Costello. «Ma per me, quello che trovo toccante in Always o in World Serious e, in un modo diverso, nella canzone che è alla fine del disco, Clown Around Town, è che queste sono canzoni di forma pura. E si collegano alla forma di canzone di King of America, a cose come River of Love e Shake Yourself Loose dal classico album T Bone Burnett del 1986, pubblicato dall’etichetta Dot. Hanno la stessa chiarezza del linguaggio».