Storia

Elina Duni, canzoni di libertà e di esilio

– S’intitola “Time to Remember” il disco della cantante albanese, la cui voce ipnotizza con antiche canzoni del suo Paese interpretate in chiave jazz
– «È un album sulla tragica storia della crisi migratoria in Europa e l’imminente fallout ecologico dovuto alla distruzione della natura», spiega l’artista ECM

Un esperto di jazz, Konrad Heidkamp, parlando di Elina Duni, ha scritto una recensione del suo primo disco dicendo di che «la poesia non ha Paese», alludendo al modo in cui Elina ha unito la sua cultura d’origine con il jazz. Perché Elina è nata nel 1981 in Albania, da dove è fuggita nel 1992, dopo la caduta del regime comunista, stabilendosi a Ginevra, in Svizzera, con sua madre, dove iniziò a studiare pianoforte classico e successivamente scoprì il jazz.

D’altro canto, il jazz è la musica di coloro che sono in esilio, è una forma di espressione in cui la musica occidentale incontra il blues e la musica che viene dall’Africa. Il jazz è un luogo di incontro: è, per definizione, un miscuglio. Il jazz, inoltre è una musica intrinsecamente innovativa, perché prescrive l’improvvisazione ed è l’improvvisazione che genera il rinnovamento. Permette la ricerca di nuove soluzioni, spinge ad uscire dagli schemi rigidi. Si può quindi affermare che per Elina il jazz non è uno stile, ma un modo di concepire la musica.

Elina Duni con i musicisti che la affiancano nel disco e nel tour

Il programma di canzoni d’amore e di esilio, che Elina Duni presenterà in Italia sabato 23 marzo nell’auditorium di Piazza Libertà a Bergamo, ha acquisito slancio dal 2017, quando la cantante ha iniziato la sua collaborazione musicale con il chitarrista britannico Rob Luft. Nel 2018, dopo due album acclamati con il suo quartetto per la ECM, Elina ha pubblicato la sua registrazione più intima fino ad oggi intitolata Partir, un album interamente solista con canzoni d’amore, di perdita e di abbandono, prodotto sotto la direzione del fondatore dell’etichetta Manfred Eicher. Il nuovo album, A Time To Remember, è la continuazione della speciale sinergia che ha caratterizzato la sua acclamata uscita del 2020, Lost Ships, che la vede insieme con il fido Rob Luft alla chitarra e con Matthieu Michel al flicorno e Fred Thomas alle percussioni e al pianoforte.

Un quartetto con il quale Elina Duni è riuscita non solo a consolidare i suoi successi fino ad oggi, ma a continuare a far evolvere la sua musica, creando una miscela perfetta, senza tempo che va ben oltre il linguaggio ed i generi musicali. Paradossalmente, mentre c’è una qualità senza tempo nella musica, c’è un sentimento comune del tempo che collega il tradizionale con il presente. Trasportata oltre la concezione e sequenza temporale originali, la musica è irrevocabilmente presente.

La voce di Elina Duni ipnotizza con antiche canzoni albanesi interpretate in chiave jazz. La musica è soffice, intimamente meditativa e appassionata. Con uno guardo alle proprie radici, ma da un punto di vista attuale. La sua conoscenza del jazz vocale entra in una comunione sensuale e vibrante, con un amore non negoziabile delle tradizioni musicali secolari del suo paese natale, l’Albania. Il risultato è da mozzare il fiato. La sua voce-strumento è assolutamente naturale, libera e lontana dagli svolazzi glamour così alla moda in questi tempi. Il canto di Elina è una carezza, ma tutt’altro che evanescente: è una voce intensa e struggente, raffinata eppure viscerale.

«A Time To Remember è sui problemi contemporanei che tutti noi dobbiamo affrontare: la tragica storia della crisi migratoria in Europa e, inoltre, l’imminente fallout ecologico dovuto alla distruzione della natura», spiega l’artista albanese. «È anche un album sui luoghi in cui siamo stati e e che abbiamo amato, luoghi che non esistono più o continuano ad esistere solo come un frammento della nostra immaginazione. Ci sono canzoni che toccano influenze del passato, con il suono dell’Albania e il folklore mediterraneo sempre presenti. Abbiamo voluto esplorare anche altre radici musicali: ballate jazz senza tempo, canzoni francesi, canzoni popolari americane… Accanto alla severità che si trova in molti di questi brani, c’è una leggerezza che pervade tutto e crediamo che questa luce possa, e farà, eclissare questi tempi difficili. In ogni lacrima c’è una luce che sorge».

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