– Al Medimex di Taranto (12-21 giugno) il progetto speciale dell’autore di “Fai rumore” ispirato al mare con le voci femminili de La Niña, Bab L’Bluz e Magalí Datzira
– «Sarà un viaggio per le sue rotte, strade d’acqua e di suoni che uniscono il Nordafrica a Napoli passando per la Catalogna, per giungere nel porto sicuro di Taranto»
Facendo rotta lungo le strade d’acqua del Mediterraneo, da Taranto a Napoli e alla Catalogna, sino alle coste nordafricane, Antonio Diodato si è lasciato trasportare dal canto di moderne sirene, dolci e aggressive, un po’ angeliche e un po’ streghe: sono La Niña, Yousra Mansour dei Bab L’Bluz e Magalí Datzira. Tre straordinarie artiste che il vincitore di Sanremo2020 con Fai rumore ha voluto invitare come ospiti del suo progetto speciale Le Strade del Mediterraneo, con il quale debutta come consulente artistico del Medimex, International Festival & Music Conference che si svolgerà a Taranto dal 17 al 21 giugno con un ricco programma di attività e i concerti di Massive Attack, Primal Scream e St. Vincent.
Tre straordinarie voci femminili, interpreti delle atmosfere sonore e culturali dell’area del Mediterraneo, per approfondire il tema della Strada, che quest’anno è il filo conduttore tematico del Medimex, attraverso la prospettiva e l’identità del mare. Il mare come via principale di collegamento secolare tra popoli, culture e musiche del mondo, con Taranto porto di approdo sicuro e rigenerante. Una programmazione raffinata e internazionale, pensata da Diodato per portare nuove sonorità al Medimex e creare una forte connessione tra le sponde del nostro mare, che si svolgerà dal 18 al 20 giugno nella corte del Castello Aragonese di Taranto, a picco sul mare, all’ora del tramonto.

«Quando mi è stato chiesto di dare un contributo artistico al Medimex di quest’anno, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto mettere al centro della mia proposta il Mediterraneo, con il suo immenso bacino culturale fatto di contaminazioni, sperimentazioni, viaggi millenari che hanno portato a un suono molto articolato ma anche molto riconoscibile a livello internazionale», racconta Antonio Diodato. «Sarà un viaggio per le sue rotte, strade d’acqua e di suoni che uniscono il Nordafrica a Napoli passando per la Catalogna, per giungere nel porto sicuro di Taranto a ricordarci chi siamo e quanto preziosa sia questa costante contaminazione».
“Le Strade del Mediterraneo”, in programma al Castello Aragonese di Taranto dal 18 al 20 giugno – ore 19:30 ingresso gratuito sino ad esaurimento posti disponibili con prenotazione obbligatoria sul sito medimex.it – prende il via mercoledì 18 giugno con La Niña, progetto solista di Carola Moccia, cantautrice e produttrice classe 1991, impegnata nel dialogo tra tradizione e musica del presente. Tra sperimentazione e ibridazione – utilizzando come tramite la lingua estremamente evocativa e potente della sua città, Napoli – la sua ricerca spazia dal canto alla scrittura, dal teatro al cinema, dalla danza alle arti figurative. Al Medimex presenta il fortunato disco Furèsta, progetto dall’impianto corale che affonda le sue radici nella tradizione della musica popolare napoletana, offrendo una visione che mescola innovazione e heritage.
Giovedì 19 giugno sono di scena i Bab L’Bluz, (letteralmente “La porta del blues”), un gruppo franco-marocchino formatosi nel 2018 a Marrakech. La band si ispira alla musica tradizionale Gnawa e Hassani a cui combina rock, suoni psichedelici e blues. Il progetto nasce dall’incontro della carismatica Yousra Mansour (voce, awisha, percussioni e guembri), cresciuta nella città di El Jadida sulla costa atlantica del Marcocco ascoltando la diva libanese Fairouz, la musica gnawa della vicina Essaouira, ma anche Janis Joplin, Oumou Sangaré ed Erykah Badu, e il francese Brice Bottin (guembri, chitarra, percussioni e cori) a Marrakech all’inizio del 2017.
L’asse gravitazionale della band insiste su Yousra Mansour, che ci mette una robusta voce melismatica e i suoi liuti, e sul francese Brice Bottin, multistrumentista tuttofare in studio ma dal vivo pressoché votato al solo guembri elettrificato. Yousra è una frontwoman bellicosa, adatta a dare vivacità allo show e, pur non tirandosela e lasciando da parte gli ammiccamenti, è assai deliziosa quando parte in headbanging con la sua folta chioma riccioluta. Sa lanciarsi in riffage tecnicamente ineccepibili, esibendosi talvolta in posture che paiono estratte dal catalogo di Jimmy Page. Al quale deve essersi ispirata anche per l’awisha che imbraccia, un artigianale liuto elettrico a doppio manico, con tre corde nella parte superiore e dieci in quella inferiore, che non può non ricordare la celebre Gibson.
Venerdì 20 giugno è la volta di Magalí Datzira, giovane contrabbassista, cantante e compositrice barcellonese. Con una lunga esperienza sui palchi (Andrea Motis, Rita Payés, Christina Rosenvinge…), trae ispirazione da un ampio ventaglio di influenze, che parte da una base jazz per spaziare dal funk al pop elettronico, dai suoni più intimi e mediterranei, ai ritmi urbani. Un universo musicale che si cristallizza appieno con una voce intensa, urgente e contemporanea.
Dopo il debutto nel 2023 con Des de la cuina (2023), lo scorso anno ha pubblicato La salut i la bellesa, un album curativo, in cui attraversa un’esperienza profondamente intima. Magalí parla di svuotarsi per riempirsi di nuovo, parla di tristezza, di paranoie e degli abissi quotidiani. Parla dei vari stadi dell’amore, ma soprattutto di prendersi cura, di curarsi e di essere curata e dell’amicizia, come pilastro vitale in questo mondo ultraconnesso. Da questo album Magalí Datzira ha recentemente preso cinque dei diciassette beat che lo compongono e gli ha dato una nuova lettura, allungandone l’essenza per farli apparire con un suono più sporco, più pieno e più aggiornato nell’EP LASILAB alt takes.