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CINEMA. Kung Fu all’amatriciana. Sexy Elodie

– Le prime visioni di questa settimana. Il film d’azione “La città proibita” segna il ritorno del regista Gabriele Mainetti. Per la cantante un “Gioco pericoloso” a tre
Il “modello Lampedusa” al centro di “Global Harmony”. Kate Winslet è la fotoreporter di guerra Lee Miller. L’attualità di Simenon ne “Il caso Belle Steiner”

LA CITTÀ PROIBITA azione, diretto da Gabriele Mainetti, con Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Luca Zingaretti e Sabrina Ferilli. Durata 135 minuti.

Kung Fu e amatriciana, bacchette cinesi e forchette, integrazione e intolleranza. Ma anche amore, vendetta e scene d’azione fatte a regola d’arte. Sullo sfondo Roma (che non travolge il racconto), e più precisamente il quartiere Esquilino tra un “aho” (un intercalare verace tipicamente romano) e un “ni hao” (ovvero “ciao” in cinese). Dietro tutto questo c’è Gabriele Mainetti: «È la mia lettera d’amore a Roma con la speranza che tutti possano riconoscere che possiamo essere anche altro oltre alle meravigliose commedie che conquistano facilmente lo spettatore perché ridere è un’esperienza salvifica, ridere è importante. Ma possiamo essere anche altro». 

Al centro del film c’è Mei – interpretata dalla stuntwoman Yaxi Liu (tra i suoi lavori, il live-action Disney Mulan) – una misteriosa ragazza cinese, che arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. «Consapevole che nessuna attrice avrebbe potuto diventare davvero Mei in sei mesi di allenamento, ero pronto a partire per la Cina, convinto che la mia protagonista l’avrei trovata solo nelle scuole di Kung-Fu», ma un giorno «un mio amico mi ha segnalato il suo profilo Instagram e così l’ho trovata. Tutti i grandi attori dei film d’azione sono attori, basti pensare a Bruce Lee», ricorda Mainetti. Il destino di Mei – che le sa dare di santa ragione – si incrocia con quello del cuoco Marcello (Enrico Borello) e la mamma Lorena (Sabrina Ferilli), che portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo (Luca Zingaretti), che li ha abbandonati per fuggire con un’altra donna. Quando le loro strade si incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall’amore.

In questo film italiano dal sapore internazionale ci sono due capisaldi della romanità: Sabrina Ferilli e Marco Giallini, che interpreta un “dinosauro” riluttante a ogni forma di integrazione («interpreto un personaggio che è la summa di altri che ho interpretato nel corso della mia carriera»). Ne La città proibita «mostriamo una Roma nuova, multietnica, non è lodata in maniera esagerata”, al contrario “potrebbe essere una qualunque parte del mondo», spiega Ferilli.

Voto: 4 su 5

GIOCO PERICOLOSO thriller, diretto da Lucio Pellegrini, con Adriano Giannini, Elodie e Eduardo Scarpetta.

Lui, Carlo Paris (Adriano Giannini),è uno scrittore famoso in crisi creativa; Giada (Elodie), sua moglie, una ballerina professionista alle prese con la produzione del suo primo spettacolo da protagonista e, infine, Peter Drago  (Eduardo Scarpetta), un giovane artista concettuale anche troppo  ambizioso e ingombrante che si mette tra i due come terzo  incomodo. Questo il tris d’assi che mette in campo Gioco Pericoloso, thriller all’ombra della Maga Circe di Sabaudia, diretto da Lucio Pellegrini e scritto dallo stesso con Elisa Fuksas. Lo scrittore si ritrova a subire la fascinazione di Peter Drago, artista concettuale che cerca di cavalcare le sue amicizie per imporre la sua arte, ma anche Giada sembra non essere immune dal fascino di quest’artista luciferino. All’interno della storia anche la misteriosa scomparsa di una ragazza, Maria Tanner, legata al passato di Peter e Giada.

Per Elodie è il terzo film dopo Non c’è campo e Ti mangio il cuore: «Per quanto riguarda il personaggio, ho cercato di empatizzare e capire cosa muovesse questa donna che è allo stesso tempo manipolatrice e manipolata, come capita in fondo a tutti. Il mio rapporto con il cinema? Sono entusiasta, mi dà un’ulteriore occasione per crescere professionalmente e come donna». Imbarazzo per le scene di sesso nel film di Pellegrini? «Faccio sesso anche nella vita», dice Elodie. «È una cosa normale che sanno anche mio padre e il mio compagno, ma certo un po’ di imbarazzo c’è sempre, credo che in fondo sia una cosa sana».

Voto: 3 su 5

DREAMS drammatico, diretto da Dag Johan Haugerud, con Ane Dahl Torp e Selome Emnetu. Durata 110 minuti.

La giovane Johanne (Selome Emnetu) è sempre più emotivamente legata ad una sua insegnate di scuola che le apre le porte della sua casa e ascolta con premure le sue domande i suoi pensieri. Affidati ad un diario personale gli scritti intimi di Johanne sul suo primo amore creano attriti all’interno della sua famiglia, spingendo sua madre e sua nonna a riconsiderare le proprie realtà e i propri sogni, innescando un vivace dibattito tra donne.

Voto: 3 su 5

LEE MILLER drammatico, diretto da Ellen Kuras, con Kate Winslet e Alexander Skarsgård. Durata 117 minuti.

È un biopic tratto da The Lives of Lee Miller, scritto dal figlio Anthony Penrose. Lee Miller (Kate Winslet), ex modella statunitense per Vogue dall’età di 19 anni e grande appassionata di fotografia fin dall’infanzia, parte per l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di fotoreporter proprio per la celebre rivista.

La sua missione sarà quella di documentare le atrocità della guerra e mostrare al mondo intero il vero volto della Germania Nazista. Attraverso i suoi scatti denuncerà i crimini perpetrarti nei confronti degli ebrei e delle minoranze nei campi di concentramento. La giornalista produrrà un enorme archivio tra foto e appunti lasciando un’inestimabile testimonianza di quel periodo durissimo in cui lei stessa dovrà fare i conti con alcune verità del suo passato.

Voto: 2.5 su 5

GLOBAL HARMONY thriller, diretto da Fabio Massa, con Morgan David Jones e Rasha Bilal. Durata 95 minuti.

Racconta la storia di Richard Foster (Morgan David Jones), un giornalista di successo, vincitore due volte del premio Pulitzer. La sua vita però, non è mai stata definita dal successo professionale o dalla fama della sua ricca famiglia. Cresciuto in un ambiente privilegiato, ha scelto di allontanarsi dagli affari di famiglia. Fondatore della “Global Harmony Foundation” con sede a New York, Foster si dedica alla difesa dei diritti umani e alla cooperazione globale. Un giorno, dopo essere stato ospite di un famoso talk show, Foster si trova coinvolto in un drammatico incidente in cui perde la vita una prostituta di colore che stava cercando disperatamente di raggiungere un ospedale per partorire. Ma è proprio grazie a Richard che lei riesce a mettere al mondo una bambina che chiamerà Gaia (Faty Ba).

In seguito alla morte della donna, Richard adotta la neonata, e questo gesto cambierà radicalmente il suo percorso personale e professionale. Trasferitosi sull’isola di Lampedusa, Richard crea laboratori creativi e didattici destinati a bambini e adulti che non hanno accesso a un’istruzione adeguata o a un percorso di inserimento nel mondo del lavoro. L’obiettivo di Richard è quello di estendere il modello di Lampedusa a livello globale, dando a migliaia di bambini una possibilità di riscatto attraverso l’educazione e il supporto morale e pratico. Ma il percorso di Richard non sarà privo di sacrifici. Il prezzo che dovrà pagare per la sua visione idealista si rivelerà essere ben più alto di quanto si potesse immaginare.

Voto: 3 su 5

HOKAGE – OMBRA DI FUOCO azione, diretto da Shinya Tsukamoto, con Shuri e Ouga Tsukao. Durata 95 minuti.

È la storia di un uomo, trasformato dalle dure condizioni della guerra, e di Zan, che si affaccia all’essenza della vita e allo stesso tempo alla violenza generata dalla caduta dello shogunato Tokugawa. Mentre la pace che aveva governato per oltre due secoli inizia a tremare, vengono mostrate le conseguenze della guerra sull’umanità. Il film esamina le vite dei cittadini giapponesi nel periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale. In una bottega di ramen una donna racimola qualche soldo vendendo l’unica cosa che le è rimasta, il suo corpo. Quando un giovane sodato giunge da lei, capisce che in realtà ha più bisogno di conforto che di lussuria. È così che decide di restare con lei e con il bambino che fa loro visita soltanto di notte. Tutti tre hanno una cosa in comune: hanno perso i loro familiari, quando la città è stata bombardata.

Ben presto in questa famiglia surrogato resteranno soltanto in due, la donna e il bambino, ma a causa dell’incapacità di lei di elaborare il trauma, anche il ragazzo in seguito andrà via per unirsi a un uomo in viaggio. Quest’ultimo di giorno è allegro e di notte piagnucola nel sonno, mentre rivive gli orrori bellici. L’uomo ha pianificato un modo per vendicarsi di chi ha compiuto queste atrocità ed è intenzionato a coinvolgere nel suo progetto anche il bambino.

Voto: 3 su 5

IL CASO BELLE STEINER, thriller del 2024, diretto da Benoît Jacquot, con Charlotte Gainsbourg e Guillaume Canet.

Tra i grandi scrittori che hanno nutrito il miglior cinema giallo (Agatha Christie, ma anche Raymond Chandler, Patricia Highsmith e Cornell Woolrich), Georges Simenon ha un posto di rilievo. In una scena di questo nuovo film, teso e intrigante, cordiale e cinico, si vede perfino una scuola a lui intestata. Il caso Belle Steiner è tratto dal romanzo “La morte di Belle”, scritto nel ‘52 e pubblicato, come decine di altri, da Adelphi. 

Gli adattamenti dei suoi libri per il cinema e la tv, dicono le statistiche, sono già 170. Anche questo, illuminato da due bravissimi protagonisti come Guillaume Canet, che ha appena smesso i panni di Luigi XVI, e Charlotte Gainsbourg, eccezionale nel parlare con i silenzi, si svolge in un paesino della provincia francese con i suoi segreti, quella che Simenon raccontava così bene e che si identificava con un maestro come Claude Chabrol. È un giallo classico, in cui nei primi cinque minuti si compie il delitto, viene denudata e strangolata una ragazza, ospite di amici della madre. In casa, anzi nello studiolo sotterraneo, dove studia e lavora, c’era stato tutta la sera Pierre, il professore, che non ha visto né sentito nulla, mentre la moglie Cléa era a casa di amici. I sospetti sono sull’uomo che si dichiara innocente e ha un alibi inoppugnabile, oltre alla stima del paese e della scuola dove insegna matematica. Ma la sua vita viene stravolta, anche un minimo sospetto aiuta la macchina del fango.

In alcuni lati il film è molto contemporaneo, con la diffusione di fake news, il processo mediatico, l’uomo comune che rimane dentro un ingranaggio e naturalmente il femminicidio, la cui condanna sta nei titoli di coda perché è il soggetto stesso della storia. Benoît Jacquot è un regista diligente se non geniale, uno che non si sofferma molto e asciuga la narrazione (e che sta vivendo un momento difficile per accuse di violenza sessuale). Il vero padre è quindi Simenon, in uno dei suoi romanzi più ambigui. Il tesoro del film è nella bravura di Canet nel rendere quest’uomo indecifrabile, così fedele alla razionalità della matemaica: sembra anaffettivo. Ma il dubbio regna sovrano.

Voto: 3.5 su 5

UN POSTO SICURO horror, diretto da Luca Tartaglia, con Reyson Grumelli e Francesca Luce Cardinale. Durata 90 minuti.

È ambientato in un mondo devastato da una pandemia mortale e misteriosa. Cinque giovani sopravvissuti, Emma (Francesca Luce Cardinale), Max (Reyson Grumelli), Sofia (Alice Fiorentini), Luca (Massimo Fascetti) e Giulia (Nicole Giacomasso) fuggono attraverso territori insidiosi in cerca di un rifugio sicuro. Alla fine, trovano una villa lussuosa e in apparenza abbandonata, che sembra offrire la pace che cercano. Ma ben presto scoprono di non essere soli, in casa ci sono esseri misteriosi, noti come Ombra, a minacciare la loro quiete.

Quel luogo, che inizialmente sembrava un rifugio accogliente, si trasforma in una prigione dove dominano paranoia e terrore. Nel frattempo, tra rivelazioni inquietanti, emergono verità sconvolgenti sulla pandemia e sul destino dei sopravvissuti. Mentre i ragazzi si sforzano di mantenere il controllo in una continua lotta contro l’oscurità, cercano disperatamente un modo per sfuggire a una morte ormai inevitabile…

Voto: 2 su 5

THE BREAKING ICE drammatico, diretto da Anthony Chen, con Dongyu Zhou e Chuxiao Qu. Durata 97 minuti.

È ambientato a Yanji, in Cina, ed è incentrato sulla fiorente relazione tra tre giovani ventenni. Haofeng (Haoran Liu) è un ragazzo benestante, che soffre da tempo di una grave forma di depressione. Quando si reca nella cittadina di Yanji, sita nel nord-est del Paese, per prendere parte a un matrimonio, si imbatte in Nana (Dongyu Zhou), una bellissima turista, da cui rimane talmente affascinato da decidere di seguirla. In verità, anche lei è attratta da Haofeng e durante una notte in cui bevono molto, lo lascia entrare nella sua vita. Il tempo trascorso dal giovane insieme alla ragazza è condiviso anche con il migliore amico di lei, Xiao (Chuxiao Qu), che lavora in un ristorante locale. Il legame tra Nana e Xiao, però, si complica con la presenza di Haofeng, trasformandosi ben presto in un triangolo amoroso.

Ognuno di loro vive delle ansie personali ed è devastato da un forte senso di malinconia motivi per cui i tre amici diverranno inseparabili e necessari l’uno per l’altro.

Voto: 2.5 su 5

ELFKINS – MISSIONE GADGET animazione, diretto da Ute von Münchow-Pohl, con Hilde Dalik e Dave Davis. Durata 86 minuti.

Ci porta nuovamente nel mondo degli Elfkins, dove ritroviamo la piccola e coraggiosa Elfie (voce originale Jella Haase) che scopre l’esistenza di una gang di Elfkins tecnologicamente avanzata, dedita al divertimento e alla ricerca di emozioni forti, in netto contrasto con il clan tradizionale a cui appartiene lei.

Nonostante le regole e le continue critiche di Vendla (voce originale Inga Sibylle Kuhne), Elfie non riesce a resistere alla voglia di avventura e si dedica spesso all’esplorazione del mondo umano. Un giorno, incontra Bo (voce originale Paul Pizzera), il membro più giovane della gang rivale, e insieme si ritrovano coinvolti in una serie di situazioni pericolose.

L’amicizia tra Elfie e Bo potrebbe essere la chiave per riunire i due clan divisi da oltre 250 anni di conflitti. Intanto, Lanski (voce originale Annette Frier), un commissario umano ossessionato dalla cattura degli Elfkins, è determinata a dimostrare che le leggende sui piccoli esseri con il cappello a punta sono vere. Ma gli Elfkins non si arrendono facilmente.

Voto: 3 su 5

DRAGON BALL Z – LA BATTAGLIA DEGLI DEI animazione, diretto da Masahiro Hosoda. Durata 85 minuti.

Incontrioamo Son Goku impegnato in una difficile battaglia contro il potente Dio della distruzione, che si è risvegliato dopo un lungo letargo. La Terra aveva finalmente ritrovato in pace, ma ora deve affrontare un nuovo pericolo. Riuscirà Goku a sconfiggere il terribile Bills? I suoi poteri non sembrano in grado di bloccare i suoi fortissimi attacchi e dovrà imparare ad accrescere la sua potenza e raggiungere il livello di Super Saiyan God, mai avuto in precedenza.

Voto: 3 su 5

 

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