– Le prime visioni di questa settimana. Un bimbo di 11 anni è il protagonista del film d’animazione di Adrian Molina. Remake cinematografico del celebre romanzo di Bulgakov. Il tenero “Arrivederci tristezza” con Nino Frassica e la commedia “Poveri noi”. Tutte le altre uscite
ELIO animazione, diretto da Adrian Molina, Madeline Sharafian, Domee Shi, con Andrea Fratoni, Aleksandr Gusev e Alessandra Mastronardi; 90 minuti.
Racconta la storia di un bambino di 11 anni di nome Elio, che ha un carattere artistico, creativo e sognatore, ma ha difficoltà a integrarsi con gli altri. A causa di questo problema, il piccolo è sempre rinchiuso in casa.
Nel frattempo, sua madre Olga è impegnata nella direzione di un progetto militare top-secret ed è intenta a decodificare uno strano segnale giunto dallo spazio. La donna, però, non immagina che dietro quel messaggio ci sia proprio suo figlio. Elio, infatti, è stato teletrasportato nello spazio ed è finito per essere scambiato per un ambasciatore intergalattico mandato dal pianeta Terra…
Voto: 4 su 5
ARRIVEDERCI TRISTEZZA commedia, diretto da Giovanni Virgiliio, con Selene Caramazza, Nino Frassica e Alessio Vassallo;

Aldo (Alessio Vassallo) è un uomo che a 40 anni compiuti si trova ad affrontare un’improvvisa e dolorosa rottura con Alessia (Selene Caramazza), la sua compagna da quasi quindici anni. La donna sparisce senza lasciare traccia, mettendo fine alla loro relazione con un silenzio incomprensibile e destabilizzante, lasciandolo senza punti di riferimento. Sconvolto e incapace di ritrovare un equilibrio, Aldo si sente bloccato e prigioniero di pensieri che non gli danno tregua. Ogni tentativo di ripartire sembra fallire, rendendo le sue giornate sempre più vuote. Su consiglio di Sonia, amica fidata di lunga data, decide di rivolgersi a uno psicoterapeuta per cercare risposte e un po’ di chiarezza. È così che conosce Carlo (Nino Frassica), uno psicologo sulla settantina, riservato e poco incline all’attività fisica, che si rivela sorprendentemente affine a lui. Anche Carlo, infatti, ha vissuto un’esperienza simile quarant’anni prima, un dolore che ha lasciato cicatrici invisibili.
Questo inaspettato legame tra passato e presente diventa per Aldo l’occasione per guardarsi dentro, rimettere insieme i pezzi e iniziare un percorso di crescita personale lento ma necessario. L’incontro con Carlo segnerà non solo l’inizio di una nuova consapevolezza, ma anche la nascita di un’amicizia autentica, capace di restituirgli fiducia nel futuro e nella possibilità di ricominciare, anche quando tutto sembra perduto.
Voto: 4 su 5
IL MAESTRO E MARGHERITA sentimentale, diretto da Michael Lockshin, con August Diehl, Yuliya Snigir e Evgeniy Tsyganov; 157 minuti.

Nella grigia e repressiva Mosca degli anni Trenta, durante il regime staliniano, un celebre scrittore noto come il Maestro (Evgeniy Tsyganov), finisce travolto dallo scandalo quando la sua pièce teatrale su Ponzio Pilato (Claes Bang), accusata di rappresentare Cristo con troppa umanità, viene censurata e stroncata dalla critica ufficiale. In pochi giorni, la sua reputazione è distrutta, il suo lavoro bandito e la sua voce silenziata. Ridotto all’emarginazione e alla disperazione, trova conforto e nuova ispirazione nell’incontro con Margherita (Yulia Snigir), una donna bellissima e sposata, con cui nasce un amore travolgente e proibito.
Spinto dalla passione per Margherita e dal bisogno di reagire alle ingiustizie subite, il Maestro inizia a scrivere un nuovo romanzo che, in quell’Unione Sovietica, non potrà mai essere pubblicato. Immagina una Mosca visitata da Woland (August Diehl), un enigmatico e diabolico straniero, accompagnato da un seguito di personaggi grotteschi e irresistibili. Con ironia crudele e sferzante, Woland scatena una vendetta surreale contro l’ipocrisia, la corruzione e l’opportunismo della società sovietica, colpendo chi ha umiliato e tradito lo scrittore.
Tra realtà e immaginazione, giustizia e illusione, il confine si fa sempre più labile: il caos prende il sopravvento e la verità si confonde con la finzione letteraria. E mentre tutto sembra destinato a perdersi, è Margherita a mantenere viva la fiamma della speranza, spronando il Maestro a non arrendersi, a scrivere comunque, e a credere che anche nelle tenebre più fitte, l’amore e la libertà possano ancora esistere.
Voto: 3.5 su 5
POVERI NOI commedia, diretto da Fabrizio Maria Cortese, con Paolo Ruffini, Ilaria Spada e Ricky Memphis.

Segue la storia della ricca famiglia Mariani. In città, un tempo simbolo di ricchezza e prestigio, ora si trova improvvisamente ad affrontare la rovina finanziaria. A causa di un investimento sbagliato, i genitori Edoardo (Paolo Ruffini) e Giovanna (Ilaria Spada) cercano inizialmente di nascondere la crisi ai figli Giacomo (Lorenzo Crovo), Emma (Beatrice Savignani) e Lidia (Maria Guglielmo), tre ragazzi cresciuti tra agi e presunzione. Ma la verità viene presto a galla, e tutto precipita.
Cacciati e umiliati dal loro quartiere di origine, sono costretti a trasferirsi in un umile sottoscala in una zona popolare, dove le persone che hanno sempre disprezzato in passato si rivelano le uniche disposte ad aiutarli spontaneamente. Tra queste, Ottavio (Ricky Memphis), ex compagno di liceo di Edoardo, che nonostante un passato segnato da un tradimento e trent’anni di silenzio, decide di tendere la mano.
Il film esplora le sfide della società contemporanea, mettendo in luce con uno sguardo critico, ma anche profondamente umano, temi come l’amicizia, la gratitudine e la riscoperta dei veri valori. In un mondo sempre più dominato dai rapporti virtuali, la storia dei Mariani racconta un ritorno all’essenziale, tra ricordi, litigi, vecchi rancori e nuove consapevolezze.
Voto: 3.5 su 5
TRE AMICHE sentimentale, diretto da Emmanuel Mouret, con Camille Cottin, Sara Forestier e Damien Bonnard; 117 minuti.

È la storia di tre amiche e delle loro relazioni. Joan, Alice e Rebecca sono grandi amiche ma anche molto diverse tra loro. Joan è sposata con Victor e ha una figlia. Quando capisce che non ama più suo marito, decide di lasciarlo. Nonostante la fine dei sentimenti, le pesa l’idea di fingere e sentirsi disonesta. Victor sparisce dalla sua vita lasciandole un profondo senso di colpa, che la tormenta. Alice invece sta con Eric, e anche tra loro sembra essersi esaurito l’amore, ma per lei il matrimonio è una questione di stabilità e razionalità. Alice rassicura Joan, convinta che una coppia possa durare anche senza passione. Non sa però che Eric ha una relazione con Rebecca.
Rebecca, spirito libero e passionale, preferisce le emozioni forti e i legami avventurosi. Sceglie relazioni segrete con uomini sposati, infatti è l’amante di Eric. Quando Joan prende la difficile decisione di cambiare vita, tutto si incrina. Da quel momento anche l’amicizia tra le tre donne sembra subire uno scossone, mentre confessioni e malintesi minacciano un equilibrio già precario. Ambientato tra Lione e la campagna francese, il film è un viaggio intimo e ironico tra sentimenti repressi, desideri nascosti e il fragile legame tra amicizia e verità.
Voto: 3.5 su 5
TUTTO L’AMORE CHE SERVE drammatico, diretto da Anne-Sophie Bailly, con Laure Calamy, Charles Peccia-Galletto e Julie Froger; 95 minuti.

Si svolge a Créteil, piccola città non lontana da Parigi, e ha per protagonista Mona (Laure Calamy). La donna, sessantenne e madre single, vive col figlio trentenne Joël (Charles Peccia-Galletto) in un piccolo appartamento alla periferia. Joël ha un lieve ritardo mentale e lavora in un centro che assiste i disabili, dove conduce una routine rassicurante.
Quando un giorno confessa alla madre di essere innamorato della sua collega Océane (Julie Froger) – anche lei con disabilità – e che la ragazza è rimasta incinta, Mona casca dal pero. Non sapeva nulla della relazione e la gravidanza la pone di fronte a una responsabilità che non è sicura di volersi assumere in questo momento della sua vita, in attesa della pensione e di una tranquillità mai davvero raggiunta.
La scoperta incrina il loro legame simbiotico e costringe Mona a fare i conti con la propria identità, il desiderio di autonomia e la paura di restare sola. La scelta da compiere mette a dura prova il rapporto madre figlio.
Voto: 4 su 5
28 ANNI DOPO horror, diretto da Danny Boyle, con Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson, Jack O’Connell, Alfie Williams e Ralph Fiennes; 126 minuti.

Quasi tre decenni dopo che il virus della rabbia è fuoriuscito da un laboratorio di armi biologiche, ancora alcuni sono in una quarantena forzata e brutale, altri sono riusciti a sopravvivere in mezzo agli infetti. Un gruppo di sopravvissuti vive su una piccola isola collegata alla terraferma da un’unica strada rialzata ed estremamente protetta. Quando uno di questi lascia l’isola per una missione diretta nel profondo della terraferma, scoprirà segreti, meraviglie e orrori che hanno mutato non solo gli infetti ma anche gli altri sopravvissuti.
Voto: 3.5 su 5
LA DOMENICA MUOIONO PIÙ PERSONE drammatico, diretto da Iair Said, con Iair Said, Antonia Zegers e Rita Cortese; 73 minuti.

David, un uomo trentenne, sovrappeso, omosessuale e con una forte paura di volare, è costretto a fare ritorno in Argentina, sua terra natìa, con grande riluttanza. Il motivo del viaggio è la morte di suo zio, evento che lo porta a partecipare al funerale.
Una volta giunto a Buenos Aires, David si ritrova a riallacciare i rapporti con sua madre e con il resto della sua famiglia ebrea, con cui aveva perso i contatti. Questo ritorno forzato, però, si trasforma pian piano in un’occasione di riscoperta personale: tra lezioni di guida, visite mediche e incontri occasionali con uomini disposti a dargli anche solo un briciolo di attenzione, David inizia un percorso intimo e delicato alla ricerca di se stesso e di un fragile equilibrio interiore.
Voto: 3 su 5
MILAREPA fantascienza, diretto da Louis Nero, con F. Murray Abraham, Harvey Keitel e Franco Nero; 100 minuti.

Si svolge nel cuore del Mediterraneo, in Sardegna, in un futuro post-apocalittico sospeso tra passato e futuro, dove la natura ha riconquistato il dominio su una tecnologia ormai in rovina. La giovane Mila (Isabelle Allen), dodici anni, affronta un dolore profondo, la morte improvvisa del padre, brutalmente assassinato, e la sottrazione dell’eredità da parte degli zii paterni. Spinta dal desiderio di vendetta, intraprende un percorso difficile e pieno di ostacoli.
Ma anche dopo aver ottenuto la sua rivincita, Mila non trova pace. Decide così di iniziare un viaggio solitario e spirituale attraverso antichi insediamenti, alla ricerca di se stessa e di redenzione per le proprie azioni.
Voto: 4 su 5
OLEG drammatico, diretto da Juris Kursietis, con Valentin Novopolskij, Dawid Ogrodnik e Anna Próchniak; 108 minuti,

Oleg (Valentin Novopolskij) è un giovane macellaio lettone che lascia la sua terra d’origine per cercare un futuro migliore a Bruxelles. Nella speranza di ottenere uno stipendio dignitoso e di inserirsi nella società, trova impiego in uno stabilimento di lavorazione della carne. Ma il sogno di una nuova vita si spezza quando, tradito da un collega, perde il lavoro e si ritrova senza documenti, pieno di debiti e costretto a mantenere anche la nonna rimasta in patria.
Senza alternative e sempre più smarrito, Oleg finisce nelle mani di Andrzej (Dawid Ogrodnik), un polacco dal passato oscuro che si presenta come un salvatore, ma che in realtà lo trascina in un mondo di sfruttamento e criminalità. Trasferitosi in una casa condivisa con altri operai polacchi, Oleg comincia lentamente a comprendere la vera natura dell’uomo da cui ora dipende, rendendosi conto che per sopravvivere dovrà trovare la forza di sottrarsi a un sistema che lo inghiotte.
Voto: 2.5 su 5