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BILLY IDOL: sono uscito dalla mia tomba

– Il sopravvissuto del punk torna giurando di «essere pulito e sobrio dal 2010» e con l’album “Dream Into It” spera finalmente di entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. «Mi sono dato una gran calmata nella vita, ma la mia musica è più rock che mai»
 –  Il bad boy è diventato uomo, compirà 70 anni entro l’anno. E ripercorre il percorso verso la maturità in questo lavoro pieno zeppo di racconti di eccessi rock. In questo viaggio a ritroso lo accompagnano Avril Lavigne, Alison Mosshart e Joan Jett

Scrollarsi di dosso una reputazione di cattivo ragazzo rock‘n’roll non è facile: basta chiedere a Billy Idol. Dice di essere pulito e sobrio dal 2010, ma la sua immagine di icona ribelle lo perseguita. D’altronde, il sopravvissuto al punk Billy Idol rimane incorreggibile. “Ho guardato nella mia tomba / E me ne sono andato”, canta. E la sua passione per l’eccesso è apparentemente invariata: “So che dovrei essere dispiaciuto, ma non ricordo cosa ho fatto ieri sera”, aggiungendo: “Non mi sento male per essere quello che sono”. Sono testi tratte da canzoni contenute in Dream Into It, l’album che segna il suo ritorno in studio dopo undici anni di silenzio. 

In questo arco di tempo, Billy Idol non è stato chiuso in uno scantinato a rimuginare sul futuro. Non si è arrotolato attorno alle sue passate fortune sperando un giorno di poter ricalcare le assi di un palcoscenico. Billy Idol ha passato questi undici anni cercando di diventare un uomo. Un traguardo per chi è stato baciato dalla dea fortuna e ha passato buona parte degli anni Ottanta e Novanta spendendo i suoi denari in droghe e motociclette, giubbotti di pelle e stivali pieni di borchie.

«Nel 1994 sono stato vittima di un’overdose e ho rischiato di lasciarci le penne», racconta. «Mio figlio e mia figlia erano molto giovani e ricordo un amico che venne a trovarmi in ospedale e disse: “Se fossi morto, loro non ti avrebbero mai perdonato”. Era vero. Non parliamo poi dell’incidente in moto quando mi sono quasi rotto l’osso del collo. Insomma, una vita di merda. Doveva cambiare qualcosa». 

Il cambiamento è avvenuto, poco a poco ma c’è stato. Oggi, con qualche ruga in più ma comunque non molto distante dall’Idol che conoscevamo, il bad-boy è diventato uomo. E ripercorre questo percorso verso la maturità in Dream Into It, un lavoro pieno zeppo di racconti di eccessi rock, anche se non è facile determinare quanto ci sia di vero e quanto di ironico.

“Una volta, quando ero più giovane / Quando conoscevo la fame”, canta nella title track di apertura, che inizia come una ballata intrisa di synth prima di prendere ritmo. La seconda traccia, dal titolo 77, in duetto con Avril Lavigne, ci proietta nel periodo di massimo splendore del punk: “King’s Road ogni fine settimana / Ci odiano e non sanno perché”, canta Idol, prima di evocare scontri violenti con Ted e Skin. “Fight back like 77” dice il coro.

L’ex William Michael Albert Broad, adesso Billy Idol, cantante britannico dal 2018 cittadino statunitense, continua nel suo stile chiassoso, ma quando, a un certo punto, canta di John Wayne suona più come Jon Bon Jovi. Le scintille non riescono a volare in Wildside, un duetto con Joan Jett che elogia “cavalcare nella corsia di velocità” ma, a parte una chitarra speedy, il brano si svolge come un midtempo.

Tutta questa vita al limite alla fine diventa rimorso. “So di essermi perso il tuo compleanno”, si lamenta in People I Love, ricordando le relazioni danneggiate dai suoi eccessi. Per poi concludere: “Continuo a far incazzare le persone che amo”.

C’è un accenno di salvezza in Gimme The Weight quando Idol cerca conforto tra le braccia di una donna, apparentemente stanca della sua vita da rockstar e della droga. Ma come spesso accade, il messaggio serio è sopraffatto dal ritmo martellante e dall’atmosfera edonistica della musica. Mentre Idol si crogiola nella sua stessa decadenza, ci si chiede: queste canzoni sono pensate per essere vanti epici o grida di aiuto?

L’album viene salvato da feroci accordi di potenza e dal ritornello di Still Dancing, brano che ha il vigore da inno del migliore Idol e che non a caso è stato scelto come singolo apripista. “È stato un lungo viaggio, ma il viaggio è tutto ciò che conosco …. Ora ho il controllo”, canta.

«Credo che questo disco sia il migliore che ho fatto; in molti penseranno che dica così perché è il lavoro della rinascita e del ritorno. Dico invece che ascoltando canzone per canzone vi renderete subito conto della qualità di ciò che ho scritto. Mi sono dato una gran calmata nella vita ma la mia musica è più rock che mai».

Billy Idol si prepara a compiere 70 anni entro la fine dell’anno. «Sono un sessantenne sexy sessagenario, sarò un settantantenne sexy, ah ah». Rimane un eroe della generazione “senza eroi”, e non ne sono rimasti troppi. E, con questo disco, Il cantante di Dancing With Myself spera di ottenere finalmente il lasciapassare per entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. In febbraio ha ottenuto la nomination, manca l’ultimo passo.

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