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Addio CARMELO COSTA, l’uomo dei grandi eventi

– Il promoter siciliano stroncato da un ictus a Messina mentre preparava la stagione del cinquantenario: aveva 72 anni. La proposta: intitolare a lui il Palasport di Acireale che dovrebbe finalmente riaprire quest’anno
– Ha portato in Sicilia Bob Dylan, Sting, Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Peter Gabriel, Robert Plant, Duran Duran, Eddie Vedder: oltre 5.500 concerti. Quella sera quando “mister Tambourine man” lo fece impazzire a Taormina

Era l’uomo dei grandi eventi in Sicilia e delle grandi battaglie per aprire gli stadi alla musica “live”. L’ultima, quella contro una emorragia cerebrale che l’aveva sorpreso due giorni fa a Messina, non è riuscita a vincerla. Carmelo Costa si è spento all’età di 72 anni al Policlinico di Messina, dove era ricoverato da due giorni dopo il malore che lo aveva colpito in albergo, al Royal.

Bob Dylan, Sting, Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Peter Gabriel, Duran Duran, Eddie Vedder dei Pearl Jam, Joe Cocker, Robert Plant, Iron Maiden, Placebo, Bryan Adams, Ben Harper, Mika, Noel Gallagher, Charles Aznavour, li ha portati lui in Sicilia. E poi Checco Zalone, Massimo Troisi e La Smorfia. Più di 5.500 concerti in cinquant’anni di carriera. Che avrebbe dovuto festeggiare quest’anno. E a Messina si trovava proprio per prepararsi ai nuovi, esaltanti, appuntamenti della nuova stagione: Vasco Rossi, Cesare Cremonini e Marco Mengoni. Tutti all’insegna del “sold out”. E poi Le Cirque du Soleil, Alessandro Cattelan. Sempre con la speranza di riaprire un discorso con Sting che si era interrotto bruscamente due anni fa: «Vasco e Sting sono quelli che mi emozionano ancora», ripeteva.

Carmelo Costa agli inizi della carriera in compagnia di Domenico Modugno
Carmelo Costa con il trio della Smorfia

Superata la boa dei 60 anni, aveva deciso di ridurre la propria attività, di occuparsi solamente di grandi eventi, forse anche perché un po’ stanco di continuare a combattere contro la mancanza di strutture adatte ai concerti, la burocrazia e l’ignoranza di politici e amministratori. E poi aveva una famiglia che voleva vivere.

Il nostro è stato un rapporto conflittuale talvolta. Io che cercavo di strappargli qualche notizia in anteprima e lui che si nascondevi. «Non ti preoccupare, il primo a saperlo sarai tu», mi prometteva. Ma se non lo avessi preso in contropiede, avrebbe tenuta segreta la notizia fin quando non avrebbe avuto la conferma ufficiale. È stata la mia fonte di tante notizie, di gossip, della vita nel backstage, dei desideri e delle richieste della popstar. Mi ricordo quando Bob Dylan lo fece disperare a Taormina: prima pretese un albergo a mare a Mazzarò e una cena messicana, poi – affascinato dall’Etna in eruzione – volle stare sulla terrazza del Timeo a guardare il vulcano, mangiando melanzane e peperoni. 

Ci siamo anche spesso scontrati. I nostri orientamenti musicali spesso non collimavano. O, almeno, Carmelo li vedeva sotto l’aspetto commerciale, io dal punto di vista musicale. Anche sulla “riconquista” dello stadio di Palermo ci sono state delle incomprensioni. Purtroppo, ho avuto ragione io. 

Lancio una proposta. Non si conosce ancora la data precisa, ma entro l’anno dovrebbe finalmente aprire il Palasport di Acireale, l’ex Palatupparello e poi Pal’Art. Perché non intitolarlo a Carmelo Costa?

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