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“A Complete Unknown” non svela il mistero DYLAN

– A Los Angeles la premiere dell’atteso film sull’ascesa dal folk al rock dell’autore di “Blowin’ in the Wind” interpretato dal teen idol Timothée Chalamet. Nelle sale italiane il 23 gennaio 2025
– Più che un biopic sembra un musical e il regista James Mangold lascia irrisolti molti punti interrogativi. Se Dylan come musicista è un genio, come uomo rimane un completo sconosciuto

Grande première a Los Angeles dell’atteso film su Bob Dylan A Complete Unknown. Tra musica in sottofondo e chitarre a fare da scenografia, sul red carpet ha sfilato il protagonista Timothée Chalamet con il resto del cast, tra cui Elle Fanning, Nick Pupo, Monica Barbaro e il regista James Mangold. Grande assente Bob Dylan, a conferma della tesi  del film di James Mangold, “Un completo sconosciuto”, che non è solo un riferimento a una famosa battuta di Dylan su Like a Rolling Stone.

A Complete Unknown ripercorre la rapida ascesa di Dylan nella New York dei primi anni Sessanta sulla scena folk che apprezzava il suo talento poetico fino alla svolta elettrica. Nelle sale americane arriverà per Natale, in Italia uscirà il 23 gennaio 2025.

Nel racconto del film, Dylan arriva a New York City all’inizio del 1961 con i vestiti sulla schiena, una chitarra acustica e un nome che ha scelto per se stesso. Si muove anonimamente attraverso i club e le caffetterie del Greenwich Village. Nessuno dà una seconda occhiata a questo ragazzo trasandato. Almeno finché non lo sentono suonare.

Ben presto, Dylan diventa uno dei preferiti del Village. Nel giro di pochi anni, è una star internazionale, e così grande e influente che quando osa contrastare la tendenza verso la musica folk socialmente rilevante che ha contribuito a portare nel mainstream, viene etichettato come un “Giuda” dai suoi stessi fan. Ma le motivazioni dietro quella decisione e molte altre che prende in A Complete Unknown sono lasciate senza una risposta. Come quando Bob Dylan-Timothée Chalamet e Joan Baez-Monica Barbaro, che sono stati coinvolti musicalmente e romanticamente, si esibiscono in duetto al Newport Folk Festival nel 1964. Cantano It Ain’t Me Babe di Dylan, e il regista Mangold lascia che la canzone rotoli nella sua interezza, come un sogno scintillante, quando invece rappresenta un dramma che si sta svolgendo sotto gli occhi di tutti: Baez: quello della separazione. La canzone che stanno cantando esprime come si sentono l’uno per l’altro (“Non sono io, piccola,/Non sono io che stai cercando, piccola”). Eppure la interpretano con così tanta passione che sembra una storia d’amore. Come musicista, Dylan è chiaramente un genio. Come uomo, rimane un completo sconosciuto.

Una biografia che rafforza i misteri del suo soggetto piuttosto che illuminarli. Una scelta valida per un film su Dylan, e lui stesso probabilmente apprezzerebbe se mai vedrà A Complete Unknown. Il film è ben fatto. Ma, in definitiva, cosa aggiunge alla comprensione di Dylan, o ai grandi artisti in generale? Cosa ricaviamo da questa storia, tranne che Dylan ha seguito la sua musa, ha scritto musica incredibile e ha lasciato il resto ad altri per risolverlo da soli? 

Timothée Chalamet a confronto con Bob Dylan giovane

Timothée Chalamet è davvero impressionante suonando (e cantando!) il giovane Bob Dylan. A Complete Unknown non è un film biografico come Maestro di Bradley Cooper, che si occupava a malapena dell’eredità musicale di Leonard Bernstein, e si concentrava invece sul suo complicato matrimonio e sulla sua vita privata. A Complete Unknown trabocca di musica Dylan, l’effetto è quello di un musical. Si potrebbe supporre che ciò possa essere vero per qualsiasi biopic rock classico, ma in questo caso il film, con la sua struttura a ciclo di canzoni meravigliosamente casuale, parla davvero di Dylan e della sua musica, e di come la musica abbia cambiato tutto. Ogni nuova canzone è un episodio drammatico, che si tratti di Dylan che esegue Song For Woody, in una stanza d’ospedale per Woody Guthrie (Scoot McNairy) o Masters of War al Gaslight Cafe subito dopo la crisi missilistica cubana oppure che prova Blowin’ in the Wind con Baez nel suo soggiorno, fino a Like a Rolling Stone, fatta esplodere da Dylan e dalla sua band alle folle sbalordite riunite al Newport Film Festival del 1965. 

Tutta la musica è eseguita da Chalamet, facendo un croon di Dylan molto credibile e facendo un lavoro ancora più impressionante di imitare Dylan lontano dal microfono. I suoi tic, il suo balbettio, i suoi sguardi evasivi, i suoi infiniti offuscamenti. Al di là del suo selvaggio cespuglio di capelli castani, Chalamet non assomiglia molto a Dylan. E Dylan è molto diverso dall’imperatore ascendente Paul Atreides in Dune, o dall’aspirante cioccolatiere in Wonka. Per un ragazzo che sembra fondamentalmente lo stesso in ogni singolo ruolo che assume, Chalamet ha sicuramente sviluppato un’impressionante qualità camaleontica.

Timothée Chalamet in una scena del film

Mangold circonda Chalamet con un ensemble fantastico. Edward Norton interpreta un Pete Seeger straziato e frustrato che riconosce il potenziale di Dylan, e forse lo invidia anche, cercando di guidare la carriera del giovane folksinger. Elle Fanning interpreta Sylvie, una versione romanzata della fidanzata di Dylan, forse l’ultima persona al di fuori del mondo dello spettacolo che gli è stata mai vicina. E Monica Barbaro interpreta Joan Baez, che ha forgiato una connessione infuocata con Dylan sia sullo schermo che fuori.

A Complete Unknown è anche un’evocazione amorevole della città di New York degli anni Sessanta, possiede una meravigliosa consistenza di autenticità e ha una colonna sonora straordinaria (se accetterete di ascoltare Timothée Chalamet cantare Girl From the North Country), ma non illudetevi: il mistero Dylan non è svelato. Alla fine, l’uomo che ha scritto le pagine più importanti della storia del rock rimane un perfetto sconosciuto. E se la ride beffardo.

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