– Esce la collezione kolossal “The 1974 Live Recordings”, ben 27 CD con 550 brani, documento del rivoluzionario tour con The Band. L’autore di “Blowin’ in the wind” era reduce da un incidente di motocicletta
– Quei concerti divennero il modello per i grandi tour rock, codificando esperienze condivise come il pubblico che accende gli accendini e il lampo delle luci durante momenti salienti come “Like A Rolling Stone”
The 1974 Live Recordings di Bob Dylan, pubblicato oggi, è molto più di un semplice cofanetto deluxe. È un kolossal che delizierà i fan del menestrello di Duluth. è una collezione che include tutti gli spettacoli registrati professionalmente delle esibizioni di Dylan del 1974, accompagnato da The Band. Sono ben 27 CD, 417 tracce live inedite, 133 brani recentemente mixati da nastro a 16 tracce e tutte le registrazioni sopravvissute del soundboard, accompagnate da nuove note di copertina della giornalista e critica Elizabeth Nelson.
In concomitanza con The 1974 Live Recordings, Third Man Records ha annunciato l’uscita di The 1974 Live Recordings – The Missing Songs From Before the Flood, un set di 3 LP tratto dalle stesse registrazioni, con versioni selezionate a mano di ogni canzone registrata da Bob Dylan che non è stata inclusa nell’album live originale del 1974. Stampato esclusivamente su vinile colorato.
Il tour del 1974
Il tour del 1974 di Bob Dylan segnò il suo ritorno dal vivo dopo otto anni e lo riunì con The Band, diventati nel frattempo celebri a pieno titolo. Bob Dylan e The Band fecero 30 date in 42 giorni, spesso con due spettacoli al giorno, stabilendo un nuovo standard per i concerti rock davanti a una media di 18.500 spettatori. L’energia delle performance fu descritta da Ben Fong-Torres di Rolling Stone come «incandescente e travolgente», mentre Robert Christgau affermò che Dylan «passava sopra le sue vecchie canzoni come un camion».
Il tour ‘74 cominciò il 3 gennaio 1974 al Chicago Stadium con una versione tesa e combattiva di Hero Blues, una rara traccia acustica diventata elettrica delle sessioni di The Freewheelin’ Bob Dylan, eseguita pochissime volte da Dylan. Altre rarità, come una Ballad Of Hollis Brown completamente reinventata, Song to Woody (non eseguita dal 1962) e Nobody ’Cept You, un outtake di Planet Waves, furono ben accolte nelle prime serate del tour.
Robbie Robertson della Band ricordava che, durante la loro precedente tournée insieme, erano stati fischiati su ogni palco in Europa, e che quanto era accaduto quella sera a Chicago era molto rassicurante per loro. La ricezione non era l’unica cosa cambiata dall’ultima volta che Bob Dylan e The Band avevano fatto un tour insieme nel 1966. Da allora, The Band aveva pubblicato sei album, partecipando a Woodstock e altri famosi palchi, e registrando una serie di sessioni storiche con Bob Dylan da The Basement Tapes a Planet Waves. Da parte sua, Bob Dylan si era praticamente ritirato dalle scene dopo l’incidente in moto nel 1966, ma era ancora «ampiamente considerato come la star più influente e significativa degli ultimi dieci anni della musica popolare americana», secondo il New York Times.
Quei concerti contribuirono a creare il modello per i grandi tour rock, codificando esperienze condivise come il pubblico che alza accendini e il lampo delle luci durante momenti salienti come Like A Rolling Stone. Molte canzoni, tra cui All Along The Watchtower e Forever Young e Most Likely You Go Your Way (and I’ll Go Mine) furono eseguite dal vivo per la prima volta e divennero iconiche. Fu inizialmente registrato con un mix stereo da soundboard su nastro da 1/4″ e su cassetta. Alla fine del tour, David Geffen della Asylum Records aveva commissionato registrazioni su nastro multitraccia, lo standard dell’epoca, per l’eventuale pubblicazione di Before the Flood.